[il cinema ritrovato XIX]
Day one: 02/07/2005
Apertura ufficiale del Festival: conversazione di Michael Cimino con Peter von Bagh, direttore de Il Cinema Ritrovato
Un breve e illuminante incontro con il regista di Deer Hunter e Heaven’s gate. Lungi dal tenersi sul binario del cinema, Cimino spazia parlando delle sue fonti d’ispirazione artistiche e architettoniche, della sua carriera e del suo "esilio". Ometto magro, occhiali neri e cappello da cow-boy, il volto segnato da molteplici interventi chirurgici, Cimino ha però uno charme incredibile, e quando racconta il suo bizzarro e commovente incontro con un morente Burt Lancaster, conquista il (davvero ristrettissimo) pubblico.
Cento anni fa: i film del 1905
Programma I – Tempo e racconto, prima parte
Presenta Mariann Lewinsky
Accompagnamento al piano di Alain Baents
EEN SPOORWEGTOCHTJE IN ZWITSERLAND (t.l. Un viaggio in treno in Svizzera, Francia/1905) Prod.: Pathé
CRÉATION RENVERSANTE (Francia/1905) R.: Segundo de Chomón. Prod.: Pathé
PANORAMA FROM THE ROOF OF THE TIMES BUILDING, NEW YORK USA (USA/1905) Prod.: American Mutoscope & Biograph Co.
EL HOTEL ELETRICO (Francia/1905) R.: Segundo de Chomón. Prod.: Pathé
SCHIFF AUF DEM NIL (Francia/1905) Prod.: Pathé
LA RUCHE MERVEILLEUSE (Francia/1905) R.: Gaston Velle. Prod.: Pathé
LA PERRUQUE (Francia/1905) Prod.: Pathé
CACHE-TOI DANS LA MALLE! (Francia/1905) Prod.: Pathé
LES TROIS PHASES DE LA LUNE (Francia/1905) Prod.: Pathé
Il primo programma di corti di cent’anni fa è incentrato sul tempo: dal movimento della macchina da presa (il treno – carrello ante-litteram, il panorama) al movimento all’interno del quadro.
Le scène à trucs dei brevi film di Segundo de Chomón (nella foto) per la Pathé sono incredibili: l’albergo miracoloso che "si ribella", bonario schiaffo al mito del lusso elettrico, e la "creazione", che altro non è che una pellicola girata al contrario. Interessanti gli sguardi su paesi altri, come la ferrovia svizzera o la navigazione sul Nilo. Gli ultimi tre sono invece uno spasso: un uomo chiuso in una valigia preda di due facchini imbranati, uno scherzo a base di colla ai danni di un uomo calvo, e una luna meliesiana che con le sue "fasi" sovrasta la decadenza di una tipica storia d’amore.
Ritrovati & restaurati
POPEYE THE SAILOR MEETS ALI BABA’S FORTY THIEVES (USA/1937) R.: Dave Fleischer. D.: 17′. V. inglese
IN OLD ARIZONA (USA/1928) R.: Irving Cummings e Raoul Walsh. D.: 95′. V. inglese
Il primo è un corto di Popeye contro un Bruto-Alì Babà: un quarto d’ora di trovate assurde nello splendore (davvero impressionante) del technicolor. Divertentissimo: e ve lo dice uno che Braccio di Ferro l’ha sempre odiato.
In old Arizona è invece (pare) il primo o uno dei primi western sonori. Ma al di là dell’ambientazione, è più che altro una commedia "triangolare" che finisce come un dramma delle passioni, ma senza mai perdere un sorriso ironico. Misogino, ancora molto condizionato dal muto (soprattutto nella recitazione) e stracolmo di allusioni sessuali non proprio sottilissime, ma senza dubbio divertente. Ottimo il restauro.
Ritrovati & restaurati
BRONENOSEC POTEMKIN (La corazzata Potemkin, URSS/1925) R.: Sergej Ejzenštejn. D.: 70’. Did. russe
Partitura originale di Edmund Meisel diretta dal Maestro Helmut Imig, eseguita dall’Orchestra del Teatro Comunale
Quella che si dice un’occasione unica: il celeberrimo film di Ejzenštejn nella cornice* del teatro del comune di Bologna. E il film è quello che è: un capolavoro. Tutto il quarto atto (sì, proprio quello della scalinata) possiede un’intensità ancora enorme, e i precedenti conservano una tensione incredibile. Altro che cagata pazzesca: bocca spalancata e cuore che batte. Merito anche (inutile negarlo) dell’ottima orchestra e della splendida partitura di Meisel, e del perfetto restauro: la copia più vicina all’originale che si possa concepire.
*mi si scusi per il luogo comune
queste da ICR sono (e saranno, almeno fino al 6) più tracce “mnemoniche” per me che per un ipotetico “lettore”. spero che si possano trovare comunque spunti interessanti.
kekkoz
uè, allora ci fai un link a uvstv?
noi l’abbiamo messo da un mese al tuo sito! siamo partners per il cinema ritrovato, o no?!?
buone visioni, enrico
per ora questo è il link, domani faccio un bottoncino che è pure di molto ma di molto divertente
UVSTV A “IL CINEMA RITROVATO”
kekkoz
come non detto, il bellissimo bottone all’altrettanto bella web-tv è ora qui sulla destra. credo.
kekkoz
Uffa, la corazzata potemkin era in contemporanea a Laurie Anderson una piazza più in là…
eh, life is made of priorities.
kekkoz
Il DVD della Corazzata Potemkin è una boiata pazzesca”. Fantozzi docet. Sono passati quasi trent’anni dal ”Secondo Tragico Fantozzi”, film nel quale Paolo Villaggio lanciava uno degli slogan, e una delle gag, più famose della storia del cinema italiano: quello della Corazzata Potemkin.
In occasione dell’uscita in formato digitale del capolavoro di Eisenstein, ho raggiunto il popolare attore al quale il film è indissolubilmente legato. Ma dopo tre decenni, il ”ragionier Fantozzi” ancora non ha digerito la visione della pellicola: ”Non si può dire, ma è un film noiosissimo. Uno dei momenti più emozionanti della mia vita è stato quando ho criticato la Corazzata davanti al pubblico di Mosca”.
Insomma, Paolo Villaggio non si pente, anzi: ”La Corazzata è un film di una noia mortale. Mi ricordo che quando ero giovane, era quasi obbligatorio vederlo. Soprattutto per noi di sinistra. Subivamo l’influenza culturale dell’Unione Sovietica, e c’erano due tabù assolutamente intoccabili: la Resistenza e, ancora di più, la superiorità culturale del cinema e della letteratura sovietica”. Descriviamo a Villaggio la nuova versione in formato digitale, che oltre al film integrale (50 minuti, non 12 bobine!), presenta un’interessante documentario di un’ora sul regista.
Ma Fantozzi non demorde: ”Il DVD? Lo compreranno in due – profetizza -, e se lo meriteranno! Anche in digitale rimane una boiata!”. Insomma, nonostante gli anni il ragionier Fantozzi non si pente delle sue parole. E ancora oggi rivedrebbe il film ”solo se costretto in ginocchio sui ceci”. Eppure, è proprio grazie a lui se il capolavoro, o presunto tale, di Sergej Ejzenstejn è diventato uno dei titoli più conosciuti in assoluto. L’emblema del cinema tanto impegnato quanto noioso. L’icona del film interminabile, lento e ”tragicamente” noioso.
E infatti, l’attore ricorda in modo drammatico la ”mostruosa” prima visione del film di Eisenstein, che divenne poi lo spunto per l’analoga proiezione fantozziana: ”La prima volta? Durante un cineforum a Genova. C’eravamo io, De Andrè, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione venne proiettata dopo appena dieci minuti dall’inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzò e dichiarò ‘questo è il più bel film di tutti i tempi!’. Noi del pubblico eravamo senza parole. Assolutamente attoniti. A quel punto, l’addetto alla proiezione si alzò e confessò di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lasciò prendere dal panico: ‘Bene, allora lo riguardiamo dall’inizio’. Fu un momento terribile”.
Ma è davvero così terribile il film di Ejzsenstejn? ”Non è il film in sé – spiega Villaggio – quanto il fatto che non si potesse dire niente contro il dictat culturale del partito. Quando in Fantozzi dissi che la Corazzata era una boiata pazzesca, attaccai proprio quel mondo. Per la prima volta da sinistra si levava una voce contro la santificazione di certi miti. Uno dei momenti più emozionanti della mia vita fu quando andai a presentare Fantozzi in Unione Sovietica. Allora si era in pieno regime Brezneviano. E quindi Staliniano. C’erano seimila persone ad ascoltarmi. Io mi alzai, e ripetei la frase del film. E appena dissi che la Corazzata era una boiata, si scatenò un inferno. Esplose l’entusiasmo. La gente scattò in piedi, mi applaudì davvero per decine di minuti. Travolsero le sedie, urlarono. Fu davvero commovente, uno dei momenti più belli della mia carriera”.
”La mia critica può sembrare paradossale, ma è proprio attraverso i paradossi che si possono attaccare quei mostri sacri intoccabili della cultura. Come i Promessi Sposi. Un libro noiosissimo. E ne so qualcosa, visto che sto vestendo i panni di Don Abbondio per la fiction Rai ”Renzo e Lucia”. Un curato il mio che spero molto diverso dalla versione ”ufficiale”. Insomma, chi glielo ha fatto fare a quella povera Lucia di tenersi un imbecille come Renzo? I capolavori della letteratura sono ben altri”.
Villaggio non rinuncia al sarcasmo e alla critica anche feroce. E non solo per quanto riguarda il cinema. Sotto accusa sono tutte le verità accettate passivamente, i totem intoccabili ”Kafka è molto meglio di Manzoni, ma non si può dire. E questo vale per tutto: dalla letteratura alla politica, dalla storia all’attualità insomma, il punto è diffidare sempre di tutto quanto è santificato e sacralizzato dalla cultura ufficiale
Come per esempio Villaggio ormai osannato da chiunque.
agghiacciante ^^
k.
odi braccio i ferro? perchè? spero per colpa di quell’orrida serie televisiva degli anni 80 o della serie a fumetti apocrifa italiana.
il popeye originale, quello di elzie c. segar è una delle sette meraviglie del mondo, tra i dieci fumetti di tutti i tempi. segar è stato uno dei più grandi umoristi di sempre, peccato sia morto giovanissimo.
lonchaney
sì, probabilmente è colpa delle vulgate, non lo so.
Come sempre interessante, e come sempre invidio le proposte culturali bolognesi. Ma forse le cose cambieranno…
Ciaoo Rob
mi raccomando, al cinema ritrovato non perdetevi THE UNHOLY THREE, uno dei capolavori della coppia tod browning- lon chaney, con una delle loro trame più deliranti e una delle più belle didascalie del cinema muto (bella snob questa frase, eh?)
lonchaney
p.s.: nel braccio di ferro originale gli spinaci non ci sono o quasi, tutt’un’altra cosa, insomma, e mooolto più cattivo!