La marcia dei pinguini (La marche de l’empereur)
di Luc Jacquet, 2005
Nota: questo post si riferisce alla versione originale del film, recitata da Charles Berling, Romane Bohringer e Jules Sitruk. Non posso giudicare l’operato dell’edizione inglese narrata dal solo Morgan Freeman, né soprattutto quello dell’edizione italiana, affidata con scaltrezza all’altrove talentuoso showman Fiorello. C’è chi l’ha trovato sopportabile, chi insopportabile, e chi (come Alberto Crespi su FilmTv) ha addirittura – cosa concettualmente un po’ sconsiderata – tessuto le sue lodi, dichiarandola "la migliore delle tre edizioni". A voi spettatori il giudizio.
Dunque, è giunto da noi il film che, con gran sorpresa di tutti ha battuto (quasi) tutti i record di incassi, tra i documentari, nelle sale statunitensi. Una sorpresa soprattutto visto che si tratta di un film europeo, categoria spesso malvista dai grossi mercati nordamericani. Ben venga quindi il successo del documentario, che pur documentario, in senso canonico, non è. E’ piuttosto uno sguardo epico, avventuroso e romantico, più che scientifico ed esplicativo, su una della più belle tra le creature della natura.
Che non è per forza, nel dettaglio, quest’adorabile (e violento) skater-bird marciatore, ma che è l’istinto, che è il senso millenario di una ripetizione che va al di là della nostra concezione umana di attaccamento e di tradizione, e soprattutto al di là della nostra concezione ristretta del regno animale. La dimensione narrativa schietta è in realtà, alla fine, un bene, perché permette di immergersi con il cuore in una natura vergine, con una forza visiva (e quasi-visionaria) vigorosa, in cui la perseveranza e il sacrificio dei pinguini imperatori riescono, pur nei limiti di un lirismo un po’ furbetto e con una colonna sonora – di Emilie Simon – non orribile di per sè ma sbagliatissima, a impressionare e a commuovere.
Poi, insomma, con attori del genere, come si fa a sbagliare il film?
Nota2: veniamo a sapere da Jiro che Jacquet avrebbe disconosciuto la versione americana e – pare – quella italiana, dichiarando che quello "non è il suo film". Si attendono conferme o smentite.
Nota3: veniamo a sapere da Tremorvoid che, dopo le dichiarazioni di alcuni gruppi religiosi americani sulla "esaltazione dei valori tradizionali cristiani quali monogamia, famiglia e sacrificio", Jacquet avrebbe risposto ""veramente non c’è nessuna metafora, si tratta solo di pinguini".
Conclusione: Luc Jacquet ci è molto simpatico.
w i pinguini e i GNU
gnutella
Jacquet ha guadagnato lo status di eroe… ho letto i link che hai messo nel post, e ho fatto una brevissima ricerca: leggi qui
http://www.girodivite.it/Pinguini-gay-alle-primarie.html
Concordo… e beato te che l’hai potuto vedere in francese! quest’estate, a Parigi, sono stato pure tentato dal Dvd originale (in bellissima edizione), ma non aveva i sottotitoli in inglese…
Appena mi ricordo dove ho letto quello che ho scritto nel blog riportero l’autorevole fonte, altrimenti sembra che mi invento di tutto, in compenso il fatto che anche l’edizione italiana sia misconosciuta si basa unicamente sulla proprietà transitiva ed una mia deduzione.
Jiro
@Jerry di edizioni del dvd ne sono uscite ben 3, come per tanti film (Un Old boy a caso…), io ho avuto tra le mani quella a due dischi ma confesso che il secondo disco mi ha un po deluso, contiene sopratutto inserti riferiti ad un altro docufilm, se ricordo bene girano in contemporanea con La marche o almeno con le stesse ambientazioni che ho trovato noiosamente insopportabile.
jiro, posso dire che mi fido di te anche senza citare la fonte, in fondo la cosa è posta in modo suppositivo e quindi i teorici del giornalismo non dovrebbero venire a cibarsi delle mie carni.
Jerry: in base alla mia esperienza, i dvd francesi hanno sempre e solo sottotitoli in francese. Il che, per i non francofoni (per fortuna non è il mio caso, dissi io tirandomela un po’) è un peccato, vista la qualità e la varietà dei prodotti che hanno là.
Jacquet ha un altro fan da ora. Anche se ancora non ho visto il film.
allergic
Un film che non sarà facile dimenticare. Fiorello troppo invadente, distrae e disturba
mi trovo d’accordo con te come nella (quasi) stragrande maggioranza di ciò che scrivi…
perciò ti linko!
uscendo dal cinema ho detto: “vorrei prendere Fiorello e fargli vomitare quella roba biancastra in bocca da tutti quei pinguini”. Per il resto bello ^_O
Posso dire che Alberto Crespi scrive anche benino ma secondo me di cinema ne capisce persino meno di Natalia Aspesi e di Mariuccia Ciotta?
puoi dirlo, io di certo non mi offendo.
e non è cosa da poco, perché natalia aspesi è proprio basso come termine di paragone…
è gradevole, ma mi aspettavo di più..mi era piaciuto il doppio LA STORIA DEL CAMMELLO CHE PIANGE
non so il film ma i pinguini sono stupendi, non so se vince il film ma i pinguini vincono su tutto. Pinguinopower
sì cazzo, sììì, evviva i pinguini!!
(…)
dear kekkoz ti informo su un piccolo particolare: è altresì noto che il crespi alberto è facile a protagonismi, grandi proclami e amenità varie nell’ambiente quindi per attirare l’attenzione sarebbe capace di scrivere qualunque cosa. la regina pigra
ti informo inoltre che per filmare i pinguini da vicino jacquet ha messo al tappeto duecento uova, è scritto nel press book della lucky red. Nella recensione io ne ho fatto cenno. ma vedi un po’ che nessun altro ne ha parlato…. la regina pigra
se l’avessi saputo probabilmente l’avrei scritto, o forse no.
fiorello è insopportabile
e non lo dico perché sono prevenuto. la mia ragazza, che è straniera e non lo conosce, alla fine del film ha detto: il film mi è piaciuto molto, a parte la voce di quell’idiota…
Ben venga la dimensione narrativa. Abbiamo del resto bisogno di storie e di un filo conduttore. Non digerisco la dimensione buonista, la ricerca dei sentimenti e la semplificazione ostinata, laddove sarebbe stato meglio limitare commentini strappa-lacrime buoni solo per bambini e famiglie. Vero, Fiorello?
L’ho guardato un po’ col doppiaggio di fiorello ma poi ho mollato, scoprendo che sky aveva l’opzione per l’originale. La sequenza dell’attacco dell’uccello rapace è davvero sconvolgente per la sua “naturale” crudeltà.