L’amico di famiglia
di Paolo Sorrentino, 2006
I detrattori del regista napoletano, con L’amico di famiglia avranno pane per i loro denti: accorrete, genti di tutte le età, ad accusare Sorrentino di manierismo, di spocchia, di formalismo, di presunzione. Perché in effetti il suo nuovo film è proprio così: estremamente presuntuoso, e irreparabilmente irrisolto nel suo tentativo di mantenere un registro narrativo coeso, passando senza troppa cognizione dall’epitome dell’inessenziale (nella prima parte) a una sintesi frettolosa e riassuntiva (nella parte finale). Ma diavolo, se i nostri registi fossero tutti così, che cinema, che avremmo.
Al di là della bellezza di molti singoli momenti, a partire dagli incredibili titoli di testa (che molti definiranno lynchani, e non a torto) dove la voce di Antony giganteggia e ammalia, e della ricerca spasmodica dell’inquadratura originale, in quello che è palesemente il suo film meno riuscito Sorrentino si conferma tuttavia e comunque un autore dalla poetica forte e coerente, disperata e misantropa, e non un mero metteur en scene, seppure di raro e innegabile talento. Perché se i nostri registi fossero tutti così, che cinema, che avremmo.
Anche se poi L’amico di famiglia, in fondo, se ridotto all’osso, non è che una variazione, complicata in qualche modo dalla moltiplicazione dei personaggi e con alcune banalizzazioni (come il Fabrizio Bentivoglio venetofono e countrymaniaco) del suo film precedente. Insomma, Geremia de’ Geremei è un altro uomo che sottovaluta le conseguenze dell’amore. Un amore che si trova dove meno te lo aspetti, tra le pieghe del disgusto e della iattura, tra il maleodore e la vecchiaia, un amore che ti restituisce il senso della vita anche solo per un attimo, ma che non potrà mai salvare un mondo in cui tutto diventa merce e bugia, un mondo ipocrita e malato.
Immerso nello sterco dell’uomo, l’amore che vi fiorisce per caso non potrà mai sbocciare.
Diciamo che dopo aver letto la prima parte di questo tuo post…mi stava per venire una botta al cuore.
Poi, via scorrendo giù, mi si è sciolto… il cuore. E mi sono rasserenata.
Lo aspetto con ansia…in settimana sarà mio.
sia chiaro però che il film è almeno relativamente deludente.
però diavolo, se i nostri… eccetera.
si deludente sono ok, ma pur sempre un buon film. E se i nostri … sono assolutamente d’accordo.
Sulla struttra sono in piensa sintonia è lo stesso film, sul ruolo dell’amore no.
Qui trattasi di finzione non d’amore.
Come è giusto che capiti ad un usuraio.
Buonanotte.
Rob.
Allora Antony non è solo un’illusione del trailer! C’è veramente e sui titoli di testa per giunta. Ecco, questo potrebbe cambiare le carte in tavola. ^^
(“My lady story”, no?)
Sia chiaro che per me Le conseguenze dell’amore è inarrivabile
lo hai forse trovato barocco come le bomboniere?
Be leggendo la tua accurata analisi son rimasta un pò stordita. Ho avuto un pò di difficoltà nell’interpretazione. Tuttavia il film di Sorrentino, sarà perchè è completamente diverso dai tipici film italianizzati, sarà perchè mi nutro di immagini, mi ha particolarmente colpito.
essì, sono daccordo. che film se, se e se. Ma rimane un grande film.
la reine
Complimenti di cuore per il blog: recensioni efficaci, attendibili e professionali che meriterebbero di esser pubblicate su periodici nazionali (magari al posto di tanti scritti di dubbia qualità che si leggono in giro).
Un plauso in generale anche al gusto cinefilo (e allo stile della sua esposizione) e alla recensione in questione, che sottoscrivo riga per riga.
Il film è frammentario e (hai detto bene) irrisolto ma Sorrentino è uno dei pochissimi italiani che usa la mdp in maniera ardita e, per certi punti di vista, sperimentale.
Ce ne fossero…
“un uomo che sottovaluta le conseguenze dell’amore” basterebbe questo a recensirlo
forse è proprio questo il – parziale – problema del film: troppo simile nella sua riduzione all’ossa alle gesta di Titta.
Chi accusa di formalismo Sorrentino merita di essere legato come Alex e sorbirsi 48 ore non stop di film mucciniani lanciati in repeat.
Mi compiaccio. Ancora una volta la pensiamo allo stesso modo.
http://smeerch.splinder.com/post/10009561/L%27amico+di+famiglia