Piano 17
dei Manetti Bros

Ho talmente tanto aspettato a scrivere di questo film, che a questo punto potrei anche fare un post in cui scrivo di fiori, o di urbanistica, o di musica indie, oppure di che sensazione strana dia tornare a Bologna dopo due mesi e guardarla da fuori con gli occhi di uno straniero, tanto che ti verrebbe voglia di far finta di niente, non dire niente a nessuno e fermarti qui, di nuovo, altri 6 anni. Ecco, forse questo sarebbe più interessante, per qualcuno.

Anche perché di Piano 17 non c’è molto da dire: dopo 10 minuti iniziali e di digitale brutto-ma-brutto, con una passione evidente e gradevole, i Manetti trovano miracolosamente l’approccio giusto al genere puro, e realizzano un noir molto divertente, a tratti anche teso e appassionante, azzeccando soprattutto le parti che riguardano i gangstaer e meno quelle sui "civili" (che sono più caricaturali: c’è qualcosa di paradossale in tutto questo?), e utilizzando una struttura risaputa, complicatissima ma molto sciolta, ovviamente a flashback (non per niente nella cameretta della tipina darkettona c’è il poster di Fantasmi da Marte), usando il flashback-nel-flashback e giocandoci pure autoriflessivamente (il dialogo sui "sogni, che non sono lineari ").

Ovviamente il lavoro non è del tutto riuscito, perché le svaccate non mancano (il finale finale con quella canzone fino ai titoli di coda, dopo una colonna sonora così cool, no, non si può perdonare), alcuni personaggi e dialoghi sono sbagliati in modo imbarazzante, e non si raggiunge la compiutezza dei lavori recenti, per esempio, di Soavi e Placido. Ma per aver dimostrato di non aver bisogno di troppe parole (nonostante la tentazione forte del dialogo pulpfictioniano), e per quei venti minuti pazzeschi che portano dritti al finale sanguinario, gli si perdona tutto il resto. Con parsimonia, forse. Ma di certo non meritava l’indifferenza con cui è stato accolto nelle sale.

16 Thoughts on “

  1. E’ inutile dire che a me e’ piaciuto con meno parsimonia.

    Credo che come ” divertisment ” funzioni anche molto bene. A me mi ha divertito e non sono andato tanto per il sottile.

    Quante storie per il pezzo alla fine. Andiamo kekkoz il mercato pretende i suoi tributi.

    Se pezzali offre la canzone gratis mica si puo’ pretendere di ascoltare chuck berry a pagamento.

    Fringe

  2. Sulla questione del Music Placement oserei dire che non si tratta di uno scivolone o di una scelta di convenienza.

    La canzone di Pezzali inizia nel momento in cui (SPOILER!!!) la tensione scende ai minimi livelli per i protagonisti “civili” che ritornano alla loro vita fatta di relazioni sentimental-aziendali quasi fantozziane. Anche per il criminale buono Morelli, in effetti, finisce la storia punendo i cattivi di spirito (l’impiegata disonesta e il bandito traditore). Tutto questo quadretto di buoni sentimenti viene dipinto con i colori grotteschi della poetica degli 883. Se i Manetti fossero stati spagnoli probabilmente avrebbero inserito qui una canzone di Iglesias…

    KZO

    Ciao Kekkoz!

  3. utente anonimo on 25 settembre 2006 at 15:16 said:

    Anche per me la canzone è imperdonabile, ci sono pezzi commerciali e gratis più accettabili ,pero’ Fringe ha ragione: come divertissement funziona talmente che ci si dimentica anche del fatto ( sottolineato in molti blog) che in un ascensore bloccato chiunque dopo 1 minuto chiamerebbe subito i pompieri- alp

  4. utente anonimo on 25 settembre 2006 at 15:18 said:

    dimenticavo.. e poi c’è antonino iuorio, a me basta questo per approvare un film :-) alp

  5. sento che sto per scrivere un commento lungo. anche perchè quando ho letto bologna temevo volessi prenderti un’altra laurea, poi meno male che dici da straniero, ma poi ancora dici che ti vorresti fermare di nuovo per sei anni e allora mi resta solo un “beato te che riesci ad apprezzare quella città su cui io risparmio fiato”.

    sul film. un altro fattore che consente di perdonargli tutto il resto è l’autofinanziamento produttivo: questi sono andati attorno al loro conto in banca invece che lamentarsi come fanno gli altri. poi, è vero che è un po’ trasandato, però i tempi sono giusti (anche solo perchè ogni volta che compare il display azzurro della bomba sono stati sottratti secondi credibili e non come nei film americani che passa un sacco di tempo e sono passati solo tre secondi) e i personaggi raccontati lo sono, come hai detto, con una passione evidente e gradevole. ma soprattutto: magari voi chiavate di meglio e quindi sto per fare una magra figura, ma a me le scene della rocchetti con la gonna bianca seduta in ascensore o in arrampicata libera sui cavi dell’ascensore hanno risvegliato ormoni sopiti.

  6. utente anonimo on 25 settembre 2006 at 16:53 said:

    Sono giusti gli appunti fatti al film che per me paga sopratutto in termini di dialogo, come tutte le cose fatte dai Manetti (vedi anche l’Ispettore Coliandro).

    Occore però segnalare lo sguardo, l’uso del montaggio e delle inquadrature dei Manetti come diverso dai colleghi italici. Voglio azzardare un paragone con Corbucci (Sergio) solo che bisogna che le storie gliele scriva qualcun altro.

    Un saluto. Oscar

    PS. Bologna è stupenda, nonostante tutto (e molti…)

  7. utente anonimo on 25 settembre 2006 at 18:20 said:

    Te piaze bùlagna eh?

    ovviamente, una bolognese

  8. Personalmente non mi ha né entusiasmato, né deluso (http://www.delikatessen.splinder.com/post/7379437); il problema dei Manetti Bros è che sono i Manetti Bros; per la loro buona volontà ed entusiasmo si tende a perdonargli più o meno qualsiasi cosa, anche solo per il fatto di dire “ce li abbiamo anche noi i nostri Rodriguez italiani!”, però, a mente fredda, non è una cosa molto corretta; così facendo non cresceranno mai e continueranno imperterriti con le loro citazioni filmiche tra dotto ed il coatto, non capendo che qualcuno più bravo di loro (Tarantino? Rodriguez?) lo ha già fatto da tempo.

    Comunque c’è di peggio, questo è certo.

    BenSG

  9. bellissimo blog! ;-)

    al.

  10. mi piace moltissimo quando i commenti ad un post sono così ricchi di spunti di discussione riguardo al film di cui si parla.

    grazie, ragazzuoli.

  11. Ma grazie a te, ragazzuolo!

    ;o)

    BenSG

  12. A me è sembrato che di azzeccato non ci fosse nulla. Piano17 l’ho trovato terribile dall’inizio alla fine senza scampo, le uniche cose che non erano fatte male erano scopiazzate.

    I dialoghi ridicoli, le scene d’azione fatte con i piedi, ingenuità di regia a non finire.

    Al massimo un buon filmino amatoriale.

    Immeritata l’indifferenza con cui è stato accolto, meritava venisse affiancata anche la violenza.

  13. Beh, io ho molto amato questo film, lo considero un piccolo gioiello, a parte purtroppo il finalino e la scelta imperdonabile della canzone di Pezzali. A me sono piaciuti molto anche i dialoghi, non banali e ben caratterizzati. E poi sì, concordo, c’è Iuorio, che è un grande!

  14. Beh, ma se vi è piaciuto Piano 17 allora dovreste correre a vedervi Kiss me Lorena,

    nostro film comico gratis in rete che in realtà col poliziesco dei Bros non ci azzecca una cazza, ma che (senza falsa modestia) è alla base della loro autodeterminazione di riuscire a fare un film in digitale a basso budget.

    Non a caso ci hanno “rubato” parte della troupe tecnica (fotografia e sonoro) e ci hanno riapagato con un paio di camei dei nostri Favilla e Lucchesi.

    Passate e fateci sapere cosa ne pensate…

    Saluti,

    i Licaoni.

    PS: complimenti per il blog.

  15. Sono curiosa di vederlo, soprattutto dopo il divertente ‘Commissario Coliandro’ non so perchè, ma mi aspetto un qualcosa di carino da Gianpaolo Morelli e Manetti Bros…

  16. utente anonimo on 1 ottobre 2008 at 22:34 said:

    Basta solo l’interpretazione di Antonino iuorio per salvare il film! troppo divertente la polemica sui napoletani!!!1

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