L’incubo di Darwin (Darwin’s nightmare)
di Hubert Sauper, 2004
L’ultimo formidabile film del documentarista tirolese è sia una conferma, dopo quanto se n’è parlato e per tutti i premi che ha vinto in giro per il mondo, sia una sorpresa. Perché sviluppandosi da un dato "interessante", che sembra quasi la "curiosità" che molti spettatori cercano svogliatamente in un documentario (ovvero la presenza nel Victoria Lake di un pesce estraneo che si è mangiato l’intera fauna locale), si autoalimenta con un meccanismo quasi inconscio diventando infine qualcosa di molto diverso. E molto più doloroso.
Diventa insomma un ritratto a tutto tondo dei rapporti tra l’occidente capitalista e il sud del mondo, un affresco nerissimo, come poche volte ci è stato concesso nel passato prossimo, che ci parla di ragazzi che sniffano pesce bruciato sulle spiagge, di bambini che si picchiano per un pugno di riso, di ragazze che per sfuggire alla povertà trovano la morte sotto i colpi di una lama straniera, di uomini che sognano la guerra perché "sotto la guerra c’è lavoro per tutti". E sopra le loro teste gli aerei che rombano.
Portano in Europa la vita, e riportano in Africa la morte.
Di premi ne ha vinti tanti, ma l’Oscar se l’è fatto fregare dai pinguini di Jacquet. Va detto, però, non c’era lotta.
Mmmmhhhh… pare interessante…
Non c’era lotta a sfavore dei pinguini?
dipende da come la si intende.
da parte “loro”, non c’era lotta perché i pinguini agli oscar non li avrebbe battuti nemmeno Resnais.
da parte mia, però, non c’era lotta qualitativa. cioè, nonostante i pinguini mi siano piaciuti, Darwin’s Nightmare è proprio su un altro pianeta.
al grido di “si … puòòò …. fareeeee” ho riaperto cinemashow.