Bangkok dangerous
di Danny e Oxide Pang, 1999
Per me che non avevo amato The eye, l’esordio thailandese dei Pang Brothers è stata davvero una bella sorpresa: la storia di due fratelli killer, uno ferito e incazzato con il mondo, l’altro sordomuto e gentile ma gran talento con la pistola. Entrambi con una donna da proteggere e un destino di morte scritto sul corpo. Un noir metropolitano "hongkonghese" in piena regola, in cui i Pang strizzano infatti l’occhio al miglior cinema della loro terra (permettendosi pure una trasferta omicida nell’ex-colonia) ma che non sfigura troppo al cospetto dei modelli, o almeno non sa di stantio o di ricalcatura.
I Pang dimostrano anzi di avere un talento, tecnico ma non solo, non indifferente: esagerano spesso in ideazione (come Kong che va a vendicare il fratello "accompagnato" dal fantasma di quest’ultimo) e in post-produzione (il montaggio, dei registi stessi, è complesso e stratificato), ma è forse questa assenza di "pudore" a rendere bella e/o interessante la loro opera prima: altrimenti, sequenze come quella citata – tra le più belle del film – oppure l’assurdo l’inseguimento "velocizzato" non risulterebbero così ben riuscite.
Così, Bangkok dangerous è sì un film barocco e videoclipparo, ipermontato e ipertrofico, e rumorosissimo – per quanto silenzioso come il suo protagonista – ma anche un film ricercato e curatissimo, nonché appassionante (dopo un po’ di necessaria carburazione) e disperatamente romantico. Gran bel finale.
Da molto tempo, il film è disponibile in dvd in Italia, in un’edizione più che dignitosa. Lo si trova pure a noleggio, basta un po’ di pazienza. Il doppiaggio italiano non l’ho nemmeno provato. Come al solito Gokachu ne aveva già parlato anni fa.
volevo aggiungere una postilla oscena su Premsinee Ratanasopha, poi mi sono trattenuto.