[corti dagli Stati Uniti di oggi: prima parte]
[Milano Film Festival 2007 - Godless America]
Emergency Needs di Kevin Jerome Everson
According To… di Kevin Jerome Everson
Il cinema di Everson, ostico e sofferto ma stimolante e basato su un serio lavoro di ricerca, cerca di raccontare la diaspora afroamericana attraverso l’uso dei materiali d’archivio. Nel primo, si contrappone in split-screen un filmato di Carl Stokes, sindaco nero durante delle rivolte razziali a Cleveland negli anni ’60, a una giovane ragazza che ne riproduce le parole. Nel secondo, ben più stimolante, una voce fuoricampo legge delle agenzie d’epoca riguardanti alcuni fatti di cronaca con protagoniste vittime di colore, mentre sullo schermo scorrono immagini delle news: ne scaturiscono da sé contraddizioni e manipolazioni razziste.
The Free Speech Zone di kasumi
Quindici snervanti minuti in cui vengono contrapposte, a ritmo di musica (soprattutto tecno e hiphop), estratti di film di serie B, filmati d’epoca, immagini di Bush che dice cose spregevoli, qualche saluto nazista, e un pizzico di Eisenstein che non guasta mai. Interessante se volete, ma – si capisce già a raccontarlo – intriso della peggior retorica. Niente che non possa fare uno studente DAMS qualunque con molto, molto, molto tempo libero.
Scaredycat di Andy Blubaugh
L’autore, auto-ritratto come impiegatuccio nerdy e visibilmente ossessivo-compulsivo, analizza le conseguenze di una rapina che l’ha traumatizzato, rendendolo inconsciamente razzista. Rimette in scena l’episodio come un cartoon, registra le telefonate fatte ai suoi carnefici in prigione, prende la loro parte. Blubaugh ha una bella faccia da cinema, e – anche se il suo corto è prevedibilmente indulgente e ruffianotto – sa dire delle cose non banali sulle paranoie della città contemporanea.