Halloween
di Rob Zombie, 2007

Se qualcuno non se ne fosse accorto, sto volutamente ignorando il titolo italiano, che aggiunge un ridicolo "The beginning" dopo l’originale. I distributori hanno probabilmente letto una sinossi e capito male: ma un prequel e un remake, anche in una saga, sono cose ben diverse.

Da queste parti e nei dintorni, l’anno scorso, si fece un gran parlare di Rob Zombie, responsabile di due film che hanno diviso (il primo un horror truculento e sorprendente, il secondo un’autentica perla di cinema americano), facendo del leader dei White Zombie, da qualche parte, una sorta di irriso simbolo dell’incomprensione soggettiva. Lo si ama o lo si odia. O meglio: ci si crede o non ci si crede. E non siamo qui a ritrattare alcunché, su quanto detto e ridetto sul cinema di Zombie, in particolare su The devil’s rejects: non ci provate nemmeno. Qui ancora ci si crede.

Ma non v’è dubbio che ci sia ben più che una punta di delusione, dopo le aspettative montate da un progetto così radicale da non poter non essere stimolante: perché se invece di infilarti in coda alla celebre saga di Michael Myers decidi di rifare un "mostro sacro" come Halloween di John Carpenter, ti esponi automaticamente alle critiche (spesso preconcettuali) dei fan e dei convinti passatisti (come successe a Gus Van Sant, per dirne una), ma d’altra parte la cosa ti spinge, ti deve spingere, a dare tutto te stesso. Cosa che Rob Zombie ha fatto, come probabilmente saprete già da mille cose già lette ovunque, solo a metà. O meno.

Infatti, dividendo per comodità il film in quattro parti, che in realtà sono effettivamente ben distinte (approssimando: incipit, 25 minuti; detenzione: 25 minuti; fuga: 50 minuti; epilogo, 20 minuti) la mano di Rob Zombie si sente e si vede, fortissima, solo nella prima, con un altro ritratto di allegra famigliola americana, brutta sporca e cattiva, e destinata al massacro, in un geniale ribaltamento del film di Carpenter (come scrive saggiamente Gozu: "dove lì c’era la metafisica, il Male, l’orrore che nasce spontaneo nel cuore della middle class, qui c’è una precisa fenomenologia della psicosi, un male che nasce da una famiglia sbandata, tipicamente robzombiana, cresce e si dilaga secondo precisi e prevedibili schemi") che lascia terrorizzati per la coerenza e la spietatezza dimostrata da Zombie. Oltre che per il faccino inquietante di Daeg Faerch.

Da lì in poi, è tutta discesa, e non nel senso buono del termine: la lunga sequenza dell’internamento di Michael, a guardarla con obiettività, si salva solo per un favoloso Malcolm McDowell ringiovanito di vent’anni ("Why do you talk funny?") e per un paio di lirici ed efferati omicidi (uno ai danni di un’infermiera e uno a quelli di una certa persona), mentre il resto del film, ahinoi, il suo cuore pulsante, è una robetta che starebbe in piedi e gradiremmo, con una ciotolona di pringles appoggiata sulle mutande sporche, solo se fosse un altro di quegli horror di bassa lega che riempiono gli scaffali delle videoteche. Non certo un film di un autore con una personalità così forte, quasi completamente assente nella noiosa ora centrale che ho quasi completamente rimosso se non fosse per la faccia da zoccola (sì cara, non me la dai mica a bere con quel look da prima della classe) che si ritrova Scout Taylor-Compton.

Una nota, non proprio di margine, ma anzi a cui bisognerebbe guardare con interesse, va fatta riguardo alle diverse versioni del film. Halloween è infatti circolato sulla rete, mesi prima della sua uscita, in una versione workprint (una copia-lavoro, praticamente una bozza da rifinire) che però differiva per molte cose dall’edizione uscita nelle sale. A sua volta, a quest’ultima si aggiunge la extended cut che uscirà sul mercato DVD americano il prossimo 18 dicembre, in cui ritrovano spazio un paio di cose espulse dal workprint stesso. Se non fosse chiaro: ci troviamo di fronte non più a un film singolo ma a due "varianti" di una stessa traccia autoriale, che arrivano persino – per via della pregnanza dei "pezzi" che sono stati "cambiati", ed è un caso quasi unico – a vivere di vita e personalità propria.

Quale Halloween avete visto? Quale Halloween vedrete? Quale Halloween vedremo in sala? Sono domande con cui, volenti o nolenti, dobbiamo ormai fare i conti: quello che si può dire, tornando finalmente al film, è che la versione definitiva possiede una delle cose di cui la workprint pare fosse carente: ovvero, l’epilogo. Quello di Halloween è un finale potente, violento, tesissimo, tragico, senza vincitori, e finalmente zombiano fino al midollo, che quasi riesce a riconciliare con quella brutta oretta passata ad annoiarsi e a bofonchiare. Dico quasi.

Nei cinema dal 5 Gennaio 2008.

Per un’analisi approfondita delle differenze tra le versioni, c’è questo post. Che però non leggerete prima di aver visto il film, sennò siete davvero dei bagonghi.

22 Thoughts on “

  1. io non sono mica tanto d’accordo.

    Anzi per niente :)

    spiego: per me è proprio nella seconda parte che Zombie surclassa Carpenter, rifacendo il primo Halloween nella metà del tempo.

    Se poi mi dici che spiegando il personaggio Meyers qui analizzato e sminuzzato che arriva a delle conseguenze naturali ed ovvie, lì sospeso dal primo omicidio e ripreso nel suo ritorno, con venti anni di mistero e nulla in mezzo.

    Il film di Zombie è detto alla burina “meglio” e neanche di poco

    Almeno per me eh

    Junkiepop

  2. siamo dei baché?

  3. Conosco il tuo dissenso, e massimo rispetto, ma è chiaro: per te sì, per me no.

    Poi, secondo me, non lo surclassa nemmeno nella prima, se proprio proprio vogliamo proprio buttarla sul “confronto”. E se non si fosse capito, preferivo di no.

    Comunque, lo ripeto per chi passasse frettolosamente: non è una questione di intoccabilità dell’originale (sticazzi: l’intoccabilità non esiste), la questione è che metà del film secondo me è palesemente poco riuscita. E mi dispiace anche tanto, dirlo.

    (che versione hai visto? Immagino la prima. Se quella ti ha fatto questo effetto, chissà quando vedi il finale vero…)

    (la parte del commento che va da “Se poi” a “in mezzo” non credo di averla capita proprio)

  4. @missv: ba|gón|ghi – s.m.inv. – BU scherz., persona piccola e goffa; anche come epiteto ingiurioso.

  5. Ah, io l’ho visto in sala, stando al link che hai messo e’ decisamente la versione definitiva

  6. @valido: quale parte è troppo lunga? L’inizio o la detenzione?

    (e poi, sì, Zombie come psicanalista è un po’ grezzotto)

  7. Direi entrambe. Sono 40/50 minuti tutti sullo stesso concetto = la famiglia e’ problematica e lui ha schizzi imprevedibili, senza gran profondita’.

  8. utente anonimo on 10 dicembre 2007 at 17:33 said:

    grazie per la citazione (e vorrei far notare che sono riuscito a ripetere due volte la parola “preciso” in tre righe. prometto che per il prossimo post faccio un uso più massiccio del dizionario dei sinonimi. e sarebbe anche ora)

    io sono un workprintaro, quindi l’ho presa un po’ in quel posto, ma a breve dovrei recuperare, sperando in quel finale di cui parlate tutti così bene.

    Per il resto sono mio malgrado in disaccordo con valido e con tutti quelli che incensano una seconda parte che a me non ha regalato nulla, se non sbadigli e gesti di stizza.

    Che poi Zombie non sia un fine psicanalista direi che si nota già dal look, ma direi che il bello della prima parte è altrove

    Andrea

  9. utente anonimo on 10 dicembre 2007 at 18:32 said:

    caro capitan spaulding, qui è otis che ti chiede dove hai fottutamente reperito il film. io da profano vittima della distribuzione mainstream sapevo che sarebbe stato italianizzato a gennaio, e anche rovistando con il mulo nn ho avuto soddisfazione…quindi dare a lillo firefly l’informazione altrimenti io portare te da dott.satana.

    e che cazzo…

  10. Incensare e’ una parola grossa, preferire alla prima parte e’ piu’ corretto. Ma non tutto, per carita’… diciamo almeno la scena in cui Scout Taylor-Compton trova l’amica ferita e fa la conoscenza con il fratellone. Il voto complessivo rimane sotto la sufficienza.

  11. Lo si attendeva già da un pò!

    non vedo l’ora di vederlo!

  12. bagonga io che non c’ho la malattia dello spoiler e riesco anche a non rovinarmi la sopresa: a me viene l’acquolina a pensare a ‘sto film . non vedo l’ora /anche con le aspettative basse/ penso di essere l’unica che c’ha da dire su la casa dei mille corpi e fratelli e sì che il genere mi piasce assai. michael myers l’avrei voluto come padrino alla cresima, per dire.

    daniela l.

  13. utente anonimo on 11 dicembre 2007 at 00:24 said:

    comunque sia Rob non ha ancora dimostrato se vale davvero qualcosa. Per ora il suo cinema si è basato sul “rivisitare” .. quando farà un film su un soggetto originale allora se ne parlerà. Sono comunque curioso di vedere queste prequel/remake.. e si, penso proprio che non fare dei confronti sarà impossibile.. tutto stimola al farlo.. basta solo il titolo.

  14. Azz…la seconda recensione che riesce ad abbassare le mie aspettative…e pensare che zombie era l’unico al quale davo un pò di fiducia su un remake di carpenter…vabbè, vedremo…

  15. All’anonimo (uff) qua sotto: per me “La casa del diavolo” era originale abbastanza. Voglio dire, si e’ scordato di metterci i buoni. O dici che e’ stata distrazione?

  16. (mmm, non mi e’ uscita esattamente come volevo. scusate, e’ che torno da un concerto dei Sunn o))) e ho le orecchie che mi fischiano. va beh, in ogni caso il mio intervento non avrebbe stravolto la discussione. buonanotte)

  17. utente anonimo on 12 dicembre 2007 at 13:22 said:

    visto ieri, concordo con te su buona parte di quello che hai scritto. fenomenale è la scena dell’attesa lungo il ciglio della strada in cui il giovane myers rientra in casa ed va in cucina maturando l’idea di ciò che deve fare. nn male la fase di “preparazione” al manicomio mentre nulla di che (oddio, nulla di che è riduttivo, forse) la parte del ritorno ad Haddonfield che sfocia in un gran bel finale con la bella frase di mcdowell: you do the right thing…

    il culo di sheri moon sta a Zombie come i piedi di Uma stanno a Tarantino…

    eheheh

    lillo

  18. @lillo: ecco, mi sa che hai visto la versione workprint…

  19. utente anonimo on 12 dicembre 2007 at 13:51 said:

    sì, lillo

  20. già visto, detto, scritto, sulla wersione vorkprint, e a quanto leggo non è che la situazione sia cambiata poi molto. magari si andrà a vederlo lo stesso al cinema ma non so neanch’io perchè dovrei, dato che pare che la seconda parte con il noioso rifacimento della versione di Carpenter (che sto approfondendo in un nerdissimo ordine cronologico proprio di questi tempi) sia rimasta.

  21. ma il finale visto al cinema, allora, non è quello definitivo? No perché m’ha dato un’impressione di tirato via in modo assurdo. Come a dire vabbè chiudiamo, basta, non andiamo a intaccare le due ore…

  22. Bisognerebbe spoilerare davvero troppo, per discuterne. :-( Ma credo che tra imdb e wikipedia le risposte siano facili da trovare.

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