Dr. Akagi (Kanzo Sensei)
di Shohei Imamura, 1998

Saggio di bonario antilimitarismo e energica satira storica antioccupazionista, con un occhio al presente del Giappone, il film di Imamura è forse più convincente quando è pacificamente surrealista che non negli scorci drammatici che si intravedono al di sotto dello stile grottesco e divertito. Riesce comunque a non annoiare per un attimo e a far riflettere, non è poco.

Principale punto di forza del film, molto più delle sterzate visionarie del discusso e bizzarro finale, è la scrittura delle interazioni fra gli abitanti del villaggio, mossa da un appassionato spirito corale, che trasmette l’immagine di un villaggio solidale ed eticamente coeso, anche se la tematica ricorrente è quella della dipendenza e dell’ossessione: il sesso, la droga, le balene.

E, nonostante la provocazione sia contenuta, e malgrado si scalfisca più che intaccare, i personaggi funzionano alla perfezione: come Sonoko, bellissimo personaggio di Kumiko Aso, o lo stesso protagonista Akagi (interpretato da Akira Emoto), che corre freneticamente per il villaggio da una visita all’altra e che costruisce una sua etica del lavoro all’interno di una contingenza impossibile.

5 Thoughts on “

  1. come ha detto anche gokachu, mi aspettavo di più.
    però va bene, su.

  2. A me il finale non è dispiaciuto – improvvisamente mi sono ricordato de Il profondo desiderio degli dei.

  3. Ho iniziato a vederlo, ma avevo molto sono. Confesso che non ho retto (shame on me)
    Ciaoo Rob

  4. beh ma non era pesante. però capisco che l’ora fosse alquanto impervia.

  5. utente anonimo on 13 gennaio 2005 at 17:14 said:

    Sonoko la dolcissima Sonoko….

    non faccio che pensare a lei…forse

    per l’età (come quella di Akagi, forse) che mi ritrovo sul groppone.

    Il finale, poi, stupendo.

    Ma, forse, solo chi vive in un’isola vulcanica e popolata dagli Dei come quella dove vivo può gustarne la magia.

    Ah, dimenticavo.

    Esiste il registratore contro i colpi di sonno!

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