Zwartboek
di Paul Verhoeven
Venezia 63 – Concorso

Ieri sera, in coda per questo film, il dott Murda ed io abbiamo avuto un breve e amichevole alterco sulla figura di Verhoeven. Errore nostro di arroganza, non concepiamo che film essenziali per la crescita di un genere come Robocop e Starship troopers siano tacciati di essere "trashate" o "cazzate". Però questo è un film con i nazisti, e non ci sono robottoni, e non ci sono neanche i mediocri intrighi e Basic Instinct o i b-errori come l’ultimo innominabile film del regista olandese, e c’entra poco anche con i primordi della sua carriera. Quindi bisogna pulire la lavagna e ricominciare da capo. Se l’esperienza americana ha insegnato a Verhoeven a gestire bene ritmi e formule del racconto classico (a partire della struttura del macro-flashback), quello che ne esce è però poco più che un film classico. Un drammone storico come tanti altri, molto pomposo e forse più violento ed esplicito della media, ma tutto sommato, per larga parte, un film con i nazisti. Da segnalare però come questo sia uno dei pochi film mainstream che io ricordi in cui la liberazione (dell’Olanda, ma credo che il discorso si possa estendere anche ad altri paesi occupati da Hitler) viene ritratta anche nelle pieghe più oscure e brutali. E per mostrare l’autorizzazione ufficiale di un plotone d’esecuzione nazista a guerra finita, o una doccia di escrementi umani mentre la gente in strada festeggia e sventola bandiere, ci vuole una bella dose di coraggio. Così come per mostrare un nazista buono (attenzione, non un nazista pentito) e la storia d’amore tra quest’ultimo e una giovane ebrea bella e perseguitata. Che sopravvive (storia vera) grazie ad una fortunona gastonica, e che ha il corpo e il volto terribilmente ipnotici di Carice Va Houten, bellissima e bravissima: la scena in cui urla tra lacrime e tremiti "quando finirà tutto questo?" mette la pelle d’oca. L’inquietudine e l’emozione insomma non manca, ma la valutazione rimbalza, da parte mia, da un apprezzamento un po’ soffocato a una totale assenza di entusiasmo.

3 Thoughts on “

  1. Starship Troopers è nella mia Top 3 di sempre, finalmente ho trovato qualcuno che perlomeno “comprende” ;)

    Questo invece mi ispira relativamente, ma finchè ci sono: me li consigliate i film di Verhoeven pre-Robocop?

  2. a me è piaciuto moltissimo! Ha un perfetto ritmo hitchcockiano e probabilmente vale soprattutto come gran film di suspense in cui le sorti sono rovesciate di continuo. La Van Houten ipnotizza per bravura e fascino.

  3. quoto alla grande (l’ho visto ieri): “E per mostrare l’autorizzazione ufficiale di un plotone d’esecuzione nazista a guerra finita, o una doccia di escrementi umani mentre la gente in strada festeggia e sventola bandiere, ci vuole una bella dose di coraggio.”

    Veemenza e mano cupissima con una sequenza finale (giusto due secondi) rivelatrice.

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