Festen
di Thomas Vinterberg, 1998

Un feroce e ironico attacco alle istituzioni borghesi, dove il compleanno di un industriale (per di più massone) diventa lo svelamento dei "segreti e bugie" nascosti sotto la facciata pulita delle occasioni mondane e familiari, e, con l’aiuto della lotta di classe (il figlio viene aiutato dall’intero staff dell’hotel dove si svolge il compleanno) diventa l’occasione per mostrare l’ipocrisia di una società che, anche di fronte ai traumi e ai delitti, non smette di mascherarsi con le risate false, le tradizioni svuotate di senso, i meschini balli di gruppo.

Lucidissimo e perturbante, il primo film prodotto sotto le ferree regole del "Dogma 95" di Lars Von Trier e soci (di cui qualche mese fa è stato decretato il funerale) è una "règle du jeu" senza peli sulla lingua che colpisce agli organi vitali: impossibile rimanere freddi durante il primo discorso del figlio al tavolo ("mio padre è una persona molto pulita, si lavava sempre").

Resta comunque l’ipotesi che il Dogma stesso, nella sua forma pura, non sia essenziale all’opera: Festen sarebbe stato un gran bel film anche senza l’esclusione della musica intradiegetica e dell’intervento postproduttivo? (Se lo chiede uno che il Dogma, come concetto, non l’ha mai sopportato, ed è quindi un giudizio di parte.) Ammetto però che in questo caso le "regole" aiutano a sottolineare il caos inesploso sotteso ai triti rituali della nostra società, e quindi per una volta sono ben accette.

Gran lavoro del fotografo Anthony Dot Mantle, uno che con il digitale (28 giorni dopo, Dogville) fa miracoli.

C’è pure un blog il cui titolo ha tratto ispirazione da questo film, peraltro più che meritevole di link. Buona lettura.

7 Thoughts on “

  1. faccio veramente fatica ad accostarmi ai film del Dogma95, ma in questo caso posso dirmi soddisfatto.

  2. Bella la recensione, il film non l’ho mai potuto sopportare… è vero, ritengo che festen sia il migliore dei film dogma (infinitamente superiore a qualsiasi film di von trier): un vero occhio critico e visionario, dei titoli di coda allucinanti… ma è il concetto stesso del dogma 95 che mi ripugna e, forse (ma è solo questione di opinioni), il film non avrebbe avuto la stessa attenzione se fosse stato girato in maniera tradizionale…

  3. la pensiamo allo stesso modo sul dogma. su festen magari no, ma mica poi tanto.

  4. Ma francamente, è tanto importante se segue o nons egue le regole di Dogma ’95, alla fine? Anche Rosetta le segue, ma non lo dice e nessuno s’impunta.

  5. utente anonimo on 5 ottobre 2005 at 21:17 said:

    kekko o gas guardate la posta please.

    lillo

  6. la ringrazio per avermi citato, oggi il mio ego è alle stelle.

  7. No Vinteberg non mi è mai piaciuto.

    E Festen l’ho trovato un po’ scontato e povero di idee. La critica borghese è un tema talmente trito che se non c’è un’idea che vada oltre lo sporco sotto la facciata non serve…

    Personalmente poi trovo che il Dogma abbia fatto più danni che altro. Se Von Trier (a chi piace a chi no) ne ha sfruttato le regole, il più delle volte piegandole alle sue esigenze, ma cmq in maniera efficace, la sua stessa esigenza ha autorizzato una serie di imitazioni e di esperimenti puramente dilettanteschi che si fregiavano del nome di film perchè erano in stile Dogma, mentre erano solo low budget senza idee.

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