20 30 40 – L’età delle donne (20:30:40)
di Sylvia Chang, 2004
20 30 40 è la storia di tre donne e delle loro tre età (quelle del titolo), che sono gli anni dei sogni infranti e dei primi amori, gli anni della ricerca di una stabilità, gli anni della disillusione e, volendo, della rinascita. Tre storie (scritte dalle stesse tre protagoniste) che vogliono essere particolari e non universali, ma che ricercano anche e in primo luogo un’immedesimazione e un’empatia.
Con un senso dell’humor particolarissimo (il "lui" che per attirare l’attenzione di "lei" le spacca il parabrezza e le lancia addosso una secchiata d’acqua) e con una leggerezza (grazie soprattutto alle tre splendide protagoniste, tra cui la stessa regista) inaspettata per chi abbina il cinema taiwanese a Tsai o a Hou (ma questa è una coproduzione con HK e Giappone), la Chang costruisce un film sincero e affettuoso, realista e impietoso nel mostrare i dilemmi dell’essere donna (come la paura della vecchiaia e della solitudine) ma aperto alla speranza e al sogno.
Magari non troppo originale nei temi e nello sviluppo, ma con una struttura più che solida: a partire da un fatto traumatico e "cittadino" che fa partire le loro storie, le tre donne sono destinate a non incontrarsi mai. Solo ad incrociarsi: e la Chang gioca con abilità e astuzia con la casualità della vita fin dai titoli di testa, e segue con grande partecipazione i movimenti dei personaggi in una Taipei moderna e anglofona, in cui la via di fuga può essere la semplice solidarietà femminile.
Il risultato è che è davvero difficile non affezionarsi, almeno durante la visione. E non commuoversi, come per la scoperta dell’amore nel luogo più ovvio (un addio e un bacio in un aeroporto: lo ammetto, ho banalmente pianto) o in quello più insolito: un sorriso di stupore, in un cimitero.
ma quando li hai visti, dico io, quando li hai visti questi due ultimi film se fino a un paio d’ore fa eri in chat con noialtri?
tu ormai sei come Stephen King, che scrive un libro a settimana: sei un concetto, hai persone che paghi per aggiornare di tre o quattro post al giorno il tuo blog pur di battere la “concorrenza”!!!
confessa!
A me il cinema taiwanese fa venire in mente anche Ang Lee, e questo film mi sembra abbastanza in linea con cose come il banchetto di nozze o mangiare bere uomo donna ^^
goljadkin: li ho visti entrambi IERI SERA.
non scrivo quasi mai subito dopo aver visto il film. TIE’!
(e in questo momento sto guardando Memories Of Murder)
la locandina di mangiare bere uomo donna campeggia fiera nella cucina di tutte le case dove abito
kekkoz, per carità, non scrivere più di due recensioni al giorno, se no goljadkin mi costringerà a passare interi sabati e domeniche a vedere film thailandesi e ucraini da recensire sul blog
abbi pietà di me!! :’(
cineblob, vecchio nomade, in quante case abiti?
Memories of murder…maledetto..sono invidiosissimo. Io ancora non riesco ad affittarlo.
Andrea
domani arrivo a bologna, me lo porto dietro. merita, merita di brutto. bellissimissimo.