Time (Shi gan)
di Kim Ki-Duk, 2006
Ultimamente, quando si parla di Kim Ki-duk, mi tocca fare l’avvocato del diavolo. Cinebloggers a parte, sempre sorprendenti nel loro massacrarsi a vicenda su ogni titolo possibile, sono veramente tanti – sicuramente una maggioranza – quelli che hanno bocciato senza tanti fronzoli l’ultimo filmetto del nostro predilettissimo regista di Bonghwa. Io stesso, viste le premesse, non ero più nemmeno così disperato dal fatto che la città che ha disastrosamente scelto di darmi i natali avesse ignorato bellamente la pellicola alla sua uscita, adducendo come scusa l’inerte cartello "chiusura estiva", prima che un ridente paesino della provincia decidesse di programmarlo a metà ottobre nella sua rassegnuccia proto-catechistica.
Sono d’accordo con molti di voi, usando la categoria del "bello" un po’ a casaccio ma premiandone i risultati, sul fatto che Time è forse il meno bello tra i film di Kim Ki-duk. Persino meno de L’arco: meno curato, meno "forte", meno (nel bene e nel male) sorprendente. Ma stranamente, toh!, (cambiando terminologia ad hoc) è più "riuscito" del precedente. Ma mai ci saremmo aspettati da costui un film – seppure così profondamente suo - così leggero, con toni che, a dispetto di un’inquietante linea narrativa di amore, identità e ossessione, sfiorano a tratti la commedia sentimentale.
Genere che non è propriamente nelle corde del nostro (lo si capisce dal fatto che faccia più ridere quando non vuole piuttosto che quando la butta in pochade), così come non lo è la parola parlata: la sceneggiatura non è così pessima come la si è dipinta altrove, ma oltre a contenere alcune frasi di inenarrabile bruttezza, non riesce a replicare quell’incredibile e silenzioso distacco immersivo (lo so, è un ossimoro, e non so nemmeno che diavolo sto dicendo) che rendeva grandi, grandissimi, i suoi film del passato.
Ma come direbbe Guido Meda, Kim c’è. E dopo un film passato a chiedersi se il nostro si sia parzialmente rincoglionito, e abbia girato per la prima volta un film indiscutibilmente brutto (o comunque davvero, ma davvero, difficile da difendere), arrivano almeno 10 minuti finali che, rimandando a molto del suo cinema precedente (soprattutto ai paradossi spaziotemporali di Bad guy), fanno quadrare il tutto con disperata precisione, e riconciliano del tutto con un film che, sempre nell’ambito di un’operetta un-po’-da-poco, senza troppi vertici (tutta la formidabile sequenza della pistolera) e con molti baratri (il parco con le statue para-kimkidukiane), sull’amore e su altre sciocchezze ha sì, eccome, qualcosa da dire. E lo dice con una semplicità disarmante, e con meno spocchia del solito (e del previsto).
Doppiaggio italiano indegno persino di Kiss me Licia, tra i peggiori che io mi ricordi di aver sentito nella mia breve vita. Chissà come suonavano meglio in coreano piccole perle di saggezza come "lavati", "ora sono più vecchia ma ci sto", oppure (e soprattutto) "andiamo a sparare, dico, con i proiettili veri?".
il post sulla Connection è uscito dalla homepage, ma comunque sono tre pallette.
Buonista.
Andrea
le non favorevoli critiche verso il film della maggior parte dei cinebloggerz mi avevano allontanato dal film e così avevo lasciato perdere in sala. L’unico dubbio è che non avendo visto neanche L’arco, che pure è stato colpito da varie frecciate cineblogghiche, c’è un’amica che continua a consigliarmelo.
Chi avrà ragione su sto benedetto film? sarà il caso che me lo procuri… ^^
*temo di aver fatto un monologo inutile su una serie di cavoli miei che lasciano il tempo che trovano -_-”
sarà l’ora.
Subdoravo che nn fosse da buttar via e q
Subdoravo che nn fosse da buttar via e qualke cineblogger che non l’ha massacrato c’è ( ava, pasquale)- alp
“Ma come direbbe Guido Meda, Kim c’è.” Fantastico, un genio del verbo! sulla premessa quanto ti capisco…mi sa poi che tra “mantovano e bresciano” siamo nella stessa barca in quanto a reperabilità di film un (tantino) “d’autore”. é proprio un problema, ma non per noi segugi cineasti, attaccati al cinema come le cozze allo scoglio.
L’ho visto in lingua originale coreana e l’ho trovato brutto uguale.
D’altra parte me mi piacciono i films coreani tipo Memories of Murder, mica questi qua sui sentimenti, il vuoto di valori, l’alienazione. Hai visto L’eclisse ? Io ci ho dormito. Una pennica…
(Bruno C.)
Cacone
Magari non ho capito io le vere intenzioni di Kim, ma mi è parso che le inziezioni di ironia mal si conciliassero con resto della narrazione e ammosciassero la tensione emotiva.
Ciaoo Rob
E’ sicuramente migliore de L’arco, ma non è un gran pregio; persino The Mexican è migliore de L’arco.
Quantomeno è un filmetto inoffensivo, che vale poco ma si differenzia abbastanza dagli altri suoi film da non far pensare alla poetica tradita e cose del genere. E io ho gridato alla poetica tradita già ai tempi di Ferro 3. Questo film mi ha irritato molto meno de L’arco, e anche meno di Ferro 3 (che indubbiamente gli è superiore, ma che minacciava il disastro che poi si è verificato). Di questi tempi mi accontento di poco.
E’ il film sbagliato di un regista che vagamente ma fortunatamente non troppo si ispira a Kim, quello vero.
Sul finale: non mi sembra che permetta di tirare un sospiro di sollievo o di uscire dalla sala con un sorriso: non è malaccio, ma è del tutto privo di una qualsiasi originalità e profondità. Potrebbe andare per un horror cinese o per un film dell’altro Kim.
l’altro kim è rossi stuart?
(scusate, volevo sviare la discussione critica ma dare lo stesso un brillante contributo al commentariato)
No è Kim Jee-woon ^^
si ecco non sapevo a chi fosse riferito ma voglio dire che non pensavo davvero che fosse rossi stuart, facevo solo dell’ironia molto dry. (non si sa mai che poi mi resta nel curriculum)
Trovi il mio commento QUI.
Comunque ho preferito Ferro3 ma mi è piaciuto time.
Notevole la citazione dell’ auctoritas Guido Meda XD Hi la mia stima