[Le Parole dello Schermo 2006]
Tideland
di Terry Gilliam, 2005
C’è una parola inglese, facilmente traducibile in italiano ma che nella nostra lingua non rende abbastanza bene, che meglio esprime il sentimento provato durante e soprattutto dopo la visione dell’ultimo film di Terry Gilliam. Premesso necessariamente che chi vi scrive è un fan accanito e che ho trovato I Fratelli Grimm un film divertente e molto riuscito, la parola che balena nella mente immediatamente è una sola: disappointment.
Tideland non è solo un film brutto e noioso: è un film di Terry Gilliam brutto e noioso. Bisogna tenerne conto, subito. E tenendo anche conto che questo è il film che Gilliam si è pagato con i soldi dei Grimm, bisogna chiedersi seriamente se il regista americano abbia ancora qualcosa da dire all’esterno dei meccanismi dell’establishment hollywoodiano che critica sempre così veementemente (e giustamente, visto il modo in cui l’hanno sempre trattato). Forse non è il caso di piangere lacrime amare solo per un film sbagliato, perché un errore può capitare a tutti. Anche se – nel caso di questo film – è appunto un tale unicum su cui forse è meglio sorvolare e dimenticare in fretta. Insomma, Tideland sarà anche autoriale, coraggioso, e gilliamiano quanto volete, ma se per "gilliamiano" intendete "solo inquadrature sghembe + grandangoli + qualche intervento animato", allora io ho un altro termine per voi. Ed è maniera.
Venendo al film, si tratta di un testo di partenza probabilmente ottimo, sia nell’idea dell’immaginazione al potere che è anche al centro (in modo non del tutto dissimile) dell’ultimo Del Toro sia per il gusto del macabro e dell’orribile che lo caratterizza (estremo persino per i canoni di Gilliam), che però a sua volta, forse per colpa di un’eccessiva attenzione a non tradire lo spirito del libro e la sua "altezza-bambino", si riduce per gran parte della durata ad una serie interminabile di dialoghi tra Jodelle Ferland, insopportabile bambina canadese che nasconde il suo posh imitando il bellissimo accento del sud degli states, e le sue stramaledette teste di bambola che tiene sulle dita.
C’è un bell’inizio, durissimo, con la bimba undicenne che droga il padre e ruba il cioccolato alla madre morta, c’è qualche svolazzo onirico degno del miglior sguardo visionario di Gilliam, c’è un’idea corretta, crudele, e raccontata con un piglio appassionato, sulle responsabilità del mondo degli adulti nei confronti degli innocenti e sulla salvezza legata alla fantasia e soprattutto allo storytelling, che si sa, è un tema pregnante nel cinema di Gilliam. Sul resto, è bene fare più silenzio possibile. Perché Tideland ha degli input eccellenti ma i suoi output sono tutti sbagliati. Ecco, è un film tutto sbagliato, un film che bisognerebbe riprendere in mano e rifare daccapo, a partire dal montaggio. E poi magari togliere Brendan Fletcher e mettere un attore vero.
Poi sono sicuro che questo film troverà qualche sparuto ammiratore, anche se l’accoglienza finora è stata meno che disastrosa. Per quanto mi riguarda, mi sento invece tradito, profondamente tradito. Brutto. Ma brutto brutto brutto, eh.
però diamine se mi si arrende pure l’ultimo don chisciotte del cine siamo proprio messi male…
O cristo, dal trailer sembrava un film interessante
Questo tuo post mi fa molto pensare…
1) COME CAVOLO HAI FATTO A VEDERLO?!!!
2) Sono ancora più curioso di vederlo… forse perchè mi aspetto a questo punto qualcosa di 100% Gilliam e quindi un prodotto x molti versi estremo (è già capitato con Greenaway).
3) Complimenti per questo blog e per la cultura cinematografica caspita quanti film!!!!!!!!!!
Giovane Cinefilo, metti una tua foto? anch’io sono di bologna, voglio riconoscerti in strada, sotto le DueTorri, in Piazza SantoStefano, in Cineteca…Magari sei della mia facoltà… Attaccare bottone, romperti le scatole, farti l’occhiolino, offrirti un gelato, chiederti l’autografo….
la tua fan n1
sono depressa
@nicole: ma E’ un film interessante. solo che è brutto.
@esseredalleden:
1. c’è scritto sopra, “le parole dello schermo” è una rassegna che fanno a bologna in questi giorni.
2. in un certo senso E’ estremo, solo che è brutto. (lo so, mi ripeto ma è molto divertente)
3. grazie, fa sempre piacere.
@”fan n1″: se è uno scherzo, fa ridere di brutto.
se non è uno scherzo, fa ridere di brutto.
(comunque qui nella colonna di destra ci sono diversi bottoni e altrettanti modi differenti per contattarmi)
@lulu: lo siamo tutti, sono momenti difficili, ma bisogna superare.
(poi lo so che quando uscirà vi piacerà un casino – nah – e mi tirerete frutta marcia)
Gli allievi del corso di critica cinematografica di SentieriSelvaggi stanno organizzando una rassegna cinematografica sul “Cambiamento”. Inteso a 360° gradi. Questo qui è il blog. Passa a trovarci.
Terry anche se eri lario ti volevo bene lo stesso! Non trattarci così a noi filo-fansss (un po’ meno che fan)!
In base ai tuoi criteri di giudizio non posso che fidarmi di te, kekkoz. Purtoppo!
Ningia rattristita
dunque io ieri sera c’ero..
ho faticato a giudicarlo perchè ero molto fisicamente stanco. Ci sono stati momenti in cui effettivamente lo sbadiglio ci stava ma temo che la tempistica non sia uno dei punti forti di Gilliam. Personalmente l’interpretazione della bambina è veramente itensa. Insomma per essere una bambina recita un ruolo non facile e l’ho apprezzata. Sul fatto del grandangolo ne ha parlato anche oggi all’incontro con LaPolla e ha detto che ineffetti è un suo vizio ma al di là di questo la contrapposizione esterni interni secondo me è potente, è azzeccata e riesce a far stridere l’idillio col marcio e cadente setting della casa.
Comunque voglio vederlo una volta ancora prima di dire se realmente mi è piaciuto o no perchè sono abbastanza confuso sarà che ero abbastanza stanco!
Uh! la prima parte arrischierei di salvarla … la seconda… trooooooooopo dilatata ..
Saluti a tutti!
mi spiace invece aver disertato completamente la rassegna, oggi.
ma non c’è niente da fare, nonostante la ricchezza degli incontri, questo festival non riesce a venirmi voglia di uscire di casa.
Ok,a questo punto (letta la tua recensione) non so se mai lo vedrò: delusione ci cova
e dire che “I Fratelli Grimm”,da molti snobbato a me era decisamente piaciuto
insomma per una volta che “trovo” un regista capace di rendere espressivo (??) persino Heat Ledger!
ma dai, per me Heat Ledger è un bravo attore… Non è che non è espressivo… diciamo che riesce a controllare mooolto bene la sua espressività!
Heath Ledger nei fratelli Grimm era piu’ che espressivo nettamente bonazzo (in genere non lo considero piu’ di tanto tale): i peli facciali e capellari corti e scuri gli stanno benissimo.
Ma su Matt Damon manco Terry Gilliam riuscira’ mai a farmi cambiare idea.
Eh, kekkoz, Le parole dello schermo fa lo stesso effetto pure a me.
In più l’anno scorso ero pure andato a dare una mano e, diciamolo, è organizzato con il culo…
Ma per “disappointment” il nostro “disappunto” non va bene?
E soprattutto: hai incontrato la fan n.1? Com’é? Ci vuoi raccontare del gelato? L’ha offerto lei a te o tu a lei?
infatti ho detto “facilmente traducibile”. ma “disappunto” non rende abbastanza bene, secondo me.
Non so come mai ma mi sa che mi è passata la voglia di andare al cinema domani… ç_ç
mi è piaciuto il commento..perchè io il film non l’ho visto…ma è esattamente quello che avrei scritto per I fratelli Grimm…un progetto con un suo perchè,visivamente interessante…ma completamente perso tra sceneggiatura e montaggio(assurdo)
…e terribilmente barboso…
Nei Fratellli Grimm Heath doveva baciare sulla bocca Matt. Ma Gilliam non ha avuto il coraggio (anche se per me quella scena esiste – sarà un easter egg nel dvd de luxe). Gilliam va visto a prescindere dalla sceneggiatura di cui giustamente se ne impipa. Ragionare su Gilliam con un metro normale non ha senso
beh gilliam è pur sempre un regista-di-film, non è certo un artista concettuale (se non a sprazzi).
secondo me anche nel suo caso ragionare con metri “normali” [ne esistono davvero? io l'ho inteso in senso relativo alla sua filmografia, e non assoluto, essendo un regista che amo molto] può aiutare a capire i suoi film. e perché, per esempio, Tideland gli sia venuto così male.
per esempio, viene fuori che in Tideland – come ho accennato – la sceneggiatura ha forse “troppo peso”, si “sente troppo”. e così, proprio non impippandosene affatto (ma non solo per quello, ci sono altri problemi, ovvio) ha rovinato tutto.
ci hai abbruttite dentro.
ma è bellissimo!
in miniera va
Non sono moltissime le volte che sono d’accordo con te ma quando lo sono , lo sono totalmente…questa è una di quelle
alp
Mi stavo chiedendo se, nel caso l’avessi rivisto, sei ancora di questo parere. Mi pare di essere davvero quasi isolato nella mia parziale stroncatura rispetto al resto della connection. Dico ma fossi impazzito, incapace di intendere la poesia cinematografica di gilliam?
devo assolutamente vederlo!
Visto ieri e postato…completamente d’accordo con quello che dici e contentissimo di non essere l’unico…
Io invece l’ho trovato bello e anticonvenzionale, lo si deve prendere per quello che è, lasciarsi trasportare nel mondo allucinato della protagonista e solo così si può soprassedere alle lacune che in effetti non mancano, ma a mio avviso passano in secondo piano.