Mysterious skin
di Gregg Araki, 2004
Con una maturità inaspettata, con senso del pudore e una delicatezza rarissima viste le tematiche affrontate, il regista di Doom generation costruisce una doppia storia: la prima una rimozione, la seconda uno sfogo, ma entrambe dettate dall’insopportabilità dell’accettazione del trauma stesso. Le due vicende umane, condizionate tanto dall’ambiente sociale quanto da quello familiare, si incrociano attraverso un uso perfetto del montaggio parallelo, fino a combaciare, l’una nell’esorcismo dell’incubo rimosso e l’altra nell’esercizio della rivalsa sui propri incubi manifesti.
Anche grazie alle performance degli attori, tutti bravissimi (più il magnifico Joseph Gordon Levitt che un Brady Corbet un po’ soffocato dai cliché – mentre Michelle Trachtenberg è una valida dimostrazione teologica), Araki confeziona un film che non è solo un’elegia della memoria e una bizzara storia d’amore in assenza, ma un’opera profondamente tragica sulle radici della solitudine, della provincia e più in generale del mondo contemporaneo.
Non tutto è all’altezza della prima straordinaria mezz’ora, con quei flash a volte strazianti perché solo immaginabili e a volte dolcissimi nel loro mostrare una forma amoris inaccettabile eppure paradossalmente dolcissima. Ma il film non perde comunque quasi mai d’interesse, appassiona e commuove fino alla fine, ed è pieno di sequenze indimenticabili (come quella del Vermeer), spesso forti come un gancio sul mento.
E così come l’incipit visionario, davvero da antologia, nonostante alcune critiche è davvero bello anche il finale, oltremisura esplicativo eppure ugualmente poetico e struggente. In quell’abbraccio sempre più lontano, nel caldo buio dello "sparire", Brian e Neil non saranno più soli.
vojo… ç_ç
ma e’ gia’ fuori programmazione qui…
Misato-san
poco programmato e poco pubblicizzato.
ormai è una garanzia di qualità, in italia.
è in programmazione a perugia..ieri sera volevo andare a vederlo ma poi mi sono detto:”se entro in sala per un film di prima visione fermo il mio record a 14 anni e 3 mesi…”…allora ho rimandato..eheheheh
se non lo hai visto ti consiglio “the woodsman”
m’ha un pò deluso il finale. è abbastanza un bel film, ma in calare. e se la gioca sul confine rischioso dell’ipocrisia (come un pò tutto Araki), mettendo un piede nel vuoto di tanto in tanto.
tener conto che l’ho visto a settembre.
e a proposito di “the woodsman”..ottimo Bacon! …ma buone pure le eggs…battuta!!!!!!!
(erano anni che sognavo di scrivere queste cosa…ti devi sentire onorato che lo abbia fatto sul tuo blog)
Ehi kekkoz complimenti per il blog!E’ fantastico,anche io ne sto facendo uno sul cinema ma finora ho inserito pochi commenti..Ci si legge spero
Spero di riuscire a vederlo. Magari in qualche rassegna estiva che presenti qualcosa di diverso dai soliti blockbuster ammmericani.
freestate
è stupefacente come in tutta la recensione tu non sia mai riuscito a pronunciare le parole “omosessualità” e “pedofilia”. Complimenti.
come io non sia mai riuscito a dire, oppure come io sia riuscito a non dire mai?
quanto è bella la lingua italiana. mi fa impazzire.