Memento mori (Yeogo goedam II)
di Kim Tae-yong e Min Kyu-dong, 1999
[Milano Film Festival 2007 - FocusCorea]
Uno dei film coreani più noti e "citati" di quell’onda travolgente di cinema di genere che stravolse il panorama asiatico alla fine degli anni novanta è la seconda parte di una sorta di saga iniziata con Whispering Corridors e terminata (per ora) con il bruttissimo Voice. Non avevo ancora avuto l’occasione di vedere Memento mori.
Nonostante le mie perplessità iniziali il film si è rivelato all’altezza degli anni passati nel frattempo. Certo, il cinema coreano di quegli anni ha prodotto cose di ben altro livello (e l’inserimento di Memento mori pone un altro mattone sull’argomento "questa rassegna puzza di vecchio") ma il film riesce per più di un momento, anche grazie all’incasinatissima struttura a incastri e flashback, a distanziarsi dalle tendenze modaiole per proporre una "alternativa" (in tutti i sensi) alla solita solfa di ragazzine vendicative venute dall’aldilà, dando più importanza alla una storia d’amore che non allo spavento – la parte propriamente horror è lasciata all’ultimo quarto d’ora, ed è perdipiù inefficace.
Ed è comunque pur sempre un film pieno di ragazzine coreane in divisa e sessualmente ambigue. Fate voi.