Fuga da Alcatraz (Escape from Alcatraz)
di Don Siegel, 1979
Uno delle pietre portanti del genere carcerario, tra i più celebri del suo genere, e forse il più famoso del suo autore.
Secchissimo ma terribilmente efficace, a partire da una storia talmente vera da essere incredibile, scritto con intelligente consapevolezza dei cliché, e diretto in modo misuratissimo e rigoroso. Eastwood è al meglio delle sue forze (in)espressive, e Frank Morris è uno dei suoi personaggi più riusciti.
Nonostante io non ami particolarmente questo sottogenere, e lo ritenga un oggetto (solo un pochino) sopravvalutato, apprezzo quello che vedo, con oggettività: un gran film.
È veramente un gran bel film, concordo. Appena poco sotto La grande fuga (che secondo me nel genere detta legge assoluta).
Xetta dixit: Don Siegel è qualcosa di più di un artigiano. C’è una grazia non insistente nella ricerca del particolare, un tocco leggero anche quando il soggetto è un macigno, come questo, appunto.
hai detto bene, xetta.
hai già detto tutto tu. Un cult movie che ha prodotto migliaia di epigoni.
Ciaoo Rob
di siegel preferisco altro ma nel sottogenere fuga dal carcere il mio preferito rimane le trou di becker.Un pochino cattivello nel definire clint (in)espressivo.
secondo me la sua inespressività, intesa come implacabile rocciosità, è la sua forza e il suo grande fascino.
vera la cosa che dice kekkoz, la faccia di clint è inevitabilmente rocciosa, è certamenente adatta a taluni ruoli piuttosto che ad altri. E’ un attore splendidamente limitato. Fuga da alcatraz è degno di rispetto perché è un film tanto grande quanto umile.
Di Donald Siegel preferisco i gangsters: “Killers”, per intenderci.
Non regge con altre fughe: “Fuga per la Vittoria” di Huston, “La fuga” di Delmes con Bogart.
Una curiosa citazione : “L’uomo di Alkatraz” di Frankenheimer del 1962.
vecchio isolano.
…sul serio, gran film.