Becoming Jane
di Julian Jarrold, 2007
Che la mania del cinema anglosassone per Jane Austen sia una cosa inevitabile, nonché ricorsiva e implacabile come lo scoccare del nuovo giorno, è cosa ormai accettata. E in molti casi, ma sì, benvoluta. Dopotutto, la signorina Austen scrisse pur sempre dei signori libri, testi che è difficile sputtanare per mera pigrizia. Altra cosa è impuntarsi a tal punto che, se non c’è più un libro dell’autrice libero, ci si guardi in giro e ne venga fuori un biopic della Austen stessa. Che non sarebbe nemmeno male, di per sé.
Se non fosse, ahinoi, che il film è maldestro e malriuscito. Più che altro, la cosa che più infastidisce è che da una vicenda sommariamente interessante (come Jane Austen divenne, o meglio rimase, una zitellona da brodo) esca un film disascalico fino alla nausea: ragazzi, se la vostra sceneggiatura è basata su due idee di numero che, fossero anche le più illuminate e profonde del mondo, sono pure di immediata comprensibilità (chiamatela pure sconfinata banalità), di certo non voglio che i personaggi me le spieghino nei dialoghi. Ci arrivo da solo. Tutto intorno, il solito cerchio boriosetto di inchini, faccette torve, sguardi languidi, vecchie antiquate, galline che svolazzano quando la madre corre nell’aia agitata perché è arrivato un ospite inatteso, Maggie Smith, quattro vigorosi cazzotti per scuotere il nostro animo di fanciulle, e via dicendo.
Ma non bastano quattro maiali messi lì a casaccio a rappresentare, o a farlo come si dovrebbe, l’impossibilità di una rivalsa sociale ed economica in un meschino misero maschile mondo, nascosta però sempre sotto i vestiti puliti, non basta mettere quella pertica di Anne Hathaway - che è bellina, per carità, ma non so cos’è, ha la faccia tutta spettinata, e non si adatta bene a questo inspiegabile inglesismo che le hanno cucito addosso, mi ripeterò, ma non c’era un’attrice inglese? – sperando che la somiglianza vaga con quell’altra ripeta il miracolo di renderla intensa e commovente. Si salva la scena del ballo, dove la Hathaway e il malcapitato James McAvoy (fijo mio, selezione, per cortesia) ballano e recitano – finalmente – con gli occhi e con il corpo. Senza dover aprire quelle cazzo di bocche per poi parlare come (brutti) libri stampati.
ancora jane austen, pietà, Albione, pietà…
(si skerza, eh… :P)
borbotta qualcosa
mmmmmmmmm..ne ho già scritto parecchio nel prejiudice del 12 ottobre nn vorrei ripetermi troppo nei motivi x cui il film mi fa impazzire….d’altra parte i gusti sn gusti… tu trovi die hard un film stupendo e io nn lo posso digerire mentre questo lo adoro..e cmq gli inchini e i formalismi fanno parte del pakketto se nn li si può sopportare tanto vale andare a vedere die hard , i trasformers o planet terror…*__*senza rancore ne offesa eh!=]
(mode polemica sterile on)
Magnificare le doti di James McAvoy (il morphing naturale tra i due fratelli Muccino) solo perché ha un bel culo (*) denota un attaccamento alle proprie opinioni sinceramente deplorevole.
(mode polemica sterile off)
- violetta –
(*) questo corregge un’affermazione non verificabile (**) secondo cui il motivo del recente successo di McAvoy nel cinema ammerecano va cercata nel numero di ore da lui passate in ginocchio.
(**) l’ho letto su Popbitch e/o su Holy Moly.
continua a borbottare
In qualità di Compagna di Divano di Kekkoz Mentra Guardava Questo Film, e premesso che:
è noto che mi piace quasi qualsiasi film/prodotto/cazzata tratto da Jane Austen (sì, compresa Bridget Jones);
inchini e formalismi non mi spaventano, anzi, quando vedo delle persone pallide ballare la quadriglia non rispondo più di me stessa;
e che sì, in effetti su James McAvoy potrei essere un po’ parziale essendo egli il mio mate ideale (la somiglianza con Muccino c’è, ma è trascurabile);
Becoming Jane mi è sembrato troppo lungo, troppo stereotipato, troppo Hallmark (loro vent’anni dopo alla fine, ma ci rendiamo conto?).
Insomma, se non è piaciuto a me deve esserci qualcosa che non va.
Poi, la lacrimuccia per l’amore impossibile mi è venuta, ma do la colpa alla sindrome premestruale.
Infine, per continuare con gli stereotipi film da femmine/film da maschi, Transformers lo giudico riprovevole, Die Hard piacevole, Planet Terror boh, non posso guardarlo perché ci sono i sombi.
Uhuhu! Peccato però! Sono d’accordo con te, il biopic poteva starci, la banalità non dovrebbe starci mai, non dovrebbe…
sottoscrivo ogni parola della Compagna di Divano. (Tranne quelle sugli sombi)
@violetta:attaccamento alle opinioni decisamente deplorevole???!!!!solo perchè un opinione è espressa diventa inesorabilmente deplorevole?
@tutti gli altri:chiedo scusa a chi si sia sentito offeso..nn era un insulto alle vostre capacità critiche nè una dichiarazione di guerra…ho letto la recenzione e ne ho ricavato delle senzazioni negative e da me nn condivise…senza offesa x nessuno nè x l’autore di questo post le cui recenzioni mi interessano sempre!…i miei sn giudizi del tutto spassionati e d’altra parte purtroppo fare la critica cinematografica nn è il mio mestiere..c sn forse aspetti ke altri colgono meglio di me… ma nn per questo mi devo autovietare di avere un’opinione nn condivisa…byeee
Il migliore rimane Jane Austen’s Mafia.
No, Valido, il miglior film tratto da Jane Austen rimane questo:
http://snltranscripts.jt.org/05/05jwilloughby.phtml
Per il resto voglio bene alla mamma e al papà in misura eguale.
- violetta –
nn avevo dubbi che fosse un film brutto…per commentare un film, ma sai che nn resisto e quindi ti dico che ho convinto gas!!!!!
li
siete senza cuore…..=(