[FEFF2005]
Letter from an unknown woman (Yi ge mo sheng nu ren de lai xin)
di Xu Jinglei, 2004
Tratto dalla stessa novella di Stefan Zweig che ispirò Ophuls, Lettera da una sconosciuta è la storia di una fissazione amorosa lunga una vita, il racconto del tentativo di una donna entrare nel cuore di un uomo. Ma in punta di piedi, con la speranza vana di diventare memoria, di diventare, almeno, ricordo, rinunciando alla propria dignità e relegando la propria presenza al profumo di un mazzo di fiori in salotto.
Lo sguardo di Xu, bellissima e notissima attrice cinese convertitasi alla regia (questa è l’opera seconda) è ossessionato dai particolari, dagli sguardi, dagli arredi e dalle curve che formano i corpi nella luce. Lentissimo e contemplativo, ma non immobilista: capace invece di cambiare registro (come nella scena più bella, quella dell’opera e della mano di lui che batte il ritmo sulla gamba) quando richiesto.
Manca solo l’emozione, quasi assente e profonda solo in due scene: quella in cui il servo riconosce la protagonista, e lo splendido carrello finale sul volto di lei, bambina. Ma quello che il film possiede senza dubbio e (purtroppo, ma forse no) soprattutto, è la meraviglia visiva, grazie al lavoro del direttore della fotografia Lee Ping Ping (collaboratore di Hou, e co-responsabile di In the mood for love), e un gran lavoro d’attori.
Ad un certo punto mi sono chiesto se fosse la classica fuffa da esportazione festivaliera (è passato anche alla Viennale e ha vinto per la miglior regia a San Sebastian). Mi sono risposto di no, perché tra le righe della prevedibilità e della (vuota per alcuni, non per me) perfezione formale, si vede una vera personalità, uno sguardo autentico e dolente sul mondo femminile.
[nota]
Mi devo vergognare: ieri sera ho perso almeno due film che avrei potuto "fisicamente" vedere: il coreano Green Chair e il filippino Pa-Siyam. Purtroppo avevo delle ore di sonno da recuperare. Mea culpa.