Irina Palm
di Sam Garbarski, 2007
Una delle cose più divertenti di Irina Palm è raccontarlo poi ai tuoi amici, che non sanno che cosa sia, e godersi le loro facce: vaglielo a spiegare, poi, che questa trama – che sembrerebbe una cosa maliziosetta e un po’ porcellona, a spiegarla a maglie molto larghe – appartiene a un film così quieto, sommesso, malinconico, delicato, piacevole.
Irina Palm è stato additato da molti come una delle maggiori sorprese europee dell’anno appena trascorso, un po’ perché il suo regista a quasi sessant’anni è ancora praticamente un regista esordiente, ma soprattutto per la presenza inusuale di Marianne Faithfull, che uno in un ruolo così – la donna di mezza età che appende dietro il muro forato dal "buco della gloria" i piccoli simulacri della sua coscienza piccolo borghese, come il quadretto, il thermos del té – non ce la vedrebbe, e invece quegli occhi piccoli, vispi e tristi calzano alla perfezione sul ruolo di Maggie, come uno splendido grembiule adagiato su un corpo invecchiato e pieno di (bellissimi o grigi) ricordi.
Al di là di lei, ci sono molte cose che rendono Irina Palm un film da recuperare: tra queste, senza dubbio è principale il modo in cui Garbarski riesce a giocare con i suoi personaggi (soprattutto in quelli, più didascalici, del figlio e della nuora di Maggie, ma anche nel bellissimo ruolo affidato a Miki Manojlovic), ribaltandone l’identificazione senza mai prendere in giro lo spettatore, ma conducendolo per mano nella storia, con un garbo inaspettato e almeno due scene da conservare immediatamente nella memoria: la prima "lezione" tenuta da Dorka Gryllus (presenza inconsapevolmente meravigliosa: amore a prima vista) e la "rivelazione" ("I wank men off!") alle amiche del quartiere, che nascondono i loro squallidi altarini dietro l’ipocrisia perbenista del té delle cinque.
FATE
[..] di Sam Garbaski un film da recuperare secondo Kekkoz nelle Memorie di un giovane cinefilo. Sito e trailer di Cinema(Il Sole 24 ore) Marianne, dalla cultura pop a porno-nonna in uno strip club (La Repubblica) Irina Palm (Freddy Ni [..]
sono d’accordo. credo che sia proprio il suo tono sommesso a funzionare come veicolo per scoperchiare una ipocrisia non propria solo delle vecchie borghesi.
Quando lei al figlio dice “non sono una puttana”, non possiamo che essere d’accordo con lei (se abbiamo compreso il film).
E poi mi piace il fatto che il grande pubblico è venuto a conoscenza dell’esistenza dei glory hole, assai noti a chi bazzica ambientacci. ^^
un saluto
Che faccio, lo vado a vedere? Solo se non ho di meglio da fare? Non so, sono svogliato…
E’ stato il primo film che ho visto quest’anno ed è stata una sorpresa molto piacevole: anch’io a sentirne la trama avevo fatto le facce.
Lu’
sarà..ma vi ripeto che il trailer faceva schifo..se vogliono che un film interessi..nn dovrebbero montarli un po’ meglio??bah…
-Alessia-
vedo che apprezzasti, mi fa piacere!
Lo recupererò tra breve non vedo l’ora!!
Ovviamente sia chiaro che non mi strappo i capelli. Però si lascia vedere più che volentieri, ecco.
Quindi rispondo “sì!” a tutti.
Ero andato al cine con molte aspettative leggendo alcune critiche sui giornali esaltate…ne sono uscito un po’ deluso con un “tutto qui?!?”
Visto sabato sera.
Caruccio, ma non so se non ci fosse stata Sua Tossicità Zia Marianne, se il film sarebbe stato qualcosa di più che “yawn, sì, caruccio”.
A.30mo
A me è piaciuto molto.