Sept ans
di Jean-Pascal Hattu
Giornate degli autori

Avvertenze: questo post non parla solo del film. Anzi.

La notizia clou di quest’anno è che gli accreditati "cinema" e "promozionale", insomma noi poveri pirla dall’accredito verde, ormai conosciuti al Lido come "quei pirla con l’accredito verde" avremo vita difficile durante questa 63ma Mostra. Impossibile e ripeto impossibile entrare alle proiezioni stampa, anche con il Palalido mezzo vuoto. Lo so, perché l’ho provato sulla mia pelle per due volte. Quindi invece di parlare del film parlo di un Grande Festival Italiano che, seppur minacciato da più fronti, ormai in modo irreparabile e quasi belligerante, invece di riavvicinarsene decide di abbandonare definitivamente gli appassionati, i cinefili, i giovani, quelli che pagano e che qui si emozionano e soffrono. Insomma, quei pirla con l’accredito verde. Ci sono molte cose di cui vergognarsi in questo Festival, per ora, e il 30 Agosto è una di queste. Ma sono sicuro che Anna Praderio non ne parlerà al TG5.

Però del film voglio ugualmente parlare, anche se il tempo non è dalla mia parte in questo momento. Perché? Perché che non c’è un posto "ufficiale" in cui un uno di quei poveri pirla dall’accredito verde possa connettersi con il suo portatile senza che debba versare dei soldi alla ex azienda monopolitica della telefonia nazionale. Suona schifosa come cosa eh? Peggio. Ma passiamo al film.

Il primo film visto, è l’unico del primo giorno a causa di quanto detto sopra, è una bella sorpresa se confrontata con l’umore con cui il dott. Murda e io l’abbiamo affrontata. Che suona tipo: vediamo questo o non vediamo niente. Già. Il film però è molto, troppo europeo, tanto da far suonare più campanelli d’allarme. In Europa sappiamo produrre piccoli film solo rendendoli così secchi, asciutti, anemotici? E’ un peccato, perché la storia triste e disilusa che Hattu racconta, quella di un impossibile triangolo amoroso fatto di perversioni e voyeurismi, sa colpire direttamente allo stomaco come ormai pochissimi registi dell’area francofona sanno fare. E con tre attori bravi, onesti, capaci. Promosso per buona volontà, ma è già (più che) qualcosa.

3 Thoughts on “

  1. insomma bisogna perdere la speranza di poter vedere qualche film a venezia allora? :(

    cioè di riuscire a entrare…

  2. utente anonimo on 31 agosto 2006 at 21:15 said:

    spero che vi vada sempre peggio.

    Andrea

  3. oltra e quella sciaquetta della Praderio aggiungerei anche quel testa di cazzo gonfio di nulla di Mollica…e non parliamo di quell’altro rabbrividente ammasso di stupidità di nome Marzullo…e dulcis in fundo un’altro idiota patentato, l’esempio perfetto del giornalista italiano: non mi ricordo il nome, ok! Ma è l’unico altro pirla, oltre a Marzullo, che fa sembrare il cinema una cosa di cui vergognarsi…

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