[FEFF8]
Exodus: Tales From The Enchanted Kingdom,
Eric MATTI, 2005,
fantasy, European Premiere
Qualche lettore di questo blog mi vorrà male per questo, ma sono uscito dalla sala dopo una mezz’oretta, dando giusto il tempo al protagonista eponimo di raccogliere il suo micro-esercito di elementali di questa cippa. Insieme a me altra gente – il titolo del film rimanda probabilmente all’esodo di spettatori: persino Eric Matti se l’è data a gambe – ed è curioso mettere insieme tutti i film che si sono sentiti citare da noi fuggitivi: Power rangers, La storia infinita (o La storia fantastica, a scelta), Xeena (o Hercules, a scelta), il film dei Masters. Francamente, si ripete l’effetto-gagamboy, che potremmo chiamare ormai effetto-EricMatti: 103 minuti di questa roba puerile e ridicola non si possono proprio reggere. E’ anche divertente per qualche minuto, ma poi vedi che Matti fa sul serio, e ti vengono i nervi. Se il cinema filippino (che è giovane e ingenuo, e su cui di conseguenza si ripongono molte speranze) affiderà ancora le sue sorti commerciali future unicamente sull’alone di culto che questo registucolo microcefalo – ma convinto di essere il Peter Jackson di Manila – si è guadagnato in festival come il FEFF, avrà vita breve. Enchanted Kingdom è una specie di Gardaland filippino, e nell’incipit del film si vede l’ologramma di un magomerlino che, nella sala del "cinema dinamico", chiede ai bambini di spegnere i cellulari. Cielo!
oddio…
io non ce l ho fatta per l’orario..in compenso sono uscito dopo 10 minuti dai titoli di testa di Shopaholics..
TI fermi tutta le settimana?
Mi piacerebbe scambiare un paio di chiacchiere
Esauriamo subito gli obblighi del bon ton, riconoscendo al prolifico Eric Matti un ostinato eclettismo professionale, e diciamo senza falsi pudori quello che c’è da dire: «Exodus – Tales From The Enchanted Kingdom» lascia esterrefatti, decisamente esterrefatti, per la sua immane bruttezza! Inutile, quindi, fermarsi a riflettere sulle attenuanti generiche (la precarietà del mercato filippino) o, peggio ancora, fingere compiacimento perché i soldi scarseggiano, sì, ma l’immaginazione gronda copiosa!
Impervio punto d’incontro estetico e narrativo tra una puntata di «Art Attack», un video dei Rockets, un’involontaria parodia di «Mad Max» e una gita a Gardaland, senza ovviamente dimenticare i Power Rangers e il vecchio (caro) Megaloman, questo chilometrico action-fantasy non avvince e non convince neppure per un attimo: colpa dei personaggi, davvero imbarazzanti, colpa della trama, ricavata da modelli tolkieniani (anche George Lucas, però, fa la sua parte), e colpa, soprattutto, del prolifico Eric Matti, troppo impegnato a crogiolarsi nei languori epici per accorgersi che l’autoironia non andrebbe mai e poi mai dimenticata in un cassetto…
Misteriosamente definito «esercizio supremo di stile visivo», e non riusciamo a farcene una ragione, «Exodus» fabbrica risate dove non pensa di fabbricarne e fabbrica sbadigli dove pensa di mozzare il fiato (specie nei maldestri abusi digitali). Del resto, cosa aspettarsi da un film in cui l’impavido eroe che gli dà fieramente il titolo è vestito come Pocahontas?
“persino Eric Matti se l’è data a gambe”
Quindi non possiamo neanche dire che per vedere questo film bisogna essere Matti.
A ben pensarci, è un film che fa uscire Matti.
@jake: sì, mi fermo fino al 30… scrivimi una mail (è qui a destra).
@escualotis: yeah.