Address unknown (Suchwiin bulmyeong)
di Kim Ki-duk, 2001
Kim Ki-duk è un cineasta che si confronta soprattutto con relazioni a due o addirittura sullo sviluppo singoli caratteri. Sorprende perciò ritrovare in Address Uknown una dimensione veramente corale: i personaggi principali sono tre, ma attorno a loro si assiepa un numero inusuale di parti, ciascuna con il suo carattere e i suoi dilemmi, magari in funzione dei processi dei protagonisti, ma mai tralasciati in una condizione bidimensionale.
Tolto questo, Address uknown è un film complesso, forse il più narrativamente interessante del grande regista coreano. E’ la storia di tre stigmatizzazioni: una di razza, una di classe, ed una di estetica. Ciascuna di queste tre, come in un romanzo ad episodi, ha il suo sviluppo e il suo punto di vista, ma convivono anche tra loro, nutrendosi delle contraddizioni del mondo (sociale, storico, politico) che gira loro intorno. Tre solitudini, tre mancanze, tre assenze: impossibili da colmare, e l’impossibilità di una redenzione, mista però ad una lieve ironia, è tale da rendere Address unknown il film più triste e struggente di Kim Ki-duk.
Alla vista non è risparmiato nulla (ma l’etica registica del fuoricampo è molto forte e coerente), e raccontare questo film (come mi è capitato oggi) è impossibile senza farlo sembrare una farsa sadica: cani macellati a bastonate, gente che muore nel fango a testa in giù con le sole gambe all’aria, accecamenti continui (inflitti ed autoinflitti), nomi di un addio tatuati col sangue sul seno. Ma tutti gli elementi contribuiscono all’immagine di una provincia allo sbando e devastata dalla guerra, con gli americani a far presenza di surreale assurdità (le esercitazioni continue che non portano da nessuna parte), e al racconto dolente dei tre sfortunati protagonisti di quella che è, in fondo, solo una strana storia d’amore e amicizia.
Persino la regia si adatta a una sorta di riflesso grezzo, senza la perfetta lucidità di alcuni lavori di Kim (soprattutto successivi) ma con una forza espressiva che è ben più adatta alla situazione. Se la sequenza che più colpisce, per necessità e circolarità narrative, è forse quella straordinaria della "vendetta" del meticcio Chang-guk, indimenticabile è la scena in cui i tre protagonisti camminano con un occhio solo: tema tutto cinematografico, quella dell’occhio solo, presentissimo in Kim e qui ribadito ossessivamente.
Insomma, pur sapendo ormai che aspettarci da Kim Ki-duk (e cioè il meglio), sa ancora sorprenderci. Bellissimo.
nota: io parto da “L’isola”, e ignoro qualsiasi dato sui primi 4 film di Kim. quindi potrei scrivere stronzate quando parlo del suo cinema tout court. però, amen.
bel post davvero…
anche se IMHO birdcage inn è più triste e struggente di questo….questo è, sempre IMHO, il più crudo (per i bastonamenti di cani e le altre cose che hai citato). ciauz
grazie murda!
(vedi, avere i cinebloggers sul messenger ha i suoi vantaggi: commenti in tempo reale. che malati di mente…)
comunque birdcage inn non l’ho ancora visto, ma come tu ben sai lo farò presto.
penso che io ignoro qualsiasi dato che non appartenga a ferro3 o primavera, estate eccettera.. la distribuzione mi sta annientando, kekkoz aiuta a riprendermi il cinema.
claudio
Coincidenze, birdcage inn l’ho visto ieri sera, passo nel pomeriggio per la recensione. Bello, ma ho preferito altro di kim…e cmq è fantastico come riesca a fare dei film più o meno sugli stessi temi senza fare un film uguale agli altri…un genio:)
forse il mio compagno di viaggio ti ha dato una buona idea. ma ci vuole faccia di bronzo, molta, molta faccia di bronzo.
intanto credo di aver trovato una miniera d’oro, qui.
la faccia di bronzo non mi manca. grazie per la miniera d’oro: è sempre aperta.
Davvero complimenti per il post, kekkoz. Hai trovato le parole giuste dove io ero rimasto a bocca aperta.
Ma passiamo alle cose serie: c’è stato qualche cambiamento nella tua top three dei film di Kim dopo questa visione?
Andrea
Dopo aver adorato Ferro3 e Primaveraetc. sono rimasto spiazzato nel vedere L’isola. L’idea di vedere Address unknown mi spaventa…
GRAZIE andrea! comunque no. la mia top3 rimane bad guy samaria e ferro3, più o meno senza un vero leader (che poi in realtà è bad guy). seguono primaveraeccetera e address unknown. chiudono in bellezza coast guard e l’isola.
sono rimasto un po indietro, prometto di recuperare.