Forbidden city cop (Daai laap mat taam 008)
di Stephen Chow e Vincent Kok, 1996
Stephen Chow fa per la seconda volta la parodia di James Bond (stesse silhouette nei titoli – con Chow che lecca la tipica bond-ballerina – stesso tema musicale, il protagonista che si chiama Ling Ling Fat, ovvero 008). Ma questa volta invece dell’action ci mette di mezzo il wuxiapian, e i risultati sono persino migliori, e comunque più complessi, rispetto al precedente From Beijing with love.
E l’idea è ancor più corrosiva se si pensa al contrasto tra personaggio e contesto, sia storico che cinematografico: in opposizione ad un cinema che tende ad elogiare la tradizione (i mitici lottatori volanti e il rigore religioso delle arti del combattimento) contro la modernità, qui i combattenti fanno subito una brutta fine mentre la spunta Ling Ling Fat, imbranato nelle arti marziali ma intelligente e strambo inventore di aggeggi, in una rivincita dell’apollineo che è molto più destruens della semplice parodia.
Ovviamente, oltre a una forma smagliante (grazie anche alle buone coreografie), in primo piano c’è la comicità geniale e demeziale del comico Chow. E non solo, anche una struttura originalissima che parte come un wuxia, che dopo un’ora si finge commedia romantica, per poi tornare daccapo. Dopo aver preso letteralmente per i fondelli lo spettatore.
E in mezzo, un film divertente fino al mal di pancia, pieno di colpi da maestro comico: l’entrata in scena rotolante, il combattimento in cui Ling Ling Fat sconfigge un nemico grazie ad un enorme magnete, il cappellone nero, la scena in cui Chow non riesce a smettere di ridere per giorni (cosa che funziona di rado, qui fa ridere fino alle lacrime), fino al culmine geniale: la spiegazione dell’inghippo costruito ai danni della prostituta Gum Tso (Carmen Lee, meravigliosamente bella), tra surreali dissertazioni metafilmiche e la consegna (sic) di un award per il suddetto inghippo.
Ancora grezzo per alcuni versi, non irresistibile dal primo minuto, e con meccanismi ancora da rodare. Ma i difetti si contano in fretta: già strapieno di quelli che saranno le sue ossessioni future (la schermaglia amorosa - qui molto meno cinica che in futuro -, o la "evoluzione" finale dell’eroe da forze altre – qui l’elettricità), Forbidden city cop è un ottimo assaggio del vero genio di Chow.
sarà bellissimo. Peccato non averlo.
Ciaoo Rob
forse mi è piaciuto un po’ meno che ha te
Te la sei voluta: ora me lo guardo. Ma proprio ORA. A dopo.
vai sul mio fotolog, lillo.
io forse ho esagerato su questo film, ma da almeno metà l’ho trovato davvero geniale, a suo modo. ecco, magari un pelino meno dei successivi.
@murda: ha te?
lol ^________^
JEFF lau ha riciclato la gag delle capriole in CHINESE ODISSEY 2002.
diavoli di hongkonghesi!
lonchaney