Borat (Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan)
di Larry Charles, 2006

"He is my neighbor Nushuktan Tulyiagby. He is pain in my assholes. I get a window from a glass, he must get a window from a glass. I get a step, he must get a step. I get a clock radio, he cannot afford. Great success!"

Il film che il comico inglese Sacha Baron Cohen ha scritto (e ovviamente prodotto, insieme a quell’incapace di Jay Roach) a partire dagli sketch dell’omonimo personaggio nella sua trasmissione Da Ali G Show è diventato in fretta è furia un piccolo "caso" cinematografico internazionale: se c’è un film di cui si è parlato nel 2006, questo è stato Borat. Un po’ perché c’è ancora gente che fa fuoco e fiamme quando si nomina la parola "ebreo" senza dire "shoah", un po’ perché c’era ben poco su cui fare le insindacabili polemiche da telegiornale delle otto.

In realtà, quello che viene colpito maggiormente dalla presenza sulfurea e spudorata di Cohen sono proprio gli "US and A", è il sistema-America, il suo insostituibile razzismo, le manie patriottiche e quelle religiose. Quindi, la lunga parte che (se leggete qualche blog e smanettate su youtube) avete probabilmente già visto del film, incipit kazako compreso, è forse anche la meno riuscita: va bene la sorella prostituta e il ping-pong, che fanno ridere ancora dopo le prime due/tre volte, ma è molto meglio quando Borat si inserisce (non visto?) tra le mille ipocrisie della società statunitense, e – da vero straniero – le rivolta dall’interno come calzini.

Forse il "caso" è stato un po’ eccessivo, perché Borat tutto sommato è abbastanza innocuo, e – cosa ancor più rilevante – ci si mette ben poco a capire quanto la sua struttura, insieme di on the road e mockumentary, sia un pretesto per incollare una serie di idee una accanto all’altra. E peraltro, un pretesto davvero troppo, troppo fragile. Da una premessa del genere, i capolavori li sfornano solo i geni, e Larry Charles non lo è. Anche se, va detto, gestisce benissimo la mescolanza di candid camera e gag costruite ad hoc, tanto che si fatica a coglierne i confini: giù il cappello. Che sia un film più bello da raccontare che da vedere, non vi aggiunge certo merito.

Ma ci si sganascia. Non sempre, ma a volte davvero parecchio (la notte di terrore a casa dei due anziani ebrei, la lezione di galateo, per citarne due), e a tratti in modo addirittura scomposto (soprattutto quando Cohen "osa" di più: la lotta omo tra Borat e Azamat al convegno dei broker, la sequenza del guaritore, l’incontro con Pamela Anderson). Poi, mettendo da parte il resto, che di fronte a lui passa in secondo piano, il film è Sacha Baron Cohen, sorta di mistura infernale di Johnny Knoxville e Peter Sellers: un’autentica forza della natura.

"My neighbor Nushuktan Tulyiagby is still assholes. I get iPod, he get iPod mini. Haha! Everyone know iPod mini for girls!"


Nei cinema italiani dal 2 Marzo 2007. Forse.

A tal proposito, segnalo che la versione italiana potrebbe essere una fregatura colossale. Borat sarà infatti doppiato da Pino Insegno, l’uomo che già ci ha fatto odiare Will Ferrell, e dubitare del senno di Roberta Lanfranchi (la ragazza ci sembrava così sveglia, deh). Potrei sbagliarmi, ma sento già puzza di (1) regionalismi e dialettismi: non necessita commenti (2) traduzioni aribtrarie: se è possibile renderlo più volgare, lo faranno (3) personalizzazione eccessiva della parlata: perdendo così praticamente metà del piacere del film (4) effetto-premiata-ditta: ecco, appunto.
Suvvia Pino, non si nasce tutti Umberto Eco.
Insomma, se – come me – avete una curiosità assurda di vederlo, oppure se – come me – volete semplicemente evitarvi questa probabile tortura dopo una così lunga (e inspiegabile, diamine!) attesa, mh, secondo me sapete già come fare. Se non lo sapete, ehi, io sono qui per questo.

18 Thoughts on “

  1. perché cerchi sempre ogni modo possibile per affaticare il mio mulo? poverino deve riposarsi anche lui ogni tanto…

  2. @jecke: fallo lavorare, quel pigrone!

    (nota: domani torna Friday Prejudice)

  3. ma un link più breve no? ^^

    O_o

  4. Sono d’accordo a metà. D’accordo nel senso che il “caso borat” è stato molto gonfiato, che il film alla fine non è nulla di che, ma che si ride lo stesso come matti.

    Meno d’accordo sul fatto che la parte “finta” all’inizio sia meno riuscita; ma forse è colpa mia, che dopo un po’ non riesco davvero a guardare candid camera senza stare male.

  5. E comunque questo è un film da vedere in una platea gremita di gente che ride forte

  6. @ohdaesu: in effetti, forse, non è meno riuscita. è che la conoscevo già.

    (effetto che tra l’altro facevi notare nel tuo post. gesù, quanto sei avanti.)

    (però io la risata più grassa l’ho fatta con la lotta tra i due pelosi nella camera d’albergo)

  7. attendevo con impazienza l’uscita italiana, ma a questo punto credo che cercherò di vederlo sottotitolato… “.srt” delle mie brame…

    ;)

  8. Secondo me si perde parecchio anche nel formato cine-velocizzato. In alcune delle gag televisive trovi il tempo di vedere la magistrale abilità con cui Cohen si conquista la fiducia e la simpatia delle sue vittime prima di “bastonarle”, mentre nel film rischia spesso, per chi non lo conosce, di sembrare gratuito.

    In quanto al doppiaggio… ho visto il trailer e sono stato male. Non c’è un ufficio di Amnesty International per queste cose?

  9. L’ho visto un mese fa. E ci avevo scritto anche qui…http://macondoblog.splinder.com/post/10172950/Borat

    scusa lo spamming!!!

    D’accordo con te, niente di speciale. con alcune scene da sganasciarsi. Però tutto il film non vale i dieci secondi di monologo su Il signore degli anelli del sommo Randall su Clerks 2.

    D’accordo anche sulla traduzione. Con l’aggiunta che se in Italia siamo ridicoli, qui in Spagna è da codice penale

  10. Non resisterò fino a marzo. Scaricherò la versione inglese. La battuta su Madonna agli EMA’s mi ha fatto ridere per 3 giorni AHAHAHAH

  11. Passi il doppiaggio stile “belo tapeto siniora” perché me l’aspettavo ma “prostitroia” no, non glielo perdono.

    personalmente soffro all’idea che, per ovvie ragioni, l’avventura di borat finisca qui.

  12. mi sono vista il video su iutiub di uno sketch tra Borat e Martha Stewart …guardalo! non credo che vedrò il film doppiato. Borat è assolutamente devastante in inglese (tra l’altro molto comprensibile)

  13. per quanto riguarda la versione italiana, mi rifiuto categoricamente di vederlo. per tutti i validissimi mitivi che hai elencato, ma soprattutto per un chiaro segnale apocalyptico: la traduzione del sottotitolo del film.

  14. scusa, ora mi hai messo in crisi con quella citazione.

    ma io che ci ho il “nano” da 4GB dove mi colloco?

  15. http://www.repubblica.it/2007/01/calendari/trash/cal-borat/cal-borat/1.html

    direi che questo link conclude definitivamente la discussione sulla visione del film doppiato. vergognamoci.

  16. Appena visto Borat (originale con sottotitoli)

    Mah, sarà che mi aspettavo troppo visto che in molti me ne avevano parlato bene, ma per me è stato una delusione pazzesca.

    Intanto, è stato realmente innocuo, sto film. Tutta sta grandissima carica sarcastica nell’evidenziare le ipocrisie americane non l’ho vista, o almeno, non è stata tale come mi aspettavo. Nè carne nè pesce.

    Per quanto riguarda l’aspetto prettamente comico, ho riso piu nell’incipit (ed excipit) kazako -dai, il vicino di casa fa ridere- che in tutto il viaggio americano, in cui mi ha fatto realmente ridere soltanto la notte di terrore.

    Boh, un filmetto secondo me

  17. utente anonimo on 21 marzo 2007 at 20:31 said:

    un pacco, per essere sintetici.

    francesco

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