The weather man
di Gore Verbinski, 2005

"That was refreshing. I’m refreshed. I’m refreshing."

Gore Verbinski, lo si è scritto altrove, è un regista eccezionale. Non perché i suoi film siano eccezionali, ma perché possiede doti di versatilità e intelligenza rare nel cinema americano più "mainstream", doti preziose che hanno portato a piccoli miracoli come "rendere piacevole e spassoso un film prodotto da Bruckheimer", oppure "fare di un remake modaiolo di un horror giapponese un film quasi all’altezza dell’originale".

Dopo aver applicato la sua mestieranza in casa Disney, e in procinto di farlo ancora per due – inevitabili – volte, Verbinski si prende una pausa, e sceglie di dirigere un film piccolo e bizzarro, relativamente "autoriale" rispetto agli altri suoi lavori, in ogni caso un film che cerca di allontanarsi dai canoni del cinema statunitense proponendo una formula e una "forma" abbastanza inusuale, ma che può ricordare – vagamente - il Mendes di American beauty. Il problema è che, per quanto il progetto sia ammirevole e ben scritto, e per quanto Verbinski sia ancora professionale nella messa in scena, il film sbraca clamorosamente.

Non si capisce nemmeno perché: è forse una questione di armonie mancate, o di alchimie sbagliate. Perché, a raccontarlo, The weather man è bellissimo. Ma a guardarlo lo è un po’ meno. Si cerca di parlare delle pieghe della quotidianità, del rapporto tra padri e figli, dei successi e dei compromessi, dell’impossibile lotta contro la propria mediocrità, della visibilità e dei media, buttando sul calderone fumante una quantità indefinita di stimoli che mal si combaciano con la glaciale e cinica messa in scena e con l’effettiva portata narrativa – in secondo piano rispetto ad una forma lucidissima e matematica.

Perché Verbinski, forse soffocato da eccessive ambizioni o forse semplicemente annoiato, con un malefico effetto-Mendes cerca in tutti i modi l’inquadratura giusta: non sempre sfugge dai manierismi. Ma riesce comunque per il rotto della cuffia a confezionare un film interessante e intelligente, anche perché capace di dire qualcosa sulla quotidianità che non ci si aspettava di sentire, e di toccare pure qualche corda, proprio perché quel qualcosa è dolorosamente vero. Chiaro, può far persino incazzare, ma "la verità ti fa male, lo sai".

Fornito del peggior look mai affibiatogli dai tempi di Peggy Sue, Cage si arrabatta come può, ed è credibile solo a lampi: viene schiacciato rumorosamente da un solo paio d’occhiate lucide di Michael Caine.

"In this shit life, you have to chuck some things."

28 Thoughts on “

  1. concordo…anche se a me Cage piace un botto…sempre…non gli avrei affibiato “effetto-Mendes” circa American Beauty, dato che quel film mi ha fatto piuttosto cagare e Weather Man è cento volte meglio, però concordo…

  2. utente anonimo on 10 marzo 2006 at 20:14 said:

    Un po’ di manierismo c’è, ma l’alchimia riesce. Sa di amaro. Bello. Qualcosa resterà (a differenza di Truman Capote, che per fortuna non ha vinto).

    Exalbertine

  3. Dopo papà Sutherland in “Orgoglio e pregiudizio” i grandi vecchi come Caine ci dimostrano sulle schermo quanto sappiano rendersi protagonisti con un paio di occhi grondanti.

    Mi è piaciuta l’eterna amarezza presente in tutto il film che viene rotta solo dall’incanto del sogno americano, giustamente rappresentato da un irreale Spongebob.

  4. dunque. sottoscrivo al 100% il parere di giordano e comunico al (non più) gggiovane kekkoz che questo filmetto mi è piaciuto davvero parecchio. mendessate comprese…

    [lo so che mi detesti, giordano, ma non è certo colpa mia se hai scritto un commento bellissimo]

  5. Perché dovrei detestare chi mi fa un complimento.

    Ma, soprattutto, chi apprezza un film che a me è piaciuto.

  6. sempre sottolineando che questa NON è una stroncatura, ragazzuoli, che vi devo dire, lo rivedrò. un po’ avrei anche voglia, di rivederlo senza tanti condizionamenti. e anche in generale. saranno i vostri commenti?

    e comunque di fianco a Walk The Line (visto stasera), The Weather Man ci fa un figurone, e recupera punti in volata. ^^

  7. utente anonimo on 11 marzo 2006 at 18:38 said:

    kekone come ti ho già detto, nn sono daccordo. Posso concordare con qualche sbavatura determinata da un manierismo singolare, ma non credo che il progetto fallisca. Al di là del contesto e delle inquadrature èun film che esprime un concetto ben riassunto nelle parole di Caine: Faicle non rientra nel vocabolario degli adulti, e cioè sulla complessità dell’essere genitori e figli nella società contemporanea, una complessità fatta di scelte e di presunte libertà con la “consapevolezza” e la “rassegnazione” che spesso ci sia sempre “un’altra persona” (e mi riferisco alla moglie, al futuro sposo e al grande nonno) a mettere a posto i cocci. Allora questo film forse vuole dirci una cosa: che non è facile ricominciare, ma facile non è contemplato nel vocabolario degli adulti.

    lillo

  8. lillone, lo ripeto ancora, tutto sommato il progetto non fallisce, semmai non è all’altezza delle sue potenzialità: ma è una questione soggettiva, e comunque il “suff.” se lo porta a casa.

    mi spiace soprattutto che quel “sbraca clamorosamente” sia stato interpretato come un “fallisce clamorosamente”. credevo di essere riuscito, nonostante la – innegabile ma parziale – delusione, ad aver sottolineato i molti pregi del film (per esempio, il penultimo paragrafo: lì sembra che si vada d’accordo, io e te).

    comunque grazie del bel commento. dovresti aprire un c***o di cineblog.

  9. Un film che non decolla mai. Semplice!

    Passerà inosservato perchè sciapetto e privo di prospettive.

    D’accordo con kekkoz. Ma non voglio die che faccia proprio schifo, per carità…

  10. beh, walk the line è una merda…un vergogna…e scusate i francesismi…

  11. @ponchprod: sempre delicato tu eh? un principe delle mezze misure! ^^

    ne parlerò oggi, comunque.

  12. …è che quando si fanno le cose male mi sento preso in giro…soprattutto quando vedo che facendo le cose male si viene premiati: vedi Walk the Line, vedi Crash…mi vengono i brividi e mi sale la rabbia…e proietto questo modo di fare e di accettare le cose fatte male (giustificarle, in qualche modo) sulla contemporaneità in genere (Berlusconi, i fondamentalismi, c.so buenos aires, ecc.) e mi sale l’amarezza e l’impotenza…si, insomma, me la prendo un po’ troppo…però quando vedo qualcosa fatto veramente bene e con intelligenza, e che ha un suo perchè (V for Vendetta, Brokeback Mountain, questo blog, ecc) mi ritorna un po’ di fiducia,,,

  13. ma che carino. :-)

  14. utente anonimo on 13 marzo 2006 at 12:56 said:

    Forse è il momento di cominciare a convincersi che Verbinski è solo un regista mediocre? In fondo cosa ha fatto? A partire da quella merda di The Mexican?

  15. @anonimo: beh, io The Mexican non l’ho visto, per il resto basterebbe leggere il post, anche solo il primo paragrafo.

  16. The Mexican, a quanto ricordo, era un passo falso.

    Ma per il resto a me Verbinski piace, e anche parecchio.

  17. utente anonimo on 14 marzo 2006 at 18:58 said:

    Verbinski non ha personalità.

    The Mexican non è neanche un film, oserei dire…

    Passi The Ring, anche se continuo a non capire a cosa serva, ma La maledizione della prima luna è il trionfo dell’impersonalità…non un’idea visiva, , non un guizzo…che ppalle.

    e dire che gli spunti c’erano.

    Di Bruckheimer preferisco la sublime maraglieria di Con Air.

    Weather man? non visto, vi saprò dire, ma non mi sembra il caso di mettere sul piedistallo i mediocri.

    Se proprio bisogna esaltare un regista Proteo, allora il nostro uomo è Ang Lee, che forse è qualcosa di più di un artigiano…

    Lonchaney

  18. “la sublime maraglieria di Con Air”

    Lon!

    Ang Lee è senza dubbio qualcosa di più che un artigiano. sfondi una porta aperta, qui.

  19. utente anonimo on 15 marzo 2006 at 14:30 said:

    de gustibus.lillo

  20. utente anonimo on 15 marzo 2006 at 18:37 said:

    ma vuoi mettere? tutti gli attori di Con Air gigioneggiano oltremisura e ammiccano, mentre nicholas cage, serissimo e incurante del cazzeggio che lo circonda, corre al ralenti in canotta e con i capelli lunghi al vento.

    oh, fantastico! quanto mi sono divertito all’epoca…

    …e sublime maraglieria è un gran slogan, lo devi ammettere!

    lonchaney spettatore tamarro

  21. utente anonimo on 16 marzo 2006 at 20:08 said:

    Visto oggi.Parte delle tue riserve sono condivisibili ma l’effetto finale è , per quanto mi riguarda, di sottile fascinazione e non solo per le preziosità della regia ( mendes non ce lo vedo proprio) e in definitiva in questo inetto del Duemila in occidente mi posso riconoscere senza sforzo

    alpoisson

  22. utente anonimo on 17 marzo 2006 at 18:28 said:

    Ang lee…chi?

    The Mexican….chi?

    The Ring chi…?

    La maledizione della prima luna…cosa?

    Bruckheimer chi…?

    Weather man?

    film..?

    arte…?

    ha ha ha ha

    La mente che cancella

  23. ah ah che risate

    (mah)

  24. utente anonimo on 21 marzo 2006 at 13:47 said:

    chi cancella la mente che cancella?

    perfavoreeee

    lonchaney

  25. utente anonimo on 28 marzo 2006 at 21:10 said:

    scusa ponchprod forse ho capito male (o almeno spero) V for Vendetta tu lo chiami un buon film?

    No davvero mi sa che ho capito male…

    margie

  26. pure io, se è per quello. anche più che buono, se è per quello. ci ho scritto pure un post, se è per quello.

    (l’alunna è disattenta)

  27. utente anonimo on 28 marzo 2006 at 21:24 said:

    vero. l’alunna non sta studiando granchè in questo periodo. allora vado a leggere. sono davvero curiosa perchè io con tutta la buona volontà non sono riuscita ad apprezzarlo.

    poi ti dico

    margie

    quando recensione de il caimano?

  28. beh, disattenta ma dai riflessi pronti, vedo! ^^

    (ti avverto che ne ho parlato MOLTO bene, eh…)

    Il Caimano inizia alle 22:30. quindi suppongo di produrre un postarello domani, entro l’ora di pranzo.

    qui sas.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

You can add images to your comment by clicking here.

Post Navigation