Eagle vs Shark
di Taika Waititi, 2007
Solleticato dal post del miglior blog italiano, come amo chiamarlo nell’intimità, ho recuperato l’opera prima di Taika Waititi, il maori belloccio che divideva il palco con il protagonista Jemaine Clement prima che quest’ultimo formasse gli splendidi Flights of the Conchords, presentata l’anno scorso a Sundance e diventata un piccolo caso tra i possessori di occhiali spessi e camicie di flanella worldwide.
Effettivamente Eagle vs Shark ha moltissime cose di cui vi potrete innamorare: una protagonista che sembra una specie di Miranda July ma senza la sensazione di doverla eliminare dalla faccia della Terra, un protagonista – Jemaine Clement, appunto – davvero bravo e con una comicità irresistibile che a tratti sembra rifarsi a quella di Will Ferrell, situazioni bizzarre e sopra le righe, costumi di animali buffi e sacchi a pelo colorati, amare solitudini, l’incapacità e la paura di essere sinceri dolci e adulti, una "famigliolina disfunzionalina" (cit), una colonna sonora indissima con dentro M. Ward, Devendra Banhart e gli Stone Roses.
Ecco, tutto questo allo stesso tempo serve a far capire perché Eagle vs Shark possa dar noia, ed effettivamente a tratti la dia eccome: c’è un limite alla mia sopportazione di tutta questa carineria, pur nel suo essere comunque una spanna sopra esempi più celebri e celebrati. E non bastano le improvvise sterzate di "scorrettezza" (mica roba da niente) a cancellare la sensazione di una maniera globalizzata. Ormai gli stilemi del piccolo-cinema-indipendente sundanciano sono così palesi e sputtanati da essere anche facilmente esportabili – senza troppi sforzi, ma con risultati così così – anche in un paese come la Nuova Zelanda.
E non è mica la stessa cosa: dai, sentiteli parlare, che diavolo di lingua è?
Scherzi a parte, il succo è il solito: se avete voglia di vedere un film così, guardatelo. Forse vi piacerà. Se non vi attrae, avrete sicuramente qualcosa di meglio da fare – e probabilmente, purtroppo, non ne sentirete più parlare. Sicuramente è un film curioso, è divertente, è puccissimo, il personaggio dell’amico tonto mi ha fatto rotolare a terra, e purtroppo non c’è molto altro: però i momenti animati in stop-motion, con il torsolo che fugge dalle formiche su una ciabatta e si ricongiunge infine alla "sua metà della mela", valgono da soli il prezzo del biglietto. Se volete chiamarlo biglietto.
l’amico tonro
tonro è una parola maori.
Comunque è più o meno quello che ne penso io, con aggiunto solo un tocco di fastidio in più.
Il miglior blog italiano è “Proteggersi da diavolo è dovere di tutti” (neutralizarefantasmispi.splinder.com)
Stavo già per puntare il dito…
AMICA TONRA!
è importante ricordare che m.ward è un grande.
Mi aspettavo Napoleone Dinamite lite…e invece, mi ha conquistato. SYD