Breaking news (Dai si gein)
di Johnnie To, 2004



Ciascuno dei più recenti film di Johnnie To ha i suoi detrattori, e ciascuno di loro ha le sue ragioni: freddezza per PTU, indecisione per Running on karma, inconsistenza per Throw down, assoluta vacuità per Yesterday once more. Al di là del fatto che io non riesca ad essere detrattore di alcuno dei precedenti (a parte l’ultimo, ovviamente), facendo pure la figura di quello che si mangia tutto quel che To mette in tavola (e fieramente!), Breaking news è forse tra i più bistrattati. Eppure è un film nevralgico e appassionante, intelligente e originale, e girato come dio comanda.



Il problema nasce proprio dal quell’incipit diventato ormai famoso: un appostamento che diventa sparatoria, in sette minuti (circa) senza stacchi, uno dei piani-sequenza più incredibili visti sullo schermo negli ultimi anni, che oltre ad essere di complessità quasi impensabile, ribalta con la sua forma traballante il recente statuto di piano-sequenza digitale, e allo stesso tempo le convenzioni (soprattutto ritmiche) del genere action, per di più scegliendosi un set difficile e "chiuso", una strada a senso unico. E’ normale che poi il film viva all’ombra di una scelta così radicale.



Ma lungi dall’essere meramente estetica: tutto il film è poi incentrato su questa ricerca sull’immediatezza e la "contemporalità" dell’azione, che si riflette sul tema principale, quello dell’invadenza dei media, e soprattutto della manipolazione della verità. Vedere per credere non ha più senso, e così l’assedio, da normale "canone noir" di lunga tradizione (non solo hongkonghese), diventa una guerra che si combatte su due livelli: quello delle armi, la vita e la morte (per cui si parteggia con i PTU) e quello dell’immagine, la verità e la menzogna (per cui non si può non simpatizzare con i "cattivi").



Breaking news è ricco, robusto e corale, con spazio per la morale e la dignità, e con un bellissimo triangolo di morte nel finale, è un film che può deludere solo alcuni fan molto accaniti di To, perché forse sembrano perdersi per strada quei preziosi e mai troppo citati "tempi marginali" (ma la sequenza del doppio pranzo è però in queste corde): però l’attenzione non è affatto abdicata al semplice e vacuo divertimento, semplicemente è spostata altrove.



Nelle sale italiane dal 5 Agosto 2005.



Sì, avete letto bene Breaking news esce in Italia. Ed è il primo film di Johnnie To, dopo il DVD di The Mission, ad uscire in sala in Italia. Ovviamente in una data ridicola, ma è già qualcosa.

19 Thoughts on “

  1. A pranzo avevi detto che l’incipit durava “cinque minuti cronometrati”, mentre io sostenevo il sette. Ora sostieni il sette “circa”. Bè? Qui si pretendono attendibilità e coerenza

  2. Ma chi e’ che parla male di Breaking News? Avrò letto pure poche recensioni, ma mi parevano tutte positive.

  3. tre occhi is meglio che due.

    qualcosa di altrettanto anticipatorio per una volta anche nel mio blog.

    vederemo anche Breaking news

    Un saluto.

    Rob.

  4. utente anonimo on 14 giugno 2005 at 08:07 said:

    Forse non piacerà ai fan di To perché è l’unico film decente che ha fatto, almeno per me.

  5. ohdaesu: qui si pretendono che?

    gokachu: parlo di persone reali, più che di articoli.

    murda: eh sì, you must. magari al cinema. che bella cosa.

    anonimo-che-odia-to: de gustibus…

  6. appena comprato, verificherò di persona:)

  7. Cioè tu conosci delle persone reali che sono fan di Johnny To al punto di disprezzare Breaking News? Gente che dice “eeehhh ma adesso To è commerciale, ai vecchi tempi sì…” come un fan dei Pooh?Quasi quasi mi trasferisco in Emilia, qui è già tanto se conosco qualcuno che sappia chi sia, Johnny To…

  8. A me é piaciuto molto.

    Io sospetto sia un film a chiave, comunque. Troppo assimilabile all’Iraq, la Hong Kong caotica di Johnnie To :)

  9. ipotesi affascinante, ma mi tira fino a un certo punto.

    certo è che se si parla di manipolazione della verità da parte dei media… ma ho sempre l’impressione che l’”impegno” di To sia più sintomatico che altro.

  10. utente anonimo on 15 giugno 2005 at 13:50 said:

    io sto attendendo i post in attesa…

    Andrea

  11. utente anonimo on 15 giugno 2005 at 18:31 said:

    Breaking News come metafora dell’iraq? E chi sei, roberto silvestri?

    A parte gli scherzi, Breaking News mi pare un film dalle due anime: da una parte sperimenta e approfondisce uno dei temi cardine dell’universo milkyway, quello della mistificazione come strategia di sopravvivenza, qui elevato all’ennesima potenza, dall’altra è un film da arrembaggio all’occidente, con personaggi unidimensionali, da telefilm e riciclaggio selvaggio (bleah, una rima) di temi e situazioni del cinema di hong kong anni 90: La cena tra antagonisti e l’ambientazione condominiale vengono da BULLETS OVER SUMMER di wilson yip, la confusione delle due banda da EXPECT THE UNEXPECTED.

    Questo sì che è un To freddo e calcolato a tavolino, buono ma vagamente antipatico, non certo PTU.

    Eppoi l’ultimo quarto d’ora sa veramente di raccogliticcio, è convenzionale e americaneggiante, e la svolta melò con doppio sacrificio manca di convinzione e veemenza, è puro clichè sull’amicizia virile alla hongkonghese.

    Mediocre il cast, una volta tanto.

    lonchaney

  12. utente anonimo on 15 giugno 2005 at 19:30 said:

    lon, tu sei l’altro che dovrebbe fare un blog. eh sì, ci vorrebbe anche la tua voce tra tutti ‘sti “orientati”.

    fallo, fallo, dai. giuro che poi vengo a commentarti e ti pubblicizzo.

    kekkoz

  13. Sarà pure un film calcolato a tavolino, ma è una freddezza consapevole e soddisfacente; già dal piano sequenza iniziale si mette in chiaro che a To, qui, interessa lo spettacolo più che altro. PTU invece ha delle ambizioni e non ne è all’altezza.

  14. @gokachu che non è all’altezza ptu lo dici te

  15. Certo, e chi altro lo deve dire? Qui ognuno parla per sé, o qualcuno è rappresentante della Verità Universale?

  16. dai era per flammare un po’ :)

  17. Ho appena comprato il DVD!!! Ora non vedo l’ora di gustarmi questo piano sequenza da te richiamato e citato pure dal Mereghetti!

    Maccheè?! Arca russa?

    Ciao e complimenti!

    Yours

    MAURO

  18. primo film di To per me ma non sono riuscito a farmelo piacere.

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