Fascisti su Marte – Una vittoria negata
di Corrado Guzzanti e Igor Skofic, 2006
Mettiamo subito in chiaro una cosa: chi scrive considera Corrado Guzzanti uno dei più grandi uomini di spettacolo dei nostri tempi, e la mia ammirazione per lui ha rasentato in passato (quando era più presente, come con quell’assoluto Capolavoro della TV italiana che fu Il Caso Scafroglia) forme persino ossessive. Detto questo, e messo quindi alla luce dei fatti che non ho un briciolo di oggettività di fronte a tutto ciò, è chiaro anche che non pretendevo che il film di Fascisti su Marte fosse anche un bel film. Soprattutto per una ragione: conoscevo la tiritera.
Se ci si approccia al film conoscendone i contenuti, il gioco non può che durare poco. Il film è infatti troppo lungo, troppo lento, troppo ripetitivo, troppo risaputo, almeno per chi conosce già la materia di cui è fatto. Ciò nonostante, Una vittoria negata, anche in questa prospettiva, è un film migliore di quanto ci si aspettasse: la struttura a sketch rimane quasi intatta, ma sotto a questo progetto assurdo, insieme amatoriale e sperimentale, c’è una struttura portante ben più radicata, che viene fuori con molta chiarezza e che possiede la forza risanatrice della Vera Satira – sempre a costo di prescindere dalle troppe tentazioni all’eccesso di Guzzanti & C.
Poi mi sono immaginato un approccio "vergine" al film, senza insomma aver avuto l’esperienza della versione "seriale" di Fascisti su Marte andata in onda sulla RAI. In tal caso, vi sfido a trovare nel cinema recente del nostro paese qualcosa di così spudorato, libero, svincolato da ogni legame con i linguaggi e gli stili dominanti, e soprattutto così spaventosamente divertente, così innegabilmente geniale.
Ecco, Geniale è un’altra di quelle parole che mi tengo ben stretta e che non sputtaneggio in giro. Questa è un’eccezione.
Complimenti per il blog! Davvero interessanti le tue recensioni. Però Fascisti su Marte, nel caso specifico, non l’ho ancora visto.
Guzzanti è un genio…il film lo vedrò prossimamente.
Gli sketch presentati a “Il caso Scafroglia” erano divertentissimi…spero solo che la lunghezza del lungometraggio non si riveli una noiosa forzatura…
Ciao
Filippo (Cinedelia)
OT: certo che uno vaga di notte e si trova così senza avvertimento due nuovi post fra capo e collo…! ottima la rubrichetta…
ti regalo un incipit di Carmelo Bene, attorno alla parola ‘genio’:
“Il telento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento”.
volevo dire che io essendo “vergine” (non avendo visto il caso scafroglia) ho apprezzato molto fascisti su marte. Comunque credo che la scena del conto alla rovescia sia memorabile! Già solo quella vale il prezzo del biglietto!
Lucia
quoto.
(io avevo già visto quella scena, ma mi sono ugualmente sbracato)
Film sottovalutato.
Un film che mi ha fatto innamorare… di un mimimmi!