La vita è un miracolo (Zivot je cudo)
di Emir Kusturica, 2004
Nell’ultimo suo film, Kusturica se la prende comoda e fa le cose facili: in pratica, rifà se stesso all’infinito, ma conservando fortunatamente quello sguardo poetico che in lui sa da sempre dosare il dramma con la farsa, gli ottoni sfrenati con le bombe, gli eccessi nervosi del "popolo yugoslavo" con una poetica dell’assurdo che ha pochi rivali (e molti referenti).
Insomma, anche qui c’è tutto Kusturica: animali a frotte, piccole perversioni, la No Smoking Orchestra, qualche volo onirico, e altre decine di cose. Maniera? Forse. Noia? A tratti. Ma forse solo perché Underground e Gatto nero gatto bianco sono davvero su un altro pianeta, e Zivot je cudo assomiglia loro un po’ troppo per non deludere. In senso relativo.
Ma trovargli un difetto che sia davvero assolutamente tale è difficile. Mettiamola così: è davvero troppo lungo. E forse inutilmente, se si pensa alla semplicità della trama: metà film sono elementi contenitivi e pleonastici, materia puramente antinarrativa. Ma è materia che ci piace e che ci diverte da impazzire, e quindi soprassediamo.
sì, l’ho dipinto. non hai visto? c’è una cattiva foto scattata subito dopo la fine del massacro (per le mie spalle). purtroppo non entra tutto nell’obiettivo senza deformarsi in prospettiva, ma tant’è.
non ho detto che agata e la t. fosse eccezionale.. però per i giudizi di solito da me attribuiti al cinema italiano… è sorprendente!
un saluto sotto un cielo beffardamente azzurro. se non ti dispiace ti aggiungo fra i pochi link, così posso passare più agevolmente da una stanza all’altra.
[hurt]
e la partita di calcio nella nebbia è sempre una gran sequenza…
trovargli un difetto che sia tale è facilissimo
manierista e autocelebrativo, un pessimo Kusturica.
Non si può passar la vita a far remake
non di se stessi per lo meno
secondo me si è solo stilisticamente migliorato…
troppo bella una delle scene finali con la giornalista americana intenta alle sue interviste…