638 ways to kill Castro
di Dollan Cannell, 2007
[Milano Film Festival 2007 - Concorso Lungometraggi]

L’ultimo lungometraggio del MFF è un documentario che ci fa entrare per la sua breve durata nel magico mondo dell’anticastrismo duro e puro, intervistando di volta in volta i personaggi che hanno tentato, negli ultimi cinquant’anni o poco meno, di mettere fine alla vita del lider maximo – spesso e volentieri ritratti con un distacco assoluto che ne sottolinea paradossalmente i toni grotteschi, e nel caso di autentici terroristi internazionali da sempre a piede libero (grazie all’intervento di nomi noti) fa un certo effetto.

Il problema del film di Cannell è che la cosa più interessante è il materiale presentato, nudo e crudo, mentre il modo in cui viene presentato viene lasciato in secondo piano e non aggiunge nulla. Non che sia un difetto di per sé, ma il problema viene quando un film di poco più di un’ora, e con un argomento così forte, riesce ad annoiarti a morte. E’ inspiegabile invece che si dimentichi da dove Castro è venuto: il periodo di Batista non viene infatti mai nemmeno nominato o citato.

Infine, l’idea portante di sopperire alla povertà di idee e di materiali – peccato, perché quelli che ci sono a volte sono tostissimi – usando immagini dell’iconografia noir sembra già vecchia dopo dieci minuti. Peccato.

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