Me and you and everyone we know
di Miranda July, 2005

Non lo posso negare, che il primo film di Miranda "July" Grossinger, artista-a-tutto-tondo, videomaker che ce l’ha fatta, è stato ad un passo dal sorprendermi, ad un passo dal commuovermi, ad un passo dal piacermi davvero. Come non posso negare che quell’incipit genialoide, la mano in fiamme sbattuta al ralenti sul prato davanti a casa, mi avesse fatto sperare in meglio. Non in un miracolo, ma almeno di non dover staccare i miei testicoli da terra alla fine del film.

Perché MAYAEWK (è un acronimo, ma sembra una parola ewok) sembra un film di Todd Solondz senza tutto ciò che rende più prezioso del cinema di Solondz: i disgustosi mostri della periferia americana diventano gli amabili mostriciattoli della provincia americana, l’impossibilità amorosa diventa negligenza amorosa, la coralità funziona ma annega nei leziosismi, eccetera. Il tutto ha un tale sapore di frustrazione intellettuale (apparentemente, perché la July è una videomaker che ce l’ha fatta) che persino le piccole reiezioni e le montate ma innocue provocazioni sessuo-sociali sembrano robetta da rivista da tavolo, o da banchi del liceo artistico.

Ciò nonostante, la July ce l’ha fatta per qualche ragione. Così, come non si può nascondere quanto detto finora solo perché sundance dixit, lo è anche la capacità incredibile dell’autrice di costruire piccoli, intimi e bellissimi quadretti, di poesia quasi imbarazzante. Come la sequenza della gara di fellatio, o la passeggiata che diventa una pessimista metafora della vita amorosa, oppure il dolcissimo incontro tra il piccolo Brandon Ratcliff e l’intellettuale – appunto – frustrata Tracy Wright. La giovane vermontina ha però talento compositivo più che talento registico: saremmo curiosi di vedere le sue idee in mano a braccia più consapevoli, correndo però il rischio di ripetere quell’innominabile porcata di Wayne Wang da lei co-scritta qualche anno fa.

Comunque, al di sopra di tutto, di ciò che è riuscito e ciò che è meno riuscito, che lo si voglia o no, c’è solo e unicamente l’ego indie, sbarazzino e molto molto trendy di Miranda July. Una videomaker che ce l’ha fatta e che ce lo sbatte in faccia. Ci mette pure dentro le sue opere, innescando meccanismi metalinguistici interessanti ma che non possono non irritare lo spettatore medio che non passa i suoi pomeriggi al MoMA. Senza nulla togliere al MoMA. La July è introversa, gracile, arty, occhioniblu, e ancora introversa. Insopportabile: se mi date una torre la butto giù.

14 Thoughts on “

  1. Ma guarda, è incredibile. Ho finito di vederlo DUE minuti fa e son venuto qui (convinto che tu l’avessi già visto) per vedere cosa ne avevi scritto a suo tempo. E PAM, trovo un post nuovo nuovo proprio su questo film! Che cosa carinamente geek: se la July mi vedeva, ci faceva un episodio del suo film.

  2. chiamala, che lei ci monta su il suo prossimo film.

    però il tuo personaggio deve fare qualcosa di amabilmente scorretto, tipo che so, bere la propria piscia come hobby.

    (nel frattempo ho giustificato il testo arrancando sui CSS. come vi sembra? sono sempre in tempo a rimetterlo come pria)

  3. Ma perché proprio il mio personaggio?

  4. perché il mio sarà intento ad accendersi scoregge.

  5. oh meno male, cominciavo a pensare che ci fossero solo quelli a cui è piaciuto tantissimo e quelli che sono usciti bestemmiando i morti. mi sentivo un po’ solo prima di questa recensione.

  6. Il mio personaggio sarà invece intento a googlare ossessivamente il nome e cognome del proprio fidanzatino/a delle elementari. Con vent’anni di ritardo. Fiuuuuuuuu.

  7. > (nel frattempo ho giustificato il testo arrancando sui CSS. come vi sembra? sono sempre in tempo a rimetterlo come pria)

    ah ecco cos’è che mi sembrava cambiato nel tuo blog! minchi ho un occhio di lince proprio! -_-”

    il film non sono ancora riuscito a vederlo, ma è la prima volta che sento pareri… d’insoddisfazione. altrove mi era sembrato di capire che fosse un very interesting indie film :P

  8. utente anonimo on 8 marzo 2006 at 23:57 said:

    giusto. recensione assai più precisa della mia, che ben esplicita il mio pensiero sul film-acronimo.

    (non è un tentativo di riconciliazione dopo l’acceso dibattito su friday prejudice)

    vannij

  9. a me è piaciuto…e mi sono innamorato di Miranda, capace di mostrare senza vergogna tutta l’inutilità insita nell’essere artista oggi…di fronte a un pubblico ormai in apnea perenne…w Doom e w V for Vendetta…sei troppo mainstream snob, m’incensi Orgoglio e Pregiudizio e rimani stizzito per Miranda…a quando l’innalzamento della Pantera Rosa? che non ho visto e non ho intenzione di vedere neanche da lontano…Kaustik

  10. io sono troppo mainstream snob? ahahah!

    ma smettiamola.

  11. utente anonimo on 15 marzo 2006 at 17:12 said:

    i miei omaggi! la recensione più acuta e precisa che abbia letto in rete su questo film irritante.

    Solondz, non solo in Happiness,è sinceramente cattivo. E mai compiaciuto. E si muove su un equilibrio sottile, che rende accettabili perfino i momenti piu’ grossolani delle sue storie (come anche Ozon in Sitcom per esempio).

    La July in ogni istante anche delicato del film (incontro tra bambino e gallerista frustrata) spara un commento sonoro totalmente furbo che mi ha distolto da ogni possibilità di commozione. Inoltre trova provocatorio e adorabile chiudersi in macchina pronunciando queste parole “affanculo tutti, affanculo i vecchietti, affanculo i bambini!” …….

  12. utente anonimo on 15 marzo 2006 at 19:42 said:

    Fuck me! Fuck you! Fuck everything! Non è né provocatorio, né adorabile. Solo liberatorio.

    Exrottadicollo

  13. utente anonimo on 19 marzo 2006 at 13:07 said:

    pienamente d’accordo con la tua analisi.

    redmond

  14. dai, ragazzi non siate spietati con questo film. Per me ha un proprio respiro vivificante.

    ))>

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