Ratatouille, Brad Bird 2007

Ratatouille
di Brad Bird, 2007

Diciamocela tutta: ho davvero bisogno di scrivere questo post?

Ho visto Ratatouille giovedì sera, sono passate quasi 48 ore e non ne ho ancora scritto, se non trascrivendo urla di giubilo in commenti miei e altrui. Mettiamola così: ci sono volte in cui le aspettative sono alte e vengono rispettate. Alcune volte, più rare, in cui le aspettative sono enormi e vengono rispettate. Ma pochissime sono le volte in cui le aspettative sono enormi e vengono travalicate. Travalicate. Ecco, quelli sono i casi in cui non mi resta nulla da dire.

Solo andate a vedere Ratatouille ora. Innamoratevi del cinema, un’altra volta. Sarà l’ultima e la prima volta che entrerete in una sala. Annichilite le vostre convinzioni tra una corsa e l’altra, tra un sapore e l’altro, tra i sapori divenuti suoni, colori, visioni. Date un morso alla ratatouille dello chef Brad Bird, un piatto che è insieme l’alfa e l’omega del cinema, la semplicità della ricetta e la gioia dell’innovazione e della scoperta, e – ovviamente – l’inesplicabile sapore del genio. Tornate bambini. Non significa tornare stupidi o ingenui. Significa andare al cinema e gioirne.

Quando ho visto Ratatouille volevo fare un post su una scena sola. Quella scena. Pensavo fosse pure una bella idea, fino a 10 minuti fa. Poi mi sono reso conto che la scena, la stessa scena, l’avevano citata tutti come la vetta del film, e chiunque lo farà in futuro, negli anni a venire, e allora non aveva più molto senso. Ma comunque.

Nella scena c’è un critico culinario grigio e triste, magistrale epitome del villain disneyano contemporaneo, che trova la sua redenzione attraverso il morso di un piatto – ancora una volta, la suggestione proustiana che si impossessa del cinema statunitense, ma stavolta, in che modo! – rivivendo in un infinito istante la propria infanzia. Una bicicletta rotta lasciata fuori dalla porta, una lacrima, una carezza, una ratatouille. Il flashback di Anton Ego è una scena che segna uno scarto. Storico? Non saprei. Ma nemmeno la Pixar ha mai fatto niente di simile.

Poi mi sono ricordato che c’è tutto il resto del film, dalla fuga sotto lo pioggia ad un bacio appassionato dato per sbaglio, e ho pensato che non volevo più parlarne, di questo film incredibile, sconvolgente, perfetto, per non incappare in possibili polemiche – che non ci saranno! – riguardo al passato della Pixar, al futuro della Pixar (quel Wall-E che ci fa piangere solo con un trailer di pochi secondi, e lì c’è in ballo un altro scarto, di ambizione questa volta, che i nostri cuori difficilmente reggeranno), e alla benedetta parola con la C.

Volevo solo rivederlo un’altra volta, e un’altra ancora. Sublime.

42 Thoughts on “Ratatouille, Brad Bird 2007

  1. Appena visto. Che dire, quelli della Pixar sono ormai parte integrante della storia del cinema, non solo di quello puramente animato (se tali, obsolete distinzioni hanno ancora valore).

    Come sottolinei, di grandissimo valore la “madeleine” di sapore proustiano che coinvolge Ego, forse la figura più preziosa – per le riflessioni sul ruolo del critico – del film. mikydepp

  2. “Tornate bambini. Non significa tornare stupidi o ingenui. Significa andare al cinema e gioirne.” Amen tutta la vita.

  3. mi hai messo una voglia di vederlo, che mi sa che domani vado al cinema!

    ugo

  4. Parola con la C! Parola con la C!

  5. sublime! parola con la C! amen!

    aaaaaaaaaaaaaaa

  6. adesso capisco..nn avendo visto visto il film nn riuscivo a capacitarmi di quel fotogramma..ma adesso è tutto kiaro…quella scena è 1 delle cose + fantastike ke ci sn all’interno del film..ma cm tu hai detto nn è possibile parlare di questo gioiello dimenticando tutto il resto..la resa dei paesaggi delle stoviglie dei piatti dei mobili dell’acqua dei cunicoli …da dove cominciare in un film dove ogni singolo particolare è reso alla perfezione?tutto si sarebbe potuto toccare cn mano…cm mai è accaduto in 1 film in digitale a mio parere..una visione fantastica e spettacolare ke va assolutamente replicata!!!!!!!!!!=)^____^

  7. bellissima recensione!invoglia davvero a vederlo!!!!!

  8. utente anonimo on 21 ottobre 2007 at 12:51 said:

    Riconosco che la recensione finale di Ego è una scena davvero bella e che Ratatouille è carino….ma parlare di questo cartone in maniera così esaltata mi pare eccessivo. Il film comunqueè da vedere. Voto.7 ;)

  9. oppure no. voto mille.

    :-)

    (firma?)

  10. utente anonimo on 21 ottobre 2007 at 15:35 said:

    anche a me non ha per niente convinto. nel senso letterale: la scena dei topi in cucina non mi è riuscita sembrar credibile… come troppe altre.. sarò io che aborrisco io topi? sarà quello? mah…. oppure sto iniziando ad invecchiare.. :/ diamine! dov’è finita la mia beata ingenuità?

    Lucia

  11. wall-e per quanto mi riguarda è già un filmone ^^

    voto: “verso l’infinito, e oltre!”

    (non capisco queste obiezioni sulla “credibilità”, lucia)

  12. (io avrei commentato ^^)

  13. In effetti sì, chi mai ha visto dei topi cucinare? E a me era sembrato molto poco credibile anche il Pixar precedente: chi ha mai visto delle macchine parlare?

  14. ma provare a usare un pizzico di immaginazione no?!nn capisco il problema della credibilità..è un cartone per la miseria…nn ha la pretesa di essere “credibile”..perchè nn provate con i documentari…sono sicura che ci troverete molta credibilità…

  15. occore anche dire che di sicuro quel topo cucina meglio di molti esseri umani…

  16. Allora: il film è bellissimo, ma se qualcuno ha un po’ di fobia dei topi, fa realmente fatica ad arrivare alla fine (io ho visto signore lasciare la sala).

    In effetti la scena dei topi che invadono la cucina può suonare sopra le righe: è chiaro che siamo in un cartone animato, ma c’è comunque un patto finzionale che traballa, un paio di passaggi un po’ troppo forzati che servivano ad arrivare al lieto fine di prammatica. Perché, se ci fate caso, fino a quel punto il film poteva anche andare incontro a un finale tragico (e quello sì sarebbe stato uno scarto incredibile).

  17. Siamo l’ufficio stampa di Ohdaesu: volevamo precisare che il Suo commento #14 era -come dire- sarcastico?

  18. Passino i topi che cucinano (e non parlano con gli umani, per fortuna) ma le ciocche burattinate scazzano, e non poco, la visione in un momento cruciale del film.

  19. ma la precisazione era relativa al commento #11…che mi ha scioccato profondamente..*____*e cmq in generale la diffidenza -secondo me ingiustificata-su alcune piccole forzature irrazionali che però ovviamente visto che ci troviamo cmq in un cartone animato non hanno secondo me motivo di essere discusse così tanto…*___*

  20. utente anonimo on 22 ottobre 2007 at 10:36 said:

    Machissenefotte del patto finzionale! Ratatouille è Cinema perché Brad Bird è un cazzo di regista. Cioè, anche perché il topo dentro al barattolo è da strapparsi il cuore e regalarglielo, ma più perché è il film di un Autore, di un grendissimo regista che semplicemente lavora con animali antropomorfizzati piuttosto che con attori in carne e ossa. Ma è la capacità di Bird di costruire l’immagine, di muovere l’inquadratura che rende Ratatouille qualcosa che tutti gli Shrek dell’universo non vedono nemmeno col binocolo. La scena che cita Kekkoz la riconosciamo prima che accada: basta lo zoom all’indietro (movimento classico) su Ego che già vediamo, anzi no sentiamo il ricordo che arriva. E ancora di più sono le soggettive da dentro il cappello, con Linguini-joypad e la cucina pericolosa come un “livello di Doom” [cit.], ma soprattutto il piano sequenza che segue Remy dalle fogne verso l’alto, arrampicandosi su pareti sempre più dettagliate fino ad aprire lo sguardo su un intero mondo di possibilità da scoprire. (Il Cinema?) Lipperlì ho pensato che se John Ford avesse fatto cartoni animati, poteva girare quella scena di Ratatouille.

    (V)

    [Chiedo scusa per l'inizio brusco]

  21. utente anonimo on 22 ottobre 2007 at 10:38 said:

    Me stesso qui sopra: “grendissimo”

    Porca puttena

    (V)

  22. visto ieri sera, proprio grazie alla recensione di checco.

    purtroppo anch’io ero caduto nel facile pregiudizio e l’avevo liquidato come cartoon di poco interesse per noialtri adulti (che categoria triste!).

    ma questo film è magia pura: la magia che solo il cinema può creare.

    la riflessione sulla critica è quanto di più perfetto e poetico mi sia mai capitato di sentire a proposito del giudicare le opere umane.

    questo film è straordinario.

    grazie kekkaz, la tua recensione ha fatto il suo dovere: mi ha spinto a muovere il culo e a tornare al cinema.

    quando sono uscito avevo un sorriso che mi è durato tutta la notte!

  23. Del patto finzionale, a me, ne fotte.

    Il film racconta di una guerra senza quartiere tra due razze che non possono capirsi, e di un individuo che vuole cambiare razza. Da questo punto di vista il finale è un po’ troppo tarallucci-e-vino, tutto qui. Non è che questo lo renda meno capolavoro, badate bene.

  24. @leonardo: d’accordo, però il finale parla anche di una “riappacificazione” sociale che può essere raggiunta solo di nascosto o semi-nascosto, con separazioni molto ben definite tra le classi/razze (il salone sotto e la soffitta sopra), nonché lontano dai riflettori (non più un vero ristorante ma un umile bistro – frequentato da una nicchia, forse illuminata o forse inconsapevole). E’ roseo, senz’altro, ma non così roseo.

    (in realtà questa è una cosa a cui ho pensato solo ora, e probabilmente non sta in piedi, per dire – l’importante è essere tutti d’accordo sulle impressionanti qualità del film, a prescindere – volemose bene)

    @smashingnicko: grazie, sono contento di essere stato utile. Bella.

  25. (V) Non resisto alla tentazione… “come un livello di Doom” è una citazione da Quelli che ben pensano? Se così fosse, ne sarei felice! ^_^

    Detto questo, concordo con quanto hai detto.

  26. utente anonimo on 22 ottobre 2007 at 17:44 said:

    @Jecke: Oh, yeah.

    (V)

  27. un altro cestino svedese per jecke.

  28. Faccio faville!

    Se avessi lo stesso successo nello scrivere post come nell’azzeccare citazioni sarei a cavallo! ^_^

  29. utente anonimo on 22 ottobre 2007 at 23:51 said:

    Carino… ma Nemo e Gli Incredibili erano un’altra cosa…

    Enrico

  30. e una volta qui era tutto un campo. ^^

  31. utente anonimo on 23 ottobre 2007 at 18:39 said:

    Leonardo, nessuna voglia di litigare per il cinema. L’inizio del mio commento è stato infelice e me ne scuso, spero si possa passare oltre. (Tra l’altro non ce le ho mica le competenze per fare il critico incazzoso, era solo entusiasmo).

    Però provo a buttarne una lì, così come mi è venuta stanotte, sotto effetto della caponata che il film m’aveva fatto venir voglia: non ci sono due razze in guerra, c’è che Remy è Brad Bird, o viceversa. Ovvero uno che fa cose “basse” (il cinema per i bambini) che però vuole entrare nel gioco “alto” (il Cinema vero). Il pubblico ne è conquistato (il ristorante è pieno), ma la critica non capirebbe. Finché non riesce a convincerla, e con cosa? Con un cartone animato, una cosa che fa ritornare bambini. Et voilà, Anton Ego si convince, Bird è considerato un autora a tutti gli effetti, i cartoni animati sono film come gli altri. E il pubblico continua a fare la coda.

    [sì, mi rendo conto che è tirata per i capelli]

    (V)

  32. a me il finale m’è parso tutto tranne che roseo è semplicemente una via d’uscita dignitosa non penso che avrei gradito un topicidio o un esilio o il pubblico ludibrio (che poi c’è) – intanto non è che il topo chef viene accettato così alla chetichella trova solo la sua nicchia per convivere

    (mai avrei creduto in vita mia di parlare pro.ratto)

    la reine

  33. Ma neanch’io avevo mica voglia di litigare! Dico solo che verso la fine si percepisce lo sforzo di un’intelligenza collettiva che pensa: ahem, dobbiamo arrivare a un lieto fine. Però in mezzo ci sono state immagini molto violente (quella dei ratti morti in vetrina, ad esempio) che si fanno fatica a dimenticare.

    Tra l’altro l’iper-realismo mette lo spettatore in una situazione paradossale: da una parte prova pietà dai ratti, dall’altra continua a trovarli schifosi – specie nelle scene di massa, dove fanno abbastanza paura.

    L’immedesimazione del regista in Rémy non è così tirata per i capelli, anzi: secondo me la fatica che fa Rémy a imparare a manovrare il pupazzo è proprio una metafora della fatica dell’Animatore: sempre di pupazzi si tratta.

    Io non sottovaluterei anche il fatto che il film non è nato da un’idea di Bird, ma di Jan Pinkava, che dopo anni di preparazione adesso pare non lavori nemmeno più per la Pixar. Ecco, forse si sente la sovrapposizione tra due visioni un po’ diverse.

  34. che ne pensi del festival del cinema di Roma. torna a trovarci, ci farebbe piacere una tua opinione!

  35. utente anonimo on 26 ottobre 2007 at 21:09 said:

    Ero dubbioso sul fatto di andare o meno a vedere Ratatouille…

    poi le poche righe che ho letto qui mi hanno stimolato.

    L ho fatto.

    E ti ringrazio

    Non voglio certo metterti questo peso sulle spalle, ma spesso le mie intenzioni di spendere i (tanti) soldi per quei pochi biglietti meritevoli di tanto in tanto passano su questi lidi a cercare consensi ;)

  36. utente anonimo on 29 ottobre 2007 at 11:27 said:

    vorrei che tu scrivessi sempre con questa passione. leggendo quello che hai scritto tra le righe, ma potrei sbagliarmi, mi sono accorto di una tua immedesimazione, anzi di una tua vera e propria partecipazione.

    come ego riscopre la cucina, tu riscopri il cinema e ti emozioni ancora… lo stesso vale per me ma spesso non per gli stessi film…hihi hi hi hi…

    mi sbaglio?

    lillo

  37. utente anonimo on 31 ottobre 2007 at 22:55 said:

    ” Ho fatto un buco nell’ozono sopra Avignone”…sfortunatamente dopo quella battuta ho perso almeno cinque minuti del film. Non riuscivo a smettere di ridere.

    E il corto proiettato all’inizio? Geniale.

    otti

  38. utente anonimo on 2 novembre 2007 at 16:11 said:

    Pienamente d’accordo con il tuo post.

    Sublime..

    Simone

  39. babbohelper on 3 novembre 2007 at 13:09 said:

    Scopro ora il tuo blog… Innanzitutto, congratulazioni (per la “linea editoriale” e per lo stile).

    In secondo luogo, come non concordare con te su Ratatouille? (anche se, in verità, nella mia rece ho avanzato qualche riserva…)

    L.

  40. Concordo perfettamente con te Ratatouille è letteralmente stupendo!

    Adoro Ego prorpio perchè incarna il cattivo disneyano superandolo.

    Il resto del film?

    un classico senza tempo

  41. utente anonimo on 27 novembre 2007 at 22:53 said:

    Bella recensione.

    Ho amato Ratatouille quanto Gli Incredibili e Nemo. Mi sono effettivamente commosso per quei pochi secondi di Wall-E… ma che scrivo a fare se sono al 100% daccordo con te?

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