Intrigo a Berlino (The good german)
di Steven Soderbergh, 2006
Non si pensi che io voglia per forza corroborare il mio già espresso pregiudizio su questo film e sul suo – insopportabile – regista. Perché dopo aver visto una cosa come The Good German, credo che possiamo essere tutti – o quasi – d’accordo almeno su un aspetto, però fondamentale: questo film è un mero giochino. Poi bisogna vedere se questo giochino di ricostruzione citazionista può interessare o meno, e se può accontentare per più di una decina di minuti. Perché prima o poi vorremmo vederci anche del cinema, intorno.
Ci sono senz’altro delle cose buone, e inaspettate. Ma sono riassumibili in poche parole: l’uso di Cate Blanchett, vera protagonista, intorno alla quale il bravo Paul Attanasio ha scritto un personaggio complesso e storicamente sfaccettato, la struttura dello script che sposta il punto di vista su tre personaggi (quasi dei "capitoli" introdotti da brevi interventi delle voci off), e la furbizia con cui si sfrutta la possibilità di far scopare e dire fuck ai personaggi di un film degli anni ’40. Certo, da lì a parlare di pretese realistiche, o storico-politiche, ce ne passa. E a quel punto preferivamo Dead men don’t wear plaid.
Un tiepidissimo (freddo? Magari) esercizio di stile, ma meno stiloso di quanto vorrebbe. Un film poverissimo negli intenti e non solo (sotto il bianco e nero – tecnicamente posticcio, visto che il film è girato a colori – e le inquadrature filologiche si intravede una realizzazione amicale, per non dire familiare), seriosissimo e assolutamente privo di qualsiasi ironia, che fa l’enorme errore di scopre tutte le sue carte nel giro di pochi minuti, lasciando tutto il resto del film immerso nella noia e nell’attesa – nostra – che riappaia il volto – e l’accento – di Cate Blanchett, a illuminarlo per alcuni istanti.
Poche volte fu più azzeccato l’aggettivo inutile.
il riassunto è:
lo avrei preferito bruttissimo.
così mi fa solo incazzare.
io ODIO gli esercizi di stile, pertanto mi metterò a correre con le forbici in mano…
Neanche una parola su Clooney.. Lo devo interpretare come un dignitoso silenzio?
@deliriocinefilo: a me possono anche piacere, ma ci deve essere qualcosa sotto…
@jecke: facciamo così. ché il bogartismo gli si addice per circa 30 secondi, prima di dire la parola “Martini” e farci imbestialire tutti. ^^
A me è piaciuto: certo non va oltre il sei! Piuttosto io, con le forbici in mano, vorrei uccidere la doppiatrice della Blanchett.
Kekkoz una domanda: vedendo questo Soderbergh mi è venuto in mente un altro “esercizio di stile”, ovvero il melò rivisitato da Haynes in “Lontano dal Paradiso” (che mi è piaciuto decisamente di più). Che ne pensi?
@iggy: che ne penso? che sono un imbecille, visto che non ho visto Far From Heaven.
(è uno di quei film che perdi per sbaglio e che poi ti riprometti di vedere per anni e poi non lo fai. capita anche nelle migliori famiglie. shame on me.)
Peccato! Credo siano in qualche modo due film da avvicinare se si prende in considerazione la forma. Poi “quel qualcosa sotto” di cui parli il film di Haynes lo ha sicuramente!
Ritornando al film di Soderbergh: ho rimpiato il codice Hays nel sentire certi dialoghi!
sì sì.
tipo “Have you ever fucked a nazi? And a jew? Better, a nazi and a jew at the same time?”
brr.
Esattamente! Hai beccato proprio la frase che mi ha fatto ribaltare sulle poltrone del cinema! =))
Far from Heaven ha decisamente qualcosa sotto, anzi molto!
Mi piacque assai.
Io non ho ancora visto “the good german”, ma a proposito di George, una amica ha detto che inq uesto film lui asosmiglia a Biagio Izzo. E per me questo basta ad evitarlo. Soprattutto dopo al citazione appena letta: brrrr
Il film l’avevo visto qualche settimana or sono, ma questa battuta:
“Have you ever fucked a nazi? And a jew? Better, a nazi and a jew at the same time?”
l’avevo rimossa per la gioia di vedere Tobey Maguire che si leva dalle scatole dopo 25′.
(però, niente male la battutona. rilanciamola con “una negra e un nano? un frullatore e una ballerina? un essere umano e un attore del cast di The Covenant?”)
vb
io a far from heaven preferisco i melò di sirk a cui s’ispira, quando lo vidi mi parve un pò inutile, anche se godibilissimo.
su the good german non commento, perchè non l’ho visto e se mai lo vedrò sarà per sbaglio ^^.
far from heaven era un film notevolissimo
anch’io adoro Far From Haeven. Quello non l’ho mai trovato un mero esercizio di stile.
Invece ogni volta che Soderbergh fa l’autore lo trovo sempre masturbatorio. Meglio quando va in vacanza e svaligia un casinò, almeno il patinato la fa da padrone e non ci prendiamo in giro. Cate preferisco andarmela a pappare nel Diario.
Visto stasera…Io invece premio lo sforzo di averci regalato per l’ultima volta un “faire-du-cinema” ormai morto.Era necessario?No..ma questo è un altro discorso.Soderbergh non lo amo ma qui si vede che ha studiato(la costruzione di certe inquadrature,la postura dei persoanggi, i tempi di azione)e il film in sè mi è piaciuto proprio x gli stessi motivi che cita Kekkoz nella recensione.i limiti?la fotogarfia,troppo impostata sui toni bianchi..Clooney(già nella prima scena mentre si affaccia dall’aereo è insopportabile)…e le poche scene in spazi aperti.
Per quanto rigaurda il paragone con FAR FROM HEAVEN (che io considero un piccolo gioiello)credo che sia idoneo:a conti fatti Haynes ha fatto un film non sugli anni 50 ma in pieno stile anni 50(regia, cura dei colori,recitazione degli attori) così come Soderbergh lo ha fatto con il noir.Ecco perchè le critiche verso questo film lette ovunque mi son sembrate pretenziose e gratuite.
Resta un film mediocre:x me da 6,5!
MR.DAVIS
questo film è una pizza di lusso indigeribile
la reine
Se non fosse morto Tobey Maguire…se fosse stato lui il protagonista del film, un anti-eroe come Harvey Ketiel in Bad Leiutnant…allora si’ che mi sarebbe piaciuto. Ma Clooney…
quanto mi incazzo quando tutto questo buon materiale viene sprecato? tantissimo!
sono contento che a soderbergh piaccia curare la parte prettamente stilistica però la storia? bah! (un 6 e mezzo io lo ho rifilato lo stesso, ma sono sostanzialmente d’accordo con te, specie sul fatto che lo avrei preferito bruttissimo, a questo punto)