Zodiac
di David Fincher, 2006
Devo scrivere un post su Zodiac. Sono sdraiato nel letto, ho il computer appoggiato alle gambe, è passata la mezzanotte, e devo scrivere un post su Zodiac. Sarebbe anche ora. L’ho visto domenica pomeriggio, Zodiac. Cinema Apollo, un sacco di vecchi, ma non solo. Devo scrivere un post su Zodiac. Si dice sempre: se il post diventa un dovere, chiudilo, il maledetto blog. Ma non è esattamente la stessa cosa. Perché è vero che devo scrivere un post su Zodiac, ma anche che voglio scrivere un post su Zodiac.
Forse perché le uniche cose che mi soddisfano di ciò che ho letto in giro – per ora solo distrattamente, come al solito – sono quelle che rimangono attaccate ai semplici dati oggettivi riguardo al film. Che è frustrante. Che sono tutti bravi e che sono tutti belli. Che una regia così rigorosa e compatta non ce la aspettavamo, da quel baroccone di Fincher, persino noi a cui Fincher piace eccome. Che di fronte a sequenze come quella del tassista, o del proiezionista, o – soprattutto – dell’interrogatorio, non si può che chinare il capo. Che è bello. Cose così.
Per una volta, le ipotesi e gli svolazzi soggettivi altrui non riescono a sfiorarmi: letture cinefile (che mi avrebbero solo fatto esplodere il cervello, con tutto il rispetto), distanza tra le "parti" (che non riscontro affatto nella mia personale esperienza, né la distanza né – quasi – le parti stesse), la Parola Con La C, eccetera. Niente. Per dire: secondo me Zodiac è soprattutto una storia d’amore "a scalare". Ci sono due coppie. Le coppie si separano. Due di loro si incontrano. Si mettono in coppia. Si separano anche loro. Ne rimane uno. Solo con la sua ossessione, che è morale e tutto quello che vuoi, ma che è ancora strettamente legata alla sua prima infatuazione. All’unica figura femminile di rilievo spetta la battuta rivelatoria: "non è mai finito quel primo appuntamento". Io l’ho guardato anche così, Zodiac.
Poi, va da sé, Zodiac è prima di tutto un film di detection estremo, e si comporta di conseguenza, asciugando quasi tutto ciò che non è detection e lasciando così – sintomaticamente o intenzionalmente – a noi poveri sciagurati – lettori e scrittori – il campo libero a ogni possibile interpretazione di sorta. Personalmente, al di là della suddetta (curiosa ma non proprio serissima) idea di una struggente storia d’amore queer, la mia tentazione è quello di considerarlo, d’ora in poi, una mera mystery tale. State-of-the-art, si intende. Ma punto. Lo trovo molto più affascinante, bello e stimolante così. O forse sono solo pigro.
D’altronde, al solito, quando arrivo ultimo – come in questo caso – cerco una strada diversa, perché altrimenti la noia delle chiacchiere impolverate e la tardiva emulazione di riviste ormai ingiallite prende il sopravvento, e noi blog qui non serviamo più a niente. Piuttosto è meglio non dire niente. Dire che è bellissimo, punto. Che magari qualcuno ha esagerato – più da una parte che dall’altra – ma che se c’è un film da vedere, al cinema, ora, è questo. Facciamo così: ora ci metto un breve paragrafo che normalizzi tutto quanto. Così, per dormire più a posto con me stesso. Un paragrafo normale.
Eccolo.
In qualche modo questo film è un’altra faccia di un discorso già iniziato da Fincher in Se7en, e che conferma i tratti più autoriali del suo (miglior) cinema: Zodiac è il ritratto impietoso e cinico, complesso e corale ma ancora rigoroso e implacabile, di un mondo in cui ogni barlume di giustizia è sparito e stecchito, morto e sepolto sotto metri di terra, e la sola cosa per cui si può lottare ancora è la verità. I problemi sono due: primo, che la verità non paga un cazzo. Secondo, che per ottenerla devi rischiare di sacrificare – come minimo – tutto te stesso. E forse, se ti gira male, tutto ciò che ti sta intorno.
Ho scritto il post su Zodiac. Dopotutto, l’ho visto domenica pomeriggio, Zodiac. Era anche ora. Cinema Apollo, un sacco di vecchi, ma non solo. La maggior parte della gente si lamentava perché era troppo lungo, Zodiac, e che non c’era l’intervallo. Al bagno ho sentito diverse persone dire che gli scappava, e ci vorrebbe l’intervallo in un film così lungo. Fuori dal bagno ho sentito chiaramente una sgraziata quarantenne con tacchi troppo alti lamentarsi dell’incapacità di Fincher di gestire il tempo. Troppo lungo, Zodiac. Ma andate a vedere Epic movie e levatevi dai coglioni.
va beh, a me il film non è piaciuto proprio, ma forse è un problema mio.
Il tuo post, se non ti offendi, è incredibilmente commovente nella prima parte, quasi fosse la dichiarazione di un momento di crisi da blogger…è vero, qualche volta arrivi ultimo, e dici molto poco del film, eppure riesci a dare un tocco di umanità notevole nelle recensioni, che rimangono belle e coerenti, e forse le migliori che si possono leggere a giro; anche se ultimamente mi sembrano più metapost che post propriamente sul film…
ma scrivi da qualche altra parte?
Questo post è la dimostrazione che la forma-recensione ormai ti sta stretta e avverti un’urgenza di narrare. Diventerai come gli oroscopi su Internazionale.
Usa meno parole inglesi, però.
Ciò detto, io Zodiac l’ho rivisto ieri, e ho due considerazioni che rispecchiano le tue: prima di tutto, se già alla prima visione non avevo avvertito un particolare calo o uno stacco tra la prima e la seconda metà del film, alla seconda visione l’ho avvertito ancora meno. Seconda cosa, l’interrogatorio è davvero bellissimo. I 4 super primi piani frontali, uno in fila all’altro, son cose.
(e non ho capito qual è la parola con la C)
Io in sala, alle spalle avevo l’indiziato n. 1, Zodiac. Fortuna che me ne sono accorto solo all’uscita.
Però per un film così lungo la pausa l’avrei voluta, trattenersi per mezz’ora non è bello.
entusiasmo un po’ smorzato
comunque a dire il vero io l’ho trovato sostanzialmente perfetto perchè è il film fatto su misura per me: sobrio, abbastanza lento, regia perfetta, buona galleria di personaggi e colonna sonona spettacolare
per quanto riguarda il giudizio oggettivo sono d’accordo con te
(c’è sempre discordanza tra giudizio oggettivo, che in questo caso sarebbe 4 pallette, e quello soggettivo, che è 5, io esprimo comunque solo il secondo, per dare un senso al fatto che sono un blogger eheh)
“Ma andate a vedere Epic movie e levatevi dai coglioni” ben detto!
Quando parli di “letture cinefile” ti riferisci a me? Non ho capito se mi devo offendere quando dici: “che mi avrebbero solo fatto esplodere il cervello, con tutto il rispetto”, anche perché non ho capito che volevi dire con sta’ frase.
Volevo solo ricordarti che anche la tua lettura in chiave gay è uno “svolazzo soggettivo”. Condivisibile o opinabile come tutte le altre letture. E per di più non è detto che la mia e la tua debbano escludersi a vicenda.
Ah, che poi io ho pure scritto che la lettura cinefila è riduttiva.
io l’ho visto un pò di sabati sera fa.
attorno a me metà degli spettatori dormiva. l’altra metà si lamentava.
attorno a me 3 dei miei 4 amici dormivano.
a me zodiac è piaciuto moltissimo anche se avevo bevuto un litro uno di the freddo alla pesca prima di andare a vederlo.
e alla fine del film avevo in testa esattamente la tua ultima frase: ma andate a vedere epic movie e levatevi dai coglioni.
bella recensione
@ohdaesu: la parola con la C è Capolavoro.
@rob: mi spiace che tu te la sia presa… volevo solo esemplificare in che modo letture, proprio come – appunto! – la mia, non riuscissero a soddisfarmi.
(e tieni conto anche del tono del post ^^)
(comunque il tuo è uno dei post che che provano a scavare più a fondo all’interno della complessità di Zodiac, e mi è piaciuto molto – forse la tua lettura è meno riduttiva di quel che dici tu stesso)
(c’è sempre tempo per chiarire in forma privata, se preferisci – io preferisco)
“Due ore e trenta passate spulciando tabulati telefonici e visitando gli archivi del catasto” è un altro modo per dire “Amore”.
(sto facendo dello sprito di patate, ma sia chiaro che ho gradito moltissimo il film)
(e pure il post)
- vb –
Dove l’ho visto io (a Milano stavolta) l’intervallo l’hanno fatto. In piu’, durante la scena in cui sono al cinema a vedere Callaghan, la signora dietro di me ha commentato “ma cos’e', un documentario?”
Che poi il personaggio della Sevigny m’ha fatto imbufalire. “Non è mai finito quel primo appuntamento”: ma grazie al cazzo, sei TU che l’hai tirato lungo 10 anni, non lui!!! Ma chi t’ha mai cagata! Le donne…
ma chiudi baracca e burattini?
lillo
ps mi sembri nostalgico
@vb: grazie. niente male come riassunto di zodiac. me lo appendo al muro.
(me lo appendo sotto il tuo ultimo post, che – maltrattamento del mio povero prediletto heroes a parte – andrebbe appeso sui muri di ogni casa, di ogni città)
@940: vabbè, tra la sevigny versione quattrocchi con quella scucchia di scazzo sempre addosso come una carogna, e robert downey junior fatto perso con il pizzetto e la canotta panzuta, anch’io che sono notoriamente etero nell’osso avrei pochi dubbi. già.
(l’unica cosa a favore della sevigny è che sappiamo di certo che ingoia)
(stendo un velo pietoso sui miei stessi commenti)
@lillo: la nostalgia ormai l’ho interiorizzata, è un modo d’essere.
ah! non sono più l’allegro guaglione d’un tempo!
(sonoubriaahahahghghcooo… quanti ricordi…)
@lilith: grazie…
(e la frase in questione è pre-pa-ra-tis-si-ma, e assolutamente decisiva nell’economia del film. gli è venuta proprio bene, poi: scommetto che se la ricordano tutti)
@valido: mi sto ancora chiedendo perché diavolo ho scritto “@940″ qui sotto. rido. dio se sono stanco, eh.
Molto bella e interessante questa “lettura queer” del film.
La medito ripensando alla pellicola, che, come forse sai, non mi ha entusiasmato.
Non so, per me rientra sempre più in quei film da “doppia recensione” (positiva/segativa), il che contribuisce a renderlo ancora più inquietante e certamente da conservare e riprendere in mano.
Comunque mi piace molto questo modo di scrivere. Molto molto. un abbraccio.
(ero sicuro che ti avrebbe interessato, un po’ meno che l’avresti trovato interessante. sono molto contento che sia andata così. grazie!)
Sarei disposto a uccidere pur di aver detto io la frase “l’unica cosa a favore della sevigny è che sappiamo di certo che ingoia”.
E mi accodo ai complimenti di Kekko per il post di VB, visto che da lei non si commenta più. (si intuisca qui una punta di risentimento)
Non chiudere nulla. Non chiudere il blog. Non chiudere il becco.
Su Zodiac ci troviamo. A grandi linee.
http://smeerch.splinder.com/post/12347974/Zodiac
Che la nostalgia faccia ormai un po parte di te si percepisce; ma credo che faccia parte di tutti noi una volta cresciuti.
Per Zodiac mi chiede sinceramente come si possa trovarlo lungo; è finito ed io ne volevo ancora ancora e ancora, nonostante dovessi correre in bagno come Noodles.
J.
@ohdaesu: sapevo che avresti apprezzato.
(la VB c’ha le sue ragioni, non la biasimo. al massimo puoi sempre farle i complimenti qui, poi glieli passo io. Un Buon Valletto.)
@smeerch: guarda, ci mancherebbe. voglio talmente bene a questo posticino che non ho ancora levato le tende da splinder, pensa te.
@J: ecco, io ancora e ancora magari no. diciamo che ho avuto il giusto, ecco.
Mi accodo ai complimenti di Oh che si accodano a quelli di Kekkoz per il post di VB (e mi aggancio alla punta di risentimento perchè ogni volta che sento parlare di quel CAPOLAVORO di “Dexter” vorrei urlare il mio molesto entusiasmo). E aggiungo che il tuo bel post, kekkoz, ieri notte, mi immalinconì abbastanza, facendomi scrivere un commento confuso sulla solitudine del blogger e sul dover/voler scrivere post sui film visti (con riferimento alle mie difficoltà espressive post “Breakfast on Pluto”) (che mi è piaciuto, a scanso di equivoci). Commento che ho cancellato ma di cui qui deposito i residui dopo la decantazione notturna. Scusami se ho sporcato.
Solitudini e vallettismi dei blogger a parte, vorrei farvi notare che siete tutti rumorosamente d’accordo sulle qualità laringofaringee di Chloe Sevigny.
E’ proprio vero che il vero amore può nascere solo tra uomini.
- vb –
Non mi sono offeso. Semplicemente non riuscivo a interpretare bene quella tua frase e quindi ti ho chiesto se mi dovevo offendere o meno. Appurato che non è così, è tutto ok. Non c’è bisogno di nessun altro chiarimento.
Ciaoo Rob
per ragioni puramente e schifosamente editoriali (cancellerei subito tale parolaccia) ho postato solo stasera di zodiac e ho usato i seguenti aggettivi compattezza rigore intelligenza etc etc questo solo per dire che o sono dati oggettivi in effetti o in qualche modo mamma ebe c’aveva ragione a fare la sensitiva… a parte tutto il siparietto sulla sevigny mi ha fatto ridere e parecchio.
la reine
in realtà la sevigny non era così incarognita per le indagini. l’amara verità è che non voleva fare la stessa figura da tonna di michelle williams. in una scena tagliata infatti diceva a jake “certo, le indagini, il serial killer. la prossima volta dimmi pure che andate a pescare”.
Un tradimento omosessuale era un complimento che un personaggio come quello della Sevigny non meritava. Se non le va bene, che trovi pace nei dischi dei My Chemical Romance.
@kekkoz: mi sono chiesto anch’io perche’ mi hai chiamato 940, mi hai fatto venire il dubbio di aver sbagliato blog o di doverti dare del lei…
Il tuo post m’è piaciuto tanto.
Il film mi è piaciuto, moderatamente, ma mi è piaciuto. Troppo lungo? forse un po’ sì. E non vedo Epic Movie, e di alcuni film dopo centocinquanta minuti ne vorrei altri centocinquanta. Magari ero rincoglionito dalla giornata, magari gli spulciamenti cartacei di monoespressione-Gyllenhaal dopo un po’ mi hanno ammazzato. Però Fincher è pur sempre Fincher, le atmosfere sono le sue, Downey Jr è fantastico e Ruffalo se la cava. Della Sevigny avete già detto voi.
Meglio e strameglio di Panic Room, ma lontano, a mio avviso dal miglior Fincher, quello di Fight Club e Se7en.
Anche se il mio problema credo sia insito nella parola detection.
Oh, due cazzatine di getto l’ho scritte anch’io.
http://ataru.splinder.com/1180485461#12420570
E ora affilo le unghie per Death Proof.
bo! zodiac non mi ha convinto
sto segiuendo un webserial che è più figo…
Il plot del serial movie Tigri di carta è più o meno questo. Loro sono Rocco ed Enea. Due sognatori in servizio permanente che lavorano per una misteriosa organizzazione paragovernativa: il Gruppo Tigri. La loro arma è la fantasia. Il loro compito capire che fine fanno le creature magiche: esseri fantastici realmente esistenti, a dispetto dei luoghi comuni. Medium, fatine e vampiri, capaci di aprire una crepa nel grigiore di una società che mortifica i sognatori. Da qualche tempo le creature magiche spariscono nel nulla. Come per incanto, appunto. Ugo, 40 anni e disoccupato cronico è il tipo capace di finire nei guai piuttosto di rinunciare a una battuta. Il sarcasmo non manca però neanche al finto burbero Enea, 50 anni e una vita passata nel Gruppo Tigri. Per dire, Enea apostrofa così Ugo: “Oggi è un buon giorno per morire, ma è un giorno ancora migliore per uscire con tua sorella”. Insieme, Rocco ed Enea cercano di capire cosa stia succedendo alle creature magiche. L’esito di questa ricerca però è tutta da scrivere. Letteralmente. Per farlo, leggete tutti i dettagli del caso su http://www.playthelab.it Al via il 28 maggio 2007, con la traccia del primo episodio: “Sogno quindi sono”.
http://www.playthelab.it