The illusionist
di Neil Burger, 2006

Quando ho visto The illusionist, ormai parecchi giorni fa, soprattutto durante la visione, non ero poi così dispiaciuto. Almeno, non lo ero rispetto al pregiudizio diffuso per cui qualunque film con maghi ottocenteschi che fosse uscito a così breve distanza dal magnifico The prestige avrebbe toppato. D’accordo, è evidentemente una poverata, Ed Norton non ha un barlume del fascino e della bravura di un tempo, Jessica Biel non è una ragione sufficiente (anche se le manca tanto così) ed è effettivamente noioso come la morte.

Però, mi sono detto, almeno sono arrivato all’orripilante finale senza lamentarmi troppo. Di questi tempi mi capita abbastanza di rado. Poi, riflettendoci per benino, ho compreso la ragione: se sono giunto sano e salvo fino al suddetto orripilante finale è solo perché per tutto il film il mio cervello (e quello di qualunque essere pensante, suppongo) ha immaginato il twist più ovvio e scontato possibile, e ha aspettato la fine per vedere se, per qualche assurda e ridicola sborniona degli sceneggiatori, sarebbe finita davvero così. E infatti. Ma finché si tratta di prevedibilità, figliuoli miei, è roba che capita anche nelle migliori famiglie.

Qui non è così. Il problema è che tale idiozia conclusiva – corollata peraltro da un luminoso idillio campagnolo terminale degno di una fucilata alle (s)palle, possibilmente non alle mie – viene presentata come la Signora Sorpresa Delle Sorprese. E no, non è la stessa cosa che alcuni avevano criticato in The Prestige (dove, appunto, c’era di mezzo un "doppio" prestigio). Qui c’è semplicemente un finale lineare, che conclude la vicenda e punto, ma che viene rappresentato come se fosse quello de I soliti sospetti, tra l’altro con il bruttissimo – ma ancora bravo – Giamatti che se la ride e batte il pugno sulla mano aperta. Nemmeno Gambadilegno.

Insomma, su alcune sviste si può fare orecchie da mercante, ma roba così è davvero difficile da digerire. Per dire, senza questo finale The illusionist sarebbe stato anche salvabile. Però, diciamola tutta, sarebbe stato in ogni caso questo filmetto da due soldi, uscito nel momento più sbagliato, diretto senza un grammo di sentimento alcuno, con una regia che si nasconde timida timida dietro una fotografia che non risparmia frotte di imperdonabili finte sciccherie: effetti "pellicola vecchia" di Movie Maker e "iride a manetta"? E questa robaccia avrebbe avuto pure una nomination agli Oscar?

10 Thoughts on “

  1. nel frattempo, in attesa c’è il post su The Good Shepherd, visto ieri sera.

    recupererò al più presto (davvero) Sunshine e Le Vite Degli Altri.

    baci.

  2. non credo si possa esprimere meglio di come hai fatto il rapporto Nolan/Burger; tanto che mi son permesso di citarti nella mia scafatissima recinzione dalle mie parti.

  3. Totally d’accordo!

  4. @kekkoz:…ah ecco, cominciavo a pensar male.

  5. robaccia, si

  6. … Inoltre – almeno nella versione originale – Edward Norton parla come il professor Krantz.

    O, con più esattezza, come il direttore della Clinica dei sette Templari.

    E va bene che mi stavo piantando unghie nella carne per restare sveglia, ma per tutta la visione ho sperato di sentirgli dire “occorre crànde forza di folontà”.

    - vb –

  7. utente anonimo on 23 aprile 2007 at 13:26 said:

    Ancora mi manca questo ma se ben ricordo in USA questo film è uscito prima di THE PRESTIGE…

    MR.DAVIS

  8. E’ uscito lo scorso agosto, battendo The Prestige di circa due mesi; in gennaio era stato presentato al Sundance. Non si tratta quindi di un’operazione plagiatoria in sé (tra l’altro, pur essendo molto più brutto di come lo racconta Kekkoz, i segni di una lavorazione lunga ci sono tutti).

    - vb –

  9. ecco, io aggiungo che non ho mai parlato di plagio.

    mi permetto di autocitarmi: “[...] pregiudizio diffuso per cui qualunque film con maghi ottocenteschi che fosse uscito a così breve distanza dal magnifico The prestige avrebbe toppato”.

    su prejudice sono stato più esplicito: “mi frega davvero poco che uno dei due film sia stato pensato (o sia uscito nelle sale) prima o dopo l’altro: The prestige era uno dei film migliori dell’anno passato, ed era un film di Chris Nolan. Questo è diretto da Neil Burger”.

    [comunque va detto che The Prestige è un progetto di parecchi anni fa: si cominciò a parlare apertamente della regia di Nolan già nell’aprile 2003 (qui l’articolo di Variety), e quindi si suppone che la contrattazione con Christopher Priest sia avvenuta prima, forse persino nel 2002. che poi, chi se ne frega.]

  10. Un orribile filmaccio,

    saluti

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