Birdcage inn (Paran daemun)

di Kim Ki-duk, 1998

Mentre un ristretto (per via della distribuzione) pubblico italiano scopre la bellezza di Samaria in sala, e mentre una nutrita cerchia di cinebloggers (che non linko per invidia) espone le sue opinioni a proposito dell’ultima fatica di Kim The bow, io, rimasto a bocca asciutta su entrambe le esperienze, faccio un passo indietro e recupero uno dei suoi primi film. Per essere esatti, il terzo.

Kim mostra già una fissazione su alcune immagini che saranno caratteristiche del suo cinema successivo (come l’acqua, i pesci, i quadri di Schiele, e via dicendo) e su motivi narrativi poi ripresi (come la prostituzione, ma non solo). Birdcage Inn è una storia di annullamento e rivalsa del sè, e al contempo racconto di un’amicizia basata su alcuni passaggi sottolineati (ostilità, distacco, emulazione, attaccamento).

Vicenda che porta infine ad una riconciliazione. Che non è solo duale ma anche sociale: la ricostituzione di uno sfatto nucleo familiare. Ma come spesso accade nel suo cinema, la catarsi finale avviene anche (o solo) attraverso l’accettazione del misto di pochezza e di poesia che è proprio dell’essere umano, e attraverso l’empatia verso inaudite formae amoris.

Birdcage Inn è un film intenso e doloroso, seppure attraversato da uno strano filo ironico che lo rende disperato e tenero al tempo stesso. Ma senza mai essere grottesco, né squallido nel suo mostrare lo squallore del mondo. E nonostante lo stile di Kim sia molto grezzo rispetto alle magnifiche prove che seguiranno (ma qui non si sa se si debba prescidere dal formato), il suo è già uno sguardo estremamente maturo. E di lancinante bellezza visiva.

6 Thoughts on “

  1. w le samaritane

  2. evviva evviva le samaritane, non sono ancora andato a vederlo ma questo “KIM KI DUK” mi piace molto (almeno il suo Ferro 3 mi ha convinto parecchio). ;)

  3. utente anonimo on 21 giugno 2005 at 09:52 said:

    come ti ho già detto, inserisco birdcage inn nelle zone basse della filmografia di Kim. Gran bel film, sia chiaro, ma sarebbero 4 pallette :P

    Andrea

  4. utente anonimo on 21 giugno 2005 at 13:41 said:

    Il primo film che ho visto di Kim-ki duk, semplice ed agghiacciante.

    IlPappa

  5. anche birdcage inn ha le sue ragioni…nonostante (come dici tu) successivamente ci sia stata un’evoluzione estetica rilevante.. mi ha colpito per i momenti ironici ed assurdi associati alla consueta durezza, per una vaga e inquieta speranza che fa capolino verso la fine… non ricordo bene, è in questo che appare streetspirit dei radiohead? marco

  6. sì è in questo. pare che alla figlia piacciano proprio i radiohead, ascolta solo quella canzone. e come la capisco.

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