[FEFF2005]
Zee-oui
di Nida Sudasna e Buranee Ratchaiboon, 2004
La storia di un serial killer di bambini nella thailandia degli anni ’50 è alquanto sorprendente: nulla di nuovo o particolarmente originale, ma ben venga un film capace di sbattere in questo la violenza del mondo e della Storia senza mezzi termini e mezze misure, e di scioccare un pubblico non abituato a una tale franchezza.
Inusuale anche lo sguardo sulla psiche dell’assassino: si tende ad un’empatia che sarebbe impensabile in un film occidentale, ma mai alla giustificazione. E il fine del film è comunque quello di analizzare i modi in cui il marcio della società, soprattutto la guerra fratricida e il razzismo nei confronti del diverso (Zee-oui è un cinese in Thailandia), per arrivare alle superstizioni cannibalistiche, possa davvero crere un mostro. Punto di vista alquanto discutibile, ma espresso con vigore e con un talento visivo sopra la media.
Peccato per la parte dedicata alla giornalista fichissima: sembra uscita da un soft-core patinato di vent’anni fa, i suoi traumi di perdita non interessano a nessuno, e l’impressione di posticcio infastidisce.
Il primo finale sa comunque buttare anche un velo di dubbio sul valore della verità di cacce alle streghe e di capri espiatori, e il finale vero (che spiega l’ossessione del protagonista per il brodino di cuore umano) è una sana e vigorosa mazzata nello stomaco.