King Kong
di Peter Jackson, 2005

Cima dell’Empire State Building, prime luci del mattino. Kong, mastodontico gorilla portato nella grande mela dalla ybris di un regista senza scrupoli, è stato ferito a morte dagli spari degli aerei. Kong dà un’ultimo sguardo alla sua amata, biondissima, Ann Darrow. Il suo capo si china, gli occhi sono lucidi, il volto si appoggia per l’ultima volta al ferro del grattacielo, e il corpo cade. Poi, l’incontro con un amore normale – dopo una titubanza che sembra lo scoprimento di un tradimento – che ora sembra tanto mostruoso, e la battuta che tutti conosciamo. E’ stata la bella a uccidere la bestia. Ma che meraviglia.

E prima c’era il duello tra Kong, più Donkey che King, contro tre T-Rex, sulle liane. Allegra buffonata, ma che faceva venire la pelle d’oca. E prima ancora, l’incontro con un muro alto venti metri, dietro la nebbia, che terrorizza come e più di un horror. E prima ancora, prima di tutto, un balletto colorato e inusuale, con l’immagine di una città le cui devastazioni della depressione sono cancellate dalla voce di Al Jonson. Questo King Kong è davvero pieno di emozioni, di stimoli, di idee. Ripensiamoci, a Guillermin, e consideriamo quanto fosse difficile.

King Kong ha però un sacco e una sporta di problemi. Alcuni sono provocati dall’abbassamento del grandeur visionario del regista a canoni più appetibili e meramente spettacolari, come l’inseguimento con i brontosauri che, più imbranati non si può, si spiattellano l’uno sull’altro: che noia. O quei personaggi marginali – marinai, perlopiù – tagliati con l’accetta e che sembrano usciti da una carta spessa e porosa. Quella che "se ci appoggi la penna l’inchiostro si spande", come diceva Bisio. Altri, dalla sensazione di maniera: non ci garba il Jackson jacksoniano, quello fissato con i paesaggismi e con gli step-frame, che qui non c’entrano niente e non funzionano.

Però King kong è anche e soprattutto un film di tre ore che diverte, emoziona e conquista come quasi nessun altro film uscito quest’anno. Un film di tre ore che non vorresti finisse, tre ore che rivedresti il giorno dopo, o la sera stessa: hai detto niente. Un film che sa far convivere un modo ammiccante ("Fay è impegnata in un film con la Rko" – "Cooper, eh? Lo immaginavo") con un recupero quasi totale di un’avventura pura e splendidamente naif. Miracolo. Un film che dopo alcune banalità sa riprendersi, anche con artifici semplici: come quando la colonna sonora diventa cupa e terribile nella magnifica sequenza degli abissi della terra. Dove qualche personaggio di passaggio viene divorato da mostri – tra cui una specie che siamo convinti essere enormi cazzi coi denti.

Fossero solo queste cose, queste sensazioni a fior di pelle date dal recupero totale dell’esperienza del grande schermo – perché è qui, nello splendore della sala, l’unico posto dove il Kong può davvero diventare King – a rendere l’ultimo film di Jackson un baraccone grandissimo e bellissimo: ma la cosa che sorprende di più non è la passione virogosa, fantastica, visionaria dell’ex ciccione neozelandese, che pur piace. Le cose che funzionano meglio sono proprio quelle in cui chiunque altro sarebbe caduto. Altro che da un grattacielo, dalle nuvole. E cioè, i momenti intimi, le ironie comedy, le schermaglie amorose. La scena in cui Ann fa divertire Kong con le sue mossette da avanspettacolo è da vedere e rivedere, così come la commozione di quell’ultima scena, la prima che ho citato, che tira fuori persino una lacrima. Era l’ultima cosa che pensavamo di tirar fuori, una lacrima, quella sera.

Tacendo colpevolmente su un cast bizzarro e non del tutto ben confezionato, Naomi Watts ci regala invece una nuova definizione per il sostantivo perfezione.

28 Thoughts on “

  1. utente anonimo on 23 dicembre 2005 at 02:52 said:

    ma quale lacrima….io ne avrò tirate fuori almeno dieci!!!

    stranamente d’accordo con te sull’attrice……….(non capita spesso).

    Infine ribadisco….secondo me è ancora vivo l’adorabile scimmione!!

  2. sì, è vivo dentro di me.

    grrrrrr! roar!

    (ho mangiato pesante)

  3. a me è piaciuto solo in parte e l’ho trovato un po’ troppo lento – non è questione di durata ma proprio di scelte stilistiche. e a ogni nuovo step-frame mi veniva un’orticaria pazzesca.

    onestamente non sono riuscito a trovare veramente commovente alcuna scena, anche se quella della naomi che fa la circense era carina.

  4. E’ l’unico film quest’anno che mi ha fatto ridere/commuovere/schifare(i cazzi dentati erano veramente osceni)/esaltare/ecc ecc tutto insieme.

    E’ vero che Jackson non è più ciccione! Sarà che lavorare con Jack Black l’avrà fatto mettere in riga…

  5. Lo vedro’, anche se tre ore di KING KONG mi spaventano ( tre ore: manco fosse Amleto!! )Lo vedro’ se non altro per cercare di capire il perchè.Perchè un altro KING KONG, oggi, perchè?

    Nel frattempo, auguri, Kekkoz, buon natale buon anno

  6. D’accordo e grande film… aspettiamo i due seguiti… o forse è meglio di no… vista la bellezza del primo, sarebbe meglio fermarsi qui…

  7. utente anonimo on 23 dicembre 2005 at 12:34 said:

    i cazzi coi denti si chiamano Lamprede (lapmprey) esistono….più piccole naturalmente!!

    ciao

  8. sempre un piacere leggere le tue recensioni

  9. Non mi sono commosso.

    Rob senza cuore.

  10. @NoodlesD: condivido l’orticaria per gli step-frame. ma… lento?

    @jecke: però jack black è rimasto ciccione, vedi. strane cose, neh?

    @alpoisson: non lo so perché, ma un po’ forse lo so. comunque sono dell’idea che non esistano (o quasi) mostri sacri. e poi, qualcuno (luca sofri, per esempio) ci ha voluto vedere un messaggio “politico” adattato ai tempi. io non ne ho parlato, ma qualche spunto in merito ci sarebbe…

    @jerry: ci fermiamo volentieri anche noi. una cosa è l’omaggio, un’altra è la bestemmia.

    @anonimo/a: esistono i cazzi coi denti! ne voglio uno!

    @kush: ma grassie.

    @rob: sì, sei senza cuore. per di più, non ti è garbato Cronenberg. :-)

  11. utente anonimo on 23 dicembre 2005 at 14:47 said:

    ti sei dato ai post torrenziali. ma va bene così, almeno finchè continuiamo ad essere d’accordo ;)

    Andrea

  12. sì ma tu ti esalti troppo! giovanilistico!

    :-) ihih

    me lo vedo Andrea, arrampicato sulla Garisenda alle 4 del mattino, ubriaco…

  13. L’ho già detto (scritto), ma la Watts somiglia incredibilmente alla Kidman, ma recita come la Zellweger. Un po’ straniante e alla lunga va un po’ alle balle. Come il film.

    Rowena

  14. esagerato.

    Non so se ti occupi di cose di questo genere.

    Dovrei trovare/ inventare una frase che contenga i termini o i concetti di:

    Sogno, Insieme e Futuro.

    Insomma anche riferimenti cinefili vanno bene.

    E’ per una convention che devo organizzare a Roma.

    Vorrei evitare la retorica che come dire con questi tre termini uniti insieme è già nelle cose vischisa come miele.

    Magari a te che sei un cinefilo giovane e soprattutto errante ti viene qualche buona idea.

    In ogni caso Buon Natale e visto che ti è piaciuto così tanto sto Kong di Naomi Watts lo andrò a vedere.

    Rob.

  15. Anche a me il film è piaciuto molto, era da tanto che non piangevo così per un film, mi ha davvero commosso

  16. “Enormi cazzi coi denti” fa ancora ridere.

  17. si mi sembrava troppo stiracchiato spesso. troppi lunghi primi piani posati lì per fare autore, ma senza – almeno a me così è sembrato – una vera giustificazione ad essere. se non quella di ostentare un po’ di tempi da “autore”.

  18. d’accordo sugli step-frame e forse anche sui marinai, ma per il resto avercene di kolossal così…

  19. giusto! avercene! infatti io sono contentissimo!

  20. neanche una parolina su cuore di tenebra, però. quando è spuntato quel libro ho capito che jackson avrebbe potuto fare quel che avrebbe voluto.

    enormi cazzi coi denti è da antologia, ma anche più donkey che king non scherza, anzi forse la preferisco.

  21. “La scena in cui Ann fa divertire Kong con le sue mossette da avanspettacolo è da vedere e rivedere, così come la commozione di quell’ultima scena, la prima che ho citato, che tira fuori persino una lacrima. Era l’ultima cosa che pensavamo di tirar fuori, una lacrima, quella sera.”

    cito ogni singola parola. per il resto… leggi il commento che ho lasciato sul blog di antonio-noodles per sapere il mio parere sul film :P

  22. utente anonimo on 2 gennaio 2006 at 01:41 said:

    Scusate l’ignoranza: ma cosa essere “step frame”? Forse un tipo di rallenti? Comunque il film è grandioso anche nelle cose più pacchiane! Peccato la parte sulla nave, molto debole drammaturgicamente.

    Adieu

  23. utente anonimo on 2 gennaio 2006 at 20:19 said:

    riciclo il commento, che avevo postato nel topic sbagliato.

    alla fine mi è piaciuto King Kong, bello bello e con diverse idee inattese.

    rimane un senso di non necessarietà tipico dei remake, ma resta un rifacimento intelligente e ricchissimo.

    Grande l’incipit che sintetizza la depressione con un montaggio di sequenze di avanspettacolo. peccato però che il kong del 33 riassumesse la depressione con un’inquadratura…una mela ed una mano, folgorante!

    applausi a scena aperta per le sequenze in cui ann fa ridere kong, una trovata geniale che vale il film.

    Un’unica perplessità vera: perchè al posto di kong c’hanno messo una scimmia? qui Jackson, fallisce, perchè sembra non capire che kong era una creatura di puro cinema, esistente e immaginabile solo sui celluloide e non trasferibile a fumetti nè in nessun altro linguaggio, proprio come il marv di sin city era fumetto e basta, e al cinema si tramutava in qualcosa d’altro, di più posticcio. Kong è più vicino al cartoon che al cinema, epocale quanto e più di roger rabbit 60 anni dopo nell’accostare gli attori ad una creatura di puro immaginario.

    Il nuovo Kong digitale, la bestia, non il film, sorprende, è perfetto e spettacolare, ma nel suo inseguire il realismo perfetto non ricrea l’icona, non cambia l’immaginario collettivo, e non mi trafigge il cuore.

    lonchaney

  24. utente anonimo on 4 gennaio 2006 at 19:43 said:

    un’ultima osservazione spocchiosa sul doppiaggio: la traduzione della fondamentale frase finale, identica all’originale, è scazzata di brutto: the beauty and the beast è generalmente la bella e la bestia, ma beauty significa letteralmente bellezza. dire che la bella ha ucciso la bestia, invece di la bellezza ha sconfitto la bestia va contro il senso del film

    lonchaney

  25. bravo Kekko difendi la Watts *approva*

    Misato-san

  26. A me ha annoiato tantissimo. Ma tanto tanto. E’ difficile annoiare tanto con tutti quegli effetti speciali. E io in film come “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino non mi annoio.

    Quindi il mio (MIO) parere è che King Kong sia… una merda.

  27. Appena visto, con un orda di demoniaci bambini per nulla tenuti a bada da genitori scapestrati, buoni a nulla, assolutamente senza sensibilità alcuna per la povera arte cinematografica d’un certo livello.

    E nonostante l’incazzatura, anzi… la vera pulsione atavica verso l’uccisione incontrollata di gentaglia che non sa nemmeno scegliere un film per i propri bambini, ho trovato Jackson in ottima forma.

    Speriamo che il prossimo lavoro sia meno personale e pronto a fare un vero salto di qualità verso un film meno Kolossal, ma ancora più riflessivo!

    Yours

    MAURO

    PS: ma come CAZZO SI FA A PORTARE BAMBINI DI 4 ANNI A VEDERE UN FILM DI JACKSON CHE DURA TRE OREEEEE. GENITORI DI MMMMMM… io sarò di certo peggiore, farò errori imperdonabili.. ma queste mancanze di sensibilità proprio NO, PROPRIO NO!

    AAAAAAAHH COME SONO INCAZZATO!!!!! E scusate se mi sono contenuto con le parole…

  28. Ho letto i tuoi commenti sui film degli ultimi tempi e debbo dire che c’e’ una sorprendente comunanza di giudizio fra te e me..Scusa l’intrusione senza troppi convenevoli.Saluti Andrea

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