Match point
di Woody Allen, 2005
Se Match point è a tutti gli effetti una sorta di reprise di Crimini e misfatti, di cui riprende almeno un assunto narrativo e l’idea di fondo (tacciando chi aveva superficialmente parlato di un film "per nulla alleniano"), nel film del 1989 lo sguardo assolutamente pessimista sul genere umano era in qualche modo – relativamente – moderato dalla presenza di Woody. Non tanto quella più comica, ma quella del finale in cui il suo personaggio avvertiva la presenza del male e permetteva un’identificazione spettatoriale. Qui non più c’è spazio per niente del genere.
Un’altra storia di baratto tra la coscienza – là religiosa, qui laica – e la stabilità sociale non ha quindi più un controcampo nello sguardo stupito e tutto sommato allegro dell’Allen-attore. Che si chiama fuori, dietro la macchina e in platea, e ci chiama ad osservare questa storia di paura e desiderio così come lui ce la presenta: con una lucidità glaciale, antropologica e distaccata, ma nerissima, che ha il peso di un vero e sanissimo pugno nello stomaco, e che ricorda a tratti i thriller borghesi di Haneke e Chabrol.
Si aggiunga a ciò una scrittura perfetta, sia nei dialoghi – "brillanti" in senso molto diverso dal solito – che nella struttura (i mille presagi nella prima parte, i mille rimandi nella seconda), e una gestione dei tempi (suspence statica e dinamica), degli spazi profilmici (il dentro e il fuori, si usa dire) e linguistici (campo, controcampo, fuoricampo), e soprattutto della colonna sonora (lirica, non usata in modo "lirico" ma spesso in contrasto) che in lui poche volte era stata più accorta e precisa.
Match point riesce inoltre ad essere sia un film sulla menzogna sociale, i cui perni sono Chris e la sua doppia bugia, e quindi un altro ritratto impietoso delle "regole del gioco" della società, in cui due personaggi cercano di emergere smarcandosi dalla mediocrità che li caratterizzerà sempre perché "alieni" (un’americana e un irlandese) a meno di non trascinare nella loro carne quelle stesse menzogne di cui la società è fatta e su cui sopravvive, sia un film profondamente filosofico – anche se molto, forse troppo, esplicito – sulla sorte, sul caso, e sulla "fortuna", che trascina gli esseri umani tragicamente e "liricamente" verso un ordine e/o verso un capitombolo.
Un Allen inquietante e doloroso, matematico e a momenti magistrale, il suo film migliore da tanti anni a questa parte. Bentornato.
Condivido, anche se forse non è quel capolavoro annunciato da ogni parte..
Ma quanta elegante cattiveria nel ritratto dell’atroce famiglia altoborghese ( altro che i nevrotici intellettuali in quel di ney york) e quanto humour nelle scene di sesso tra J.R.Meyers e la Johnasson.E quest’ultima regge benissimo la metamorfosi da femme fatale a commessa frustrata da fotoromanzo, non credi? alpoisson
sì, mi spiace non aver parlato degli attori. Meyers ha quella faccia lì e vabbè, ma è adattissimo e tiene bene, soprattutto nelle sfumature.
la johansson invece è una rivelazione (col cavolo, ci avevamo già visto bene).
dialoghi non cosi ben risuciti per severgnini e altri..e in effetti se ci si fa attenzione.. ma in ogni caso il film funziona, eccome..
Io di Servergnini non mi fido, e ormai stento a credere alle recensioni “ufficiali” che leggo. Molto meglio leggere i bloggers, davvero.
Interessante come J. Rhys-Meyers sia il primo protagonista alleniano in, quanti? azzardo?, dieci anni a non essere per nulla ricalcato sul “modello Allen” (come personaggio e come recitazione).
Il film in generale mi ha convinto meno di te, ma è comunque un modo non stupido di investire un par d’orette.
(Violetta)
Il 2006 è iniziato con una bella triade: Lady Vendetta, Match Point e Saw II (no, non linciatemi!)… manca solo la visione di The new world… Jonathan Rhys-Meyers è assai perfetto, nella sua compostezza “alta” ricorda il Bale di American Psycho… e poi stento a dimentare la sua interpretazione nel capolavoro haynesiano Velvet Goldmine…
Esatta, tra l’altro, la sottolineatura kekkoziana del rigore matematico mostrato da Allen… quasi quasi un teorema della morale…
Le arie liriche (di)mostrano per contrasto carsicamente ironico l’impossibilità del melodramma in un mondo in cui la passione è solo un pericoloso accidente,da rimuovere come polvere sotto un tappeto.Woody non è mai stato così duro e così sexy.La sua regia una fredda implacabile seduzione. UnoDiPassaggio.
vado, vado. sto andando. ci vado stasera, giuro. xhara
Non mi è affatto dispiaciuto. Ma non emozionatevi: a giudicare dalla trama di Scoop, Woody si/ci prepara ad altri tre secoli di filmetti insulsi (ovviamente si spera il contrario, ma ne dubito)
Ah, comunque date un’occhiata a questo sondaggio che il sottoscritto ha promosso.
Vi leggo abbastanza spesso e sinceramente non capisco questo coro di plausi per un film del genere. Woody Allen non ne azzecca uno da “Criminali da Strapazzo” (che era comunque una bagattella) e Hollywood Ending era niente di più di un divertissment.
Ma veniamo al film in questione: un moloch pesante e informe. La riflessione alla base è di una pedanteria stucchevole, di una superficialità disarmante (e vi mette anche Delitto e Castigo in bella mostra all’inizio giusto per instradare i più…).
Allen fuori Manhattan è un pesce fuor d’acqua: le location scelte a Londra sono banalissime. L’intreccio è tirato per i capelli (vogliamo parlare di fortuna nella vita, OK, ma non giungiamo al paradosso di buttare le prove del delitto sotto il Tower Bridge in pieno centro a Londra… Ma sù…).
La recitazione è bassissima (Scarlett non convince per nulla: il suo essere femme fatale è terra terra…), si salva solo il congnato dandy abbastanza credibile. Il commento musicale aggiunge superficialità a superficialità (dove il coro greco ne La dea dell’amore era un contraltare credibile, qui i movimenti dell’opera sono solo stucchevoli).
Lo dice un (grande) estimatore di Allen: questo è già una delle delusione cinematografiche del 2006.
Penoso.Possibile che sia piaciuto così tanto a tutti???
@darkripper: la risposta è senza dubbio match point. il peggiore lo scorpione. ho votato, comunque.
@anonimo: “vi leggo” era riferito a me al plurale o ai cinebloggers in generale?
comunque ben vengano critiche, anche ad un film – a mio parere – difficilmente attaccabile come questo. de gustibus.
(quando siete anonimi, inventatevi una firma)
allen in fase match point e sudditanza alle suggestioni intellettual-europee, con detestabile ricalco da hitchcock e pavido come non mai (nonostante le tematiche profonde e bellissime della colpa e del binomio talento/fortuna) mi ha affondata nella noia più truce. sacrosane opinioni e sacrosante argomentazioni. ma che noia, noia noia. Non azzecca un film da harry a pezzi. Lo dico con dolore.
un caro saluto.
la regina pigra
devo ancora vederlo (soffro… non posso guidare ergo niente cinema… T_T), ma “quella faccia li’” QUALE?
(oh, Velvet, lode a chi l’ha citato *_*)
Misato-san
a me poi i film di woody allen sono piaciuti quasi tutti, anche quelli che si dice siano proprio brutti. in questo c’è sj, e quindi ero già assolutamente tranquillo di non sprecare soldi nel biglietto. dopo questa recensione scalpito per non riuscire ancora a collocarlo in agenda.
[ot: riguardo al mio commento in connection sull'aggiornamento dei voti, ho letto il tuo chi si accontenta gode e volevo dirti che mi dispiace se ti sono sembrato palloso e se mi sono permesso di fare tutto quell'elenco. è che quasi nessuno controlla i suoi post e questo va a scapito del divertimento di tutti e allora mi dispiaceva vedere che tu che sei molto attento dalla connection eri passato ma non avevi notato i voti già inseriti (dei miei ce n'era uno su quattro, quindi non lo dicevo esclusivamente per me). ancora scusa per una maleducazione credimi non intenzionale].
lo so, che nessuno controlla i suoi post. altrimenti non si spiegherebbe perché io aggiunga voti ai post altrui almeno una volta al giorno.
bisogna solo pazientare, e accontentarsi del fatto che stia ancora in piedi. siamo in tanti, e non sempre uno si sveglia con la voglia di lavare il bucato degli altri.
Ma infatti da quando si è passati ad haloscan vedere le nuove aggiunte dovrebbe essere immediato per chi ne ha la password, mentre non lo è affatto per gli autori dei post.
comunque vedi per the new world sto ancora pazientando. mi chiedo se quando i voti devo inserirli io gli altri pazientinon così tanto. ma non perchè sono più bravo o più attento, solo perchè so che a forza di pazientare girano le scatole.
su clos, buono buonino.
il tuo voto è online, nervosetto d’un faentino!
tra l’altro a faenza se non ce l’hanno stanno senza.
stronzate.
ahahah! ^^
non pensate che ci sia di più oltre la trama? io l’ho apprezzato molto, mi ha ricordato Chabrol: una leggerezza classicheggiante che non muore in luoghi comuni. un bel far cinema, piuttosto che un’idea più o meno geniale.
e poi forse… lo rivedo e ci penso ancora.
Chiaretta
io ho parlato solo della trama e dell’idea? davvero? me ne scuso, se è così. ^^
la parte che mi ha colpito di più è quella in cui Chris, dopo aver incontrato i fantasmi delle sue vittime, si augura di essere preso.
se esiste la giustizia forse può esistere anche un significato all’esistenza, dice qualcosa del genere.
Kekkoz, non so quanto possa interessarti… anche io ho detto la mia sul mio blog.
http://smeerch.splinder.com/1137814726#6918137
Non sono molto d’accordo con questo tuo post.
oh-oh…
caro giovanecinefilo, forse mi sono fatta prendere dagli altri commenti, quando ho pensato di scrivere il mio, perché ora rileggendo, mi spiace proprio che tu mi abbia intesa così. ti dirò, anzi, che la tua recensione mi è piaciuta -e così tutto il tuo blog- proprio perché vi ho trovato un’analisi finalmente non solo narrativa. e ora sei nei miei preferiti!
ciao giovane cinefilo…il tuo blog è molto interessante. Anche io scrivo recensioni e adoro il cinema. Ne guardo un sacco…purtroppo non aggiorno spessissimo il mio blog, perchè sn piena di esami…però, se ti va visita my blog…abbiamo in parte gli stessi gusti…lady vendetta è bellissimo… p.c.wook è un grande!!! Tornerò presto a trovarti. Baciotto Ria
il paragone ai thriller “freddi” di Haneke e Chabrol mi piace assai (e fa il paio con la generica tendenza “europea” del cinema di Woody).
ancora prima di vederlo mi dava l’impressione che le critiche dei più della “non-allenicità” del film fosse solo una svista. Match point è woody allen al 100%.
NO, MATCH POINT NO PER FAVORE…IO L’HO TROVATO STUPIDO, FIN DA QUANDO SCARLETT CONOSCE RHYS MEYERS E SI SCAMBIANO BATTUTE TRISTI DEL TIPO”CHE LABBRA SENSUALI!!” E POI LUI LE INSEGNA A GIOCARE A PING PONG ECC ecc in una serie di banali7tristi flirt,,,,,TRISTE SCENA DI SESSO NEI CAMPI SOTTO UN’INEVITABILE DILUVIO…..POCO DIVERTENTE LA FIGURA DEL POLIZIOTTO STOLTO.,….QUeSTO FILM MI HA FATTO PENSARE CON MALINCONIA CHE L’ALLEN DI UNA VOLTA NON TORNERà MAI PIù,,,,(e ve bene… ma allora si fermi e non intacchi la memoria deglia splendidi passati film…)
gulp!
(la netiquette è una materia alquanto sottovalutata)