Masters of horror, #1.06
Homecoming
di Joe Dante, 2005

Masters of horror sforna, quasi a metà stagione, quella che è e probabilmente resterà, la sua vetta. Il breve episodio di Joe Dante è infatti un film acuto, commovente, splendido, che da reminiscenze horror ormai classiche (gli zombi di Romero in prima linea) impartisce una lezione di cinema e di politica (e di politica al cinema) con le armi, a lui ben note, del sarcasmo e della satira.

Ferocemente eversivo e tremendamente divertente, Homecoming è un film sul presente e sull’orrore del presente, agghiacciante e sorridente al tempo stesso, un caustico pamphlet mascherato da cinema di genere, capace di dire cose giuste quanto elementari, pure con uno stile che usa il modo e il contesto (televisivo) in cui è inserito per per un attacco alla stessa forza conservatrice dei mass media, alla televisione e ai suoi linguaggi, alla blanda retorica che invade ormai la classe politica (e chi sta dietro – e chi sta davanti – agli schermi).

Dante si conferma ancora una volta come uno degli autori più intelligenti e innovativi tra i registi "postmoderni", capace di miscelare una visione ghignante e corrosiva della società americana con il dramma profondo dei sopravvissuti e dei caduti, provocando con intelligenza e toccando il cuore con sensibilità: lacrime a fiotti per la scena dello zombie accolto da una coperta e dall’amore paterno, mentre tutto intorno a loro c’è l’incomprensione e l’ignoranza, la paura e il cinismo dei politicanti, le tattiche elettorali, i campi di raccoglimento.

Un piccolo capolavoro di cui sentivamo il bisogno.

19 Thoughts on “

  1. quanto è bello stare davanti un’ora davanti a uno schermo bisbigliando, da solo, “che bello, che bello, che bello”?

  2. utente anonimo on 12 dicembre 2005 at 16:20 said:

    stasera allora bisbiglierò anche io, mi manca solo questo da vedere.

    “probabilmente resterà la sua vetta”? no, c’è ancora Miike, e sono parecchio fiducioso. L’ultima volta che ha fatto un mediometraggio gli è uscito piuttosto benino…

    Andrea

  3. vedremo. c’è anche carpenter.

    la guerra è aperta.

  4. Anche a me è piaciuto, ma ho forti dubbi che il pubblico di Torino l’abbia apprezzato per quello che è, e non soltanto per il “messaggio”…

    OT: da me ho ricapitolato tutto quello visto finora.

    (Violetta)

  5. Uhm, io ero a Torino ed ho apprezzato. E stento a credere che la marea di persone che c’era (un afila di due isolati che manco gli Uffizi) fosse tutta lì solo per il messaggio…

  6. Rizar: lo spero per loro.

  7. utente anonimo on 12 dicembre 2005 at 22:19 said:

    ti odio, ti odio, ti odio.

    Ciaoo Rob

  8. Informerò chi di dovere dell’esistenza di quest’ultimo Joe Dante.

  9. homecoming era il titolo di un lavoro digitale presentato a venezia61 che raccontava la vicenda di un ragazzo americano che partiva per la guerra in iraq. andava dallo psicologo (psicologo uomo) che gli faceva un pompino.

  10. eh si….si sentiva proprio il bisogno di un’altra puttanata di joe dante… forse per un pomeriggio di pioggia in cui non vale nemmeno la pena di alzarsi dal letto per rollarsi una canna… che esaltazione! che bello! che film! wow!!!! sono tutta eccitata… joe dante!!!! un’Autore!!!! ma perfavore….

  11. utente anonimo on 14 dicembre 2005 at 12:27 said:

    oi’ kekkoz! credo di aver identificato il tuo amico…forse…ora vedo..la prox volta cmq se passi avvisami!

    ciao

  12. utente anonimo on 14 dicembre 2005 at 12:28 said:

    ero Miagioia, ossia Noemi

  13. @anonima: a una che non sa usare l’apostrofo non rispondo nemmeno.

    @noemi: ok.

  14. e invece mi hai risposto lo stesso e con malcelata spocchia…

  15. utente anonimo on 14 dicembre 2005 at 20:39 said:

    Ma come si può parlar male di Dante??? Allibisco O_o

    Ciaoo Rob

  16. @rob: pure io allibisco.

    @anonima: il fatto che torni a vedere se ho risposto va a tuo svantaggio, ovviamente.

    non c’era “malcelata spocchia” (bah), ma incomprensione. se hai qualcosa contro joe dante, rendi esplicite le tue ragioni, ti apprezzeremo di più.

  17. beh…allibite pure… nulla contro joe dante, regista che in ogni caso solleva la mia simpatia da anni nei momenti di depressione. solo sentirne parlare in questi termini mi pare esagerato. le sue “puttanate” critiche da sempre nei confronti degli states sono piacevoli, con risvolti interessanti (da canna pomeridiana appunto…) ma nulla più… urlare al capolavoro di cui si sente il bisogno, seppur piccolo come dici tu, è un’opinione come un’altra: credo in generale a questi autori di bmovies vadano riconosciuti gli onori artigianali e poi… basta!!!! altrimenti rischi di fare la fine di nocturno che riempie una presunta rivista cinematografica di seghe mentali su presunti imperdibili masterpieces horror e low budget…tanto da dedicare uno speciale questo dicembre al cinepattone di boldi e de sica…ottanta pagine di nulla!!!

    indi…nulla contro joe dante, solo un po’ di provocazione (gratuita) per te e per i tuoi amici cinefili..ogni tanto sembra che possiedate solo voi “il verbo”…

  18. ecco, ora che hai reso esplicite le tue ragioni ti apprezzo di più. anche se ovviamente non sono d’accordo.

    la questione del “verbo” è già stata dibattuta più di quanto meritasse. la mia risposta/impressione/proposta è che nessuno pretende di avere il “verbo” in nessuno dei (cine)blog che io conosca, tantomeno io.

    noi ci si presenta, con le nostre opinioni. se uno/a vuole leggerle e seguirle, apprezzarle o discuterne educatamente, sta poi a lui/lei la scelta, ed è sempre ben accetta.

    se ci si “allibisce” come in questo caso è magari per toni anonimistici e poco educati (anche se solo per “provocazione”) a cui non siamo avvezzi. tutto qui.

    un saluto, e alla prossima.

  19. Non mi vergogno di dire che quest’opera mi ha fatto ridere ma soprattutto m’ha commosso, e commosso fino alle lacrime.

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