Kill Buljo: The Movie
di Tommy Wirkola, 2007
Quanto è bello svegliarsi in un mondo in cui non solo si può urlare a gran voce “esiste una parodia norvegese di Kill Bill”, ma addirittura “ho visto una parodia norvegese di Kill Bill”? Cos’altro si può aggiungere? Solo il fatto che esista una parodia norvegese di Kill Bill, mi rende una persona più felice. Poi, è chiaro a tutti fin dalle premesse che il film è una colossale monata, girata con l’equivalente 150mila dollari solo per poter fare delle battute di pessimo gusto ai danni di lapponi e di antilapponi, e ancor più per poter girare una lunghissima sequenza di inseguimento tra moto da neve.
Ciò nonostante, l’occasione che mi si presenta, quella di parlare non solo di una parodia di Kill Bill, ma di una parodia norvegese di Kill Bill, è rara e ghiotta, e tenendo fede al dogma Norvegia! Nuova! Corea! spenderò qualche parola in più. Anche se è evidente che questa immensa boiata, che ha la valenza artistica di un film girato tra amici durante i weekend, potrebbe gettare un’ombra su ogni parola spesa in difesa e in promozione del cinema di Oslo.
Ma comunque, conservando la ferrea convinzione che questo film sia più divertente da raccontare che da vedere davvero, e per salvare il salvabile, ecco a voi questo post assurdo che si chiama
I 10 selling point di Kill Buljo
1. KILL BILL
Chiaramente, come già detto, il film si vende come La Parodia Di Kill Bill. Almeno, cerca di spacciarsi come tale per mezz’ora, poi (giuro) se ne dimentica completamente, prendendo una piega completamente scollegata che ha un che di avanguardistico. Seh. Nell’ottica di “parodia di Kill Bill”, la cosa migliore è tutta la sequenza in ospedale, che vado a raccontarvi nei suoi punti-cardine: mentre Jompa Tormann (il nostro eroe lappone, di cui riparleremo allo sfinimento) viene stuprato durante il coma, sogna tutta una serie di suggestioni che rimandano al sesso anale, tipo andare in bici senza sellino o andare da solo sull’altalena per due, fino a essere investito proprio lì dal getto di un idrante; Jompa si sveglia dal coma, si alza sul letto, e si ritrova in bocca un numero vergognoso di profilattici, ovviamente usati; gli scappa da pisciare, mette la padella per terra e ci piscia come in una turca, ma non basta, allora mette per terra il cassetto di una scrivania e ci piscia, ma non basta. Stacc su un numero imprecisato di contenitori a terra, tra cui (sic) una scatola di fiammiferi, tutti pieni di piscia. Punchline: “such a small fucking cock and such a large amount of urine”.
2. IL LOOK
Il protagonista Jompa è un lappone, e per questo non solo viene deriso e stigmatizzato dal co-protagonista che lo insegue ingiustamente, un poliziotto che odia a morte tutti i lapponi e tutte le donne chiamato Sid Wisløff e intepretato (malissimo) da Wirkola stesso, ma ha sempre questa orrenda fascia etnicolappone sui capelli che fa il paio con i suoi meravigliosi baffoni. Da segnalare però apparizioni secondarie, come il padre del poliziotto nel flashback, che indossa una maglia bianca a rete, per di più piena di buchi, e soprattutto il tamarro che stupra Jompa mentre è in coma: sfoggia una minuscola giacchetta di pelle nera sotto cui fa bella mostra di sé un orrendo petto glabro e lucido.
3. IL MOMENTO SESSUALMENTE SCORRETTO
I cattivoni si nascondono in un allevamento di vacche: ci vuol poco a scoprire che uno di loro usa gli animali per scopi non propriamente alimentari.
4. LA MISOGINIA
Il poliziotto intepretato da Wirkola è uno dei personaggi più cinematograficamente spiacevoli che io ricordi, ciò nonostante la sua esagerata misoginia non può essere tralasciato come selling point, al giorno d’oggi. La sintesi del personaggio è probabilmente la scena in cui incontra la sua aiutante, una “pathfinder” lappone, peraltro particolarmente figa. Lei arriva vestita con dei coloratissimi abiti tradizionali lapponi, e gli dice “Boris” che in lappone significa, tipo, “Ciao”. Risposta di lui: “Chiamami Boris un’altra volta e ti apro un altro buco nel culo”, alla quale aggiunge un invito a mettersi addosso dei vestiti civili. Alla richiesta del dovuto rispetto professionale da parte di lei, la risposta di lui è: “Sei una lappone, e una donna: dove entra in gioco il rispetto?”.
5. L’ACCENNO DI SOTTOTRAMA CHE FA IMPAZZIRE IL FANDOM
Quando si incontrano in una taverna Jompa e la poliziotta, peraltro particolarmente figa, che lo contatta per difenderlo dalle accuse di Sid Wisløff e che diventerà la sua amante, il dialogo suona più o meno così:
(lei) “Io lo so, cosa hai fatto”.
(lui) “Mi aveva detto di avere 16 anni, lo giuro”.
(lei) “Cosa?”.
(lui) “Ah, niente, niente”.
6. IL METACINEMA
Dalla stessa sequenza parte un interminabile flashback amoroso, introdotto da Jompa: dopo aver detto la suggestiva frase “Aspetta, sono già stato ferito”, il nostro eroe si gira verso la macchina da presa con il dito puntato e dice “Vai col flashback!”. Lo so che è triste, è quel che passa il convento raga.
7. IL FLASHBACK AMOROSO
Momento di massimo stimolo erotico del film, il flashback amoroso di cui sopra non solo contiene una parodia di Titanic in cui la tipa in questione, peraltro particolarmente figa, ma questa volta con una faccia da puttanone che lévati, finisce sbudellata dal motore della barchetta, ma anche una scena – la più riprodotta se cercate il film su Google Images – in cui Jompa e la tipa in questione fanno petting immersi nel pesce crudo.
8. IL CLASSICO DEMENZIALE MERIGANO
La sequenza più riuscita nell’ottica del Classico Demenziale Merigano è probabilmente quella in cui Jompa spia i cattivi mentre questi stanno dentro a questa specie di rifugio montano. Primo: loro sono stati appena raggiunti da una bodyguard, peraltro particolarmente figa, un clone di Lara Croft che si chiama (ve lo giuro) Lara Kofta (e no, questa non la spiegano proprio), e si mettono (ve lo giuro) a giocare a Twister. Secondo: lui fa la nota gag del Classico Demenziale Merigano per cui fa rumori sempre più assurdi senza che i cattivi lo sentano, e poi rompe un rametto e lo sentono: ma il culmine comico arriva quando mette il piede su una tastierina Bontempi, da cui escono le note di Fight Club.
(mioddio, questa cosa è talmente bella che a raccontarla sembra che me la sia inventata io, tanto non vi metterete di certo a verificare)
9. LE PUNCHLINE DI JOMPA
Come ogni eroe action che si rispetti, anche Jompa uccide i cattivi in modo creativo e truculento, e poi prorompe in una bellissima battuta sprezzante à la Bruce Willis. Nell’ordine:
- il cattivo equivalente di Daryl Hannah, qui schifoso ciccione pedofilo, viene decapitato con l’ausilio di un misuratore della pressione. Punchline: “Stress, man, it’s a killer”.
- il cattivo x viene decapitato con la katana e la testa cade sulla neve. Punchline: “So much for keeping a cool head”.
- il cattivo y aveva per tutto il film una mascherina nera senza buchi, Jompa combattendo gliela toglie, lui è tutto contento perché finalmente ci vede, oggesù, e dice “I can see! I can see!”, al che Jompa lo alza e lo decapita con le pale del ventilatore da soffitto. Punchline: “Yes. But you didn’t see the fan.”
9b. LE PUNCHLINE SESSUALI DI JOMPA
Nella sequenza in cui Jompa e la poliziotta finalmente si baciano e fanno dei coiti, c’è tra di loro, tra un bacio e l’altro, il seguente dialogo. Sento dentro il dovere di trascriverlo interamente.
Lei: Jompa, i’m not wearing any underwear.
Lui: Tsk, talk about being forgetful.
Lei: Jompa, i feel there is something special and unexplainable between us.
Lui: Relax, it’s just my dick
Lei: Oh, Jompa! Jompa!
Lui: Shht. Less talk, more fucking.
10. LA SEQUENZA D’AZIONE
Come già accennato in precedenza, tutto il film è un pretesto per poterci ficcare in mezzo uno spettacolare inseguimento tra moto da neve. La sequenza in questione è effettivamente abbastanza ben fatta, soprattutto considerando la gente che vi è coinvolta.
Peccato che tutto intorno ci sia Kill Buljo.
In chiusura, vorrei sottolineare una volta per tutte che nel vedere l’impresentabile stronzata che è Kill Buljo mi sono in realtà divertito come un deficiente, e che l’ho pure parzialmente riguardato per scrivere questo post, il che fa di me solo uno snob, paraculo e cerchiobottista. Buona visione.