Fangzhu (Exiled)
di Johnnie To
Venezia 63 – Concorso
La prima volta del regista hongkonghese in concorso a Venezia, sorta di sequel del leggendario The Mission, è anche uno dei film più belli di questa Mostra: una rappresentazione esaltante dello scheletro puro, dell’ossatura del cinema di Johnnie To. Grandissimi attori, nessuno escluso, tra cui un Anothy Wong semi-rasato; un’ironia diffusa, come quando prende in giro la sua fissazione con il caso; una manciata di sequenze che escono dallo schermo per immergersi direttamente nel culto: l’inizio leoniano, l’incredibile inquadratura finale, sparatorie che coinvolgono porte, tende e una lattina di redbull. Un grandissimo film, nella composizione, nel montaggio, nei dettagli, che siano un rivolo di sangue o una croce su una moneta. Emozionante ed essenziale: uno dei migliori To degli ultimi anni, uno dei migliori To di sempre.
Esco dalla sala saltando come un grillo e urlando "leone d’oro leone d’oro", e incontro il cast, tutti ma proprio tutti, intenti a farsi intervistare. Sì, ho una foto con Anthony Wong. E non solo.