The bottled fools (Gusha no bindume)
di Hiroki Yamaguchi, 2004
Conosciuto anche con il nome di Hellevator, The bottled fools è, sul modello di Cube, un horror claustrofobico e pessimista, con i personaggi rinchiusi in un ascensore per gran parte del film, ambientato in una società (del futuro? le risposte nel bellissimo finale troncato) che si sviluppa in verticale su qualche decina di piani. La protagonista, tanto per rimanere in casa manga, è una ragazzina in divisa con strani poteri telepatici e qualche shock familiar-omicida.
Palese, ma non del tutto interessata, metafora e satira della società giapponese, virata però in un intenso (e digitale, ben gestito) rosso sangue, il film, che si vorrebbe disturbante e caustico, è però abbastanza sterile, soprattutto nelle sue implicazioni ideologiche. Anche se è innegabile un certo talento cult-trash, e un fascino perverso, soprattutto quando ci si dà dentro con botte, fiotti di sangue e budella sparse sul pavimento.
Comunque una delusione, e abbastanza noiosetto. Evitabile, ma qualcosa, sotto sotto, c’è.
sarò anche “sul bagnasciuga”, ma oggi mi ha beccato una medusa. maledizione.
Vivi in un castello diroccato nella brughiera? Wow, questo sì che fa colpo sulle ragazze
beccano forte le meduse eh?
certo che un bresciano che studia a bologna che in ferie a finale ligure mi scrive la recensione di un deludente film giapponese..
claudio
Con questi colpi al cerchio e alla botte dimostri di non essere un nippofilo hardcore ^^
(grazie per gli auguri… e’ stato uno strano compleanno, devo dire. C’est la vie!)
vero: cerchiobottista! …come me…
lo avevo in programma di vedere nei prossimi giorni. Farò finta di non averti letto
grazie a tutti per i commenti, mi scuso se in questi giorni sono completamente assente sul mio (e nei commenti dei vostri) blog, ma, sapete, il mare…
baci a tutti, a domenica (forse).