Kung fu hustle (Gong fu)
di Stephen Chow, 2004
La prima volta che vedi Kung fu hustle sei sconcertato: da un autore come Stephen Chow, che pur hai imparato a conoscere e che apprezzi tantissimo, non ti saresti aspettato un tale splendore sceno-foto-grafico, una tale perizia tecnica e coesione narrativa. Ridi come un imbecille, ma non sentendoti un imbecille. Sei sicuro che Chow è geniale, che non hai visto male. Riconosci la sua comicità e i suoi temi di sempre, ma capisci che c’è qualcosa in più: un modo finalmente completamente cinematografico. Ti innamori della scena in cui Chow e Shengyi Huang si incontrano-scontrano-abbracciano sotto il poster di Top Hat, e ti viene proprio da piangere. Ti rendi conto che è il suo capolavoro.
La seconda volta che vedi Kung fu hustle lo fai perché vuoi rivedere i primi incredibili minuti: quel piano-sequenza nell’ufficio della polizia, quella lacrima sul volto e quel corpo di donna che vola sulla strada, quel balletto assurdo. Poi ti dici: dai, lo guardo fino a quando la banda dell’ascia arriva alle case popolari. Poi ti dici: dai, lo guardo fino alla scena in cui Chow si rigenera dentro un semaforo. E così via, lo rivedi tutto, è inevitabile.
E fai bene, perché ti accorgi di alcune cose che non avevi notato. Come Chow che, durante l’inseguimento à la Tex Avery, usa il coltello infilato nella spalla come specchietto retrovisore. Capisci quanto era difficile rendere un affettuoso omaggio al gonfupian, ma anche al gangster-movie e al western (e a chissà cos’altro), senza cadere un attimo nella facile parodia, senza annoiare un minuto. Ti innamori della scena in cui Chow, moribondo, disegna a terra con il sangue la sagoma del leccalecca, e ti viene proprio da piangere. Ti rendi conto che forse non è solo il suo capolavoro, ma un capolavoro.
La terza volta che vedi Kung fu Hustle cerchi un difetto. Non lo trovi.
Kung Fusion: nei cinema italiani dal 27 Maggio 2005.
perdonatemi.
lo so che a volte esagero.
5?
non lo so. ho scritto forse. ma forse sì.
per me si ferma a 4,5
boh. vedremo. tanto il voto si dà all’uscita italiana, quindi c’è tempo per rivederlo un’altra decina di volte.
T’è piaciuto davvero tanto. Ora vado a rileggere quel che ne avevo scritto io; è strano, un film che alla prima visione mi aveva lasciato un che d’insapore in bocca, ma del quale dopo qualche settimana mi ricordo solo i pregi e il divertimento.
Boh… Io lo trovo inferiore sia a shaolin soccer che a king of comedy.
se non esageri non sei tu, vero?
io l’ho visto tre sere di seguito, ma il coltello retrovisore l’avevo notato già in prima visione ;-PPP
è appena arrivato per la vendita al bookshop del festival il box limited edition di KFH… con l’impronta della mano…
sbavai.
sbav… ce anche la riproduzione del manualetto del Buddah’s Palm…
Ciaoo Rob
P.S. bella rece
grazie rob.
sì è un oggettino invitante, ma trooooppo costoso.
uhm, il milgiore di Chow secondo me. Credo proprio che all’uscita in Italia il mio voto sarà 5.
Andrea
Pare che ti sia piaciuto hehehehe ^^
zìììììììììììììì
Concordo, gran film, e pure io a distanza di tempo tendo a ricordarmene solo i pregi (con tutto che mi aveva convinto in pieno da subito…)
Capolavoro non so, bellissimissimo assolutamente sì… ^^
Te n’eri accorto, vero, che in una delle ultime inquadrature (l’ultima se si esclude il siparietto finale col vecchio e il bambino) si rivedono passare tra la folla un po’ di personaggi visti nel corso del film?
sì, tutti a coppie. che bello.
gran bel bel post.
concordo, ma non vale , sono un nerd.
Sei molto bravo a recensire!
Andrò sicuramente a vederlo!
giusto.giustissimo.appena visto.mi ha ricordato tante cose tra cui tarantino.ci scrivo due cose pure io.
Ho conosciuto Chow con Shaolin Soccer. Con questo ho avuto la conferma del genio
Si!!!Mi piace Zhou Xingchi (la pronuncia cinese) da morire!!!!
non ho davvero parole. è genialità allo stato puro. divertente senza diventare solo parodico o citazionista.
p.s. ma il doppiaggio italiano che roba era? che immonda sozzura?