Lord of war
di Andrew Niccol, 2005

(nota: lievissimi ma possibili spoiler)

"There are two types of tragedies in life. One is not getting what you want, the other is getting it."

Lord of war è il terzo film di Andrew Niccol, e dopo due pezzi da medaglia come Gattaca e S1m0ne era lecito aspettarsi un capitombolo, o almeno un passo falso. Quest’ultimo puntualmente arriva. Anche se Lord of war, da opera minore, molto minore, quale è, conserva più e più motivi d’interesse.

Prima di tutto, un film che tratti un argomento così scottante e decisivo per l’umanità, in modo così schierato ed esplicito, è comunque ben accetto. Nonostante Niccol si soffermi un po’ troppo sulle menate matrimoniali tra Cage e quel figone di Bridget Moynahan, senza badare troppo al nocciolo del problema, che va al di là delle imprese individuali dei trafficanti e si pone piuttosto su un piano politico internazionale. Ma nel finale tira un cambio di rotta – nel massacrante dialogo tra Cage e il magrissimo e compassato Ethan Hawke – che fa strabuzzare gli occhi per quanto è diretto al segno.

Finale – soprattutto successivo al dialogo – che stabilisce anche il secondo motivo di interesse: Lord of war è un film attaccato con i denti alla realtà, pur in una forma-romanzo. A una realtà in cui "il male trionfa sempre", e a una realtà in cui un proiettile ha un solo scopo nella vita. Quello di esplodere in testa a qualcuno, come nei titoli di testa, tra i più belli degli ultimi tempi, che fanno di un proiettile quello che Burton ha fatto con il cioccolato. Un raro caso di titolazione – una volta accadeva più spesso – che è anche una dichiarazione d’intenti, ed estremamente polemica.

Tutto bene. Peccato che il film non sia al livello di tutto questo. La prima parte è persino atroce: riassuntiva e tirata-via nella storia "carrieristica" di Orlov, melodrammatica ed enfatica nei rapporti tra i personaggi ma senza la capacità di gestirli con un dialogo adeguato. Le cose migliorano ingranando la terza, ma mai del tutto, mai fino a soddisfare. Il problema sono i rapporti familiari, slegati dal contesto, smielati, quasi ridicoli. Questo sì che spiace: perché Niccol è prima di tutto un grande sceneggiatore, e questa sceneggiatura, nonostante una marea di perle che ci si porta a casa contenti, non funziona.

Come non funziona la regia, troppo incerta sul da farsi, che abdica quindi imbarazzata allo script, e si rivela infine nuda e cruda. Niccol è ancora molto bravo a gestire gli oggetti negli spazi, a usare il formato panoramico, a usare gli attori (con Cage dev’essere una faticaccia), ma roba come il sogno nuit américaine con Ian Holm col buco in testa e la bambina che chiede "mi ricrescerà il braccio?" non gliela si può perdonare.

Almeno sul finale, come già accennato, si chiarifica ogni dubbio con la conferma di quel che rimane: il ritratto di un indefesso lavoratore, un vero "figlio di puttana americano" (anche se "importato": non hanno figli di puttana originali da quelle parti?), che rinuncia a tutto per il suo lavoro, perché non può far altro, non sa far altro che il suo lavoro, e che continuerà a farlo. Certo, sotto l’ala dei potenti, finché sulla terra non resteranno solo lui, i suoi colleghi, i potenti, i suoi "capi". E migliaia di milioni di bozzoli vuoti.

"You know who’s going to inherit the world? Arms dealers. Because everyone else is too busy killing each other."

12 Thoughts on “

  1. post in attesa:

  2. come sei prolifico in questi giorni..cmq bene che ti sei visto lord of war..così non andrò a vederlo io :)

  3. utente anonimo on 20 novembre 2005 at 23:36 said:

    Sembre bello come quel film di Sordi degli anni ’70, scottante attualità… davvero.

    Tony

  4. Ho letto quello che hai scritto nel tuo blog. Tu hai fatto un’analisi molto più attenta e quindi ciò che hai scritto ci può benissimo stare, ma credo tu sia stato troppo severo a giudicarne la sceneggiatura. Dopotutto, non essendo un documentario, è ovvio che ci fosse una storiella dietro (che tra l’altro, a me non è parsa niente male, molto meno banale di tante altre, mi viene in mente adesso ad esempio quella dietro alla Guerra dei Mondi). I rapporti familiari sono soltanto un contorno, inutili al fine della storia e anche quindi inutili da sviluppare.

  5. Kekkoz non e’ piu’ prolifico in questo periodo, semplicemente vede piu’ film ^^

  6. bella la locandina; Gattaca, poi, è terribile.

  7. no no, hai fatto bene: l’audio è in italiano, inglese e spagnolo. chissà perché, poi… (però c’è il finale alternativo!)

  8. @gol: volevo scriverlo, la locandina è uno spettacolo. e gattaca è terribilmente bello, ovviamente IMHO: http://giovanecinefilo.splinder.com/1082202685#1866881

    @asuka: perché? perché sono degli stronzi.

  9. utente anonimo on 21 novembre 2005 at 14:46 said:

    gattaca è bellissimo, questo è malriuscito. riuscirò a scriverne un post senza riciclare quello di kekkoz?

    Andrea

  10. Vi invito ufficialmente a sostenere la causa promossa da Blogmovie: BANDIAMO LE MULTISALE!

    http://www.blogmovie.splinder.com/1132580672#6355742

  11. utente anonimo on 22 novembre 2005 at 23:36 said:

    Ciao. Il tuo blog è bellussimo, il mio è una caccoletta al confronto?

    Ma davvero ti fai tutti quei festival? Beato te..io era a venezia quest’anno, forse eravamo ad una proiezione insieme!

    Comunque ho trovato il film con Niccol davvero mediocre.

    Quello di Shreiber non mi è dispiaciuto, ma con una prima parte così mi aspettavo molto di più.

  12. la sola cosa che si salva del film è la locandina in effetti

    l’ho pure sottolineato qui: http://xanadu.splinder.com/post/6258179

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