Gigi
di Vincente Minnelli, 1958
Gigi è imperfetto e invecchiato, un po’ immobilizzato nella sua ambientazione d’interno parigino e dalle sue (bellissime) sgargianti scenografie. Insomma, nonostante gli americani e Parigi, non è Un americano a Parigi.
Però il cinema di Minnelli è comunque una piacevole boccata d’aria (soprattutto in giorni così stressanti), anche questa anacronistica storia d’amore e di convenzioni, malinconicamente rivolta a un sentimento schiacciato dall’ipocrisia sociale e infine, ovviamente, trionfante.
E poi, ci sono le musiche di Loewe & Lerner (soprattutto The night they invented champagne e I remember it well cantata da Chevalier e la Gingold sulla terrazza). E Leslie Caron è deliziosa, ancora: basterebbe lei.
le tre iconcine di oggi sono impossibili. forse la seconda è raggiungibile. dai, sbattetevi.
a domani, ragazzuoli. baci a tutti.
e tra l’altro, ieri un film del ’57 e oggi del ’58. però mi fermo.
l’iconcina al centro mi ricorda qualcosa…
quella al centro in effetti è facilotta. ancora non l’ho visto, ma lo “conosco”, forse l’avrei persino riconosciuto.
..”tutto o niente” Mike leigh mi pare, l’hai visto?
laison: ahimé, no.
Gigi era uno dei filmpreferiti della mia infanzia, visto a distanza di tempo confermo la tua stessa impressione.
ho sempre amato i musical ma di questo non ho un buon ricordo (nonostante minnelli). musiche stupende ma il regista ha eliminato le coreografie (scelta effettuata anche da cukor per “my fair lady” rovinandolo).
vero, peccato per le coreografie, se ne sente la mancanza…