[il cinema ritrovato XX]
[Day One: 01/07/2006]
Omaggio a Vincente Minnelli
BRIGADOON (USA/1954)
R.: Vincente Minnelli. Int.: Gene Kelly, Cyd Charisse. D.: 108’. V. inglese.
Nell’ambito della solita rassegna del "cinema più grande della vita" (formati audio magnetici e cinemascope restituiti alla bellezza originale), quest’anno il Cinema Ritrovato propone una imperdibile selezione-omaggio al grande cinema di Vincente Minnelli. Difficile iniziare in modo migliore: Brigadoon, meno conosciuto di altri film del regista di Chicago, è un musical appassionante e romantico che oppone dicotomie elementari (sogno e realtà, tempo immobile e tempo della vita), ma lo fa con la solita splendida magniloquenza, con colorate fantasmagorie, e ovviamente la faccia da schiaffi e i piedi volanti di Gene Kelly, con i paesaggi della Scozia "belli proprio perché finti". Interessante la lettura proposta da Franco La Polla nella presenzazione (un po’ risaputa, ma queste cose La Polla le mastica, si sa) che vede nell’amore di Tommy verso il paese fantasma di Brigadoon una metafora della cinefilia, e de trionfo del sogno del cinema sul grigiore della realtà. Preziosissimo l’apporto, prima comico e poi drammatico, di Van Johnson.
Ritratto di un artista eclettico, Alberto Lattuada
LA NOSTRA GUERRA (Italia/1945)
R.: Alberto Lattuada. D.: 16’. V. italiana
IL BANDITO (Italia/1946)
R.: Alberto Lattuada. Int.: Anna Magnani, Amedeo Nazzari, Carla Del Poggio. D.: 87’. V. italiana
Presenta Tatti Sanguineti
L’omaggio al regista scomparso durante la scorsa edizione del Cinema Ritrovato inizia con la proiezione del suo terzo film, uscito subito dopo la seconda guerra mondiale. Il film è un melodramma postbellico ambientato in una Torino inquietante e distrutta dalle bombe, che si trasforma gradualmente in un vero gangster-movie. Soprattutto per chi conosce poco il primo Lattuada, come fu una sorpresa Giacomo l’idealista proiettato a Venezia, anche Il bandito lo è altrettanto, e ancora di più: pur fortemente influenzato dal neorealismo, è un vero film di genere, e durissimo, drammatico, violento, struggente. Stupefacente.
La nostra guerra è un breve documentario sulla storia militare dell’alleanza nei due anni successivi all’armistizio, interessante più per le immagini di repertorio che per altro. Ma è molto stimolante lo sguardo dell’incipit gettato sulla gente che accoglie da un altroparlante la notizia dell’armistizio.
Io invece oggi mi buttai sul muto i western di S. Hart e Queen Elizabeth. E fino a pochi minuti fa ero nella “splendida cornice” di piazza maggiore a vedere Novecento. Solo che in questi giorni non ho tempo di postare, probabilmente farò un post riassuntivo alla fine.
Ciaoo Rob
eh anch’io ero in ristrettezze, questo post infatti l’ho scritto in un pugno di secondi… ora mi dirigo verso l’Arlecchino, anche oggi pare mi beccherò un Minnelli e un Lattuada…
io devo vedere assolutamente Maciste oggi. Poi si vedrà.
Ciaoo Rob
Sono curioso per “My son John”. Facce sapè!
vorrei commentare con qualcosa di sensato e competente, ma non so che dire perchè sono un incompetente senza senso. però sembra tutto molto bello!
Come dimenticare la visione di Brigadoon…diciamo che io (ed anche tu, lo ricordo) ho apprezzato il lato faschion della pellicola. Sai, i graziosi completini scozzesi degli abitanti della simpatica cittadina.
Minnelli..cosa dire del suo rapporto con le donne. Perchè le sue sono sempre così magnetiche ed anche un pò trans?
Naturalmente il commento sul look era mio.
Ester