Margot at the wedding
di Noah Baumbach, 2007
Il film precedente di Baumbach, Il calamaro e la balena, suo quarto film che sembrava quasi un ri-esordio, fu una delle più belle sorprese dell’anno in cui apparve nelle sale: non tanto da noi, dove uscì in sordina acclamato dalle lacrimucce di quattro blogger in croce, ma in patria, dove si aggiudicò un’accoglienza critica davvero straordinaria, e un posto nel cuore – proprio lì – di tantissimi critici e appassionati.
Margot at the wedding continua il discorso sulla Cosa Famigliare iniziato nel Calamaro, intensificando i riferimenti al cinema europeo (non per niente il titolo provvisorio era Margot alla spiaggia, spiccata citazione rohmeriana) e raccontando la storia di un (mancato) ricongiungimento, e dei rapporti tra due sorelle e i personaggi (un ex marito, un amante un futuro marito, un figlio androgino e insicuro) che girano loro intorno. Il tutto ambientato in un luogo per nulla neutrale (la casa dove sono cresciute, e da cui Margot è "fuggita") che risulta ingrigito dal passare del tempo, e dalle nuvole che vi incombono.
Il carattere del film è dato soprattutto dal rapporto tra narrazione e montaggio, che funziona attraverso la composizione di sequenze ben distinte, le quali vengono tutte e sistematicamente private delle code, interrotte improvvisamente per far posto alla successiva – un tipico metodo anticlimatico che permette di mantenere una sorta di distacco analitico rispetto alla storia narrata. E forse per questo Margot non ha avuto la stessa fortuna critica del suo predecessore: perché fa un passo indietro rispetto ai personaggi, li guarda da una distanza maggiore, ci riflette più che riflettercisi.
Ma questo non significa che essi siano scritti con meno acume, anzi: il rapporto tra le due sorelle (splendidamente interpretate da una spietata e insopportabile Nicole Kidman e da un’eccezionale Jennifer Jason Leigh) è ritratto con rara sincerità e con un’illuminante ferocia, i dialoghi (a centinaia) sono sempre impeccabili, e se la prospettiva è quasi completamente femminile, Jack Black – oltre che formidabile comedic relief , al solito – offre una performance che convince del tutto, pur se ben inserita nella bambocciosità del cine-maschio americano di questi anni.
Questo post avrebbe potuto essere unicamente incentrato sul fatto che il film, già pronto per la distribuzione italiana con il titolo Il matrimonio di mia sorella, non uscirà nelle nostre sale. Anzi, probabilmente non uscirà nemmeno in DVD. Mettetevi il cuore in pace: non l’ha comprato nessuno. Complimenti. Ora che lo sapete, quel post ve lo potete immaginare da soli.
il calamaro e la balena è un gioiellino. lì di europeo non ci ho visto molto (se per europeo, come credo, ci riferiamo soprattutto ai modelli francesi). per fortuna, altrimenti non credo mi sarebbe piaciuto così tanto.
tu l’hai visto in inglese?
magari si riesce a vedere di straforo, come il calamaro per i primi mesi, prima che passasse un martedì mattina nello scantinato del cinema di periferia.
Non è che non l’ha comprato nessuno: è che il film è un film Universal, e la sede centrale della Universal (a Londra) decide cosa far uscire in tutti i vari territori sotto il proprio dominio, e dopo una prima fase [in cui Margot si sarebbe intitolato "Il matrimonio di mia sorella" e uscito questo febbraio] è stato deciso che il film in Italia non esce più. Almeno, in sala.
Purtroppo questo è un rischio abituale, nei territori europei, per i film distribuiti da certe major.
Se ritenete anche voi questo stato di cose inaccettabile, fate come ho fatto io: entrate in clandestinità.
- nonna speranza –
Grazie della precisazione, Nonna, sono stato frettoloso.
Clan-de-sti-ni-tà.
io fui uno dei quattro blogger in lacrimucce che lo vide al cinema prima che venisse spazzato via.
Molto ben scritto, Kekkoz.
Mi unirei volentieri alla clandestinità insieme a Nonna speranza – con cui tra l’altro mi divertirei molto, “bevendo vino mangiando formaggio e storpiando parole come gnoseologia” (cit.).
La domanda che mi faccio spesso è: “Abbiamo la distribuzione che ci meritiamo?”
Ogni volta mi dico di no, ma a vedere i risultati economici di certi film usciti in Italia…
Io avrei pagato molto volentieri per questo film di Baumbach.
Un saluto.
Prima o poi me lo guardero’ perche’ “I due pesci evocativi” mi era piaciuto abbastanza. Pero’, minchia, sono sicuramente io ma “Margot at the wedding” e’ uno dei titoli piu’ irritanti che mi siano capitati davanti di recente… fa venire voglia di andare dal Noah Baumbach, farlo uscire dalla biblioteca dell’UCLA a calci in culo e cacciarlo dritto in una catena di montaggio a Detroit
Valido, sei solo invidioso perché nessun film con Van Damme e Dolph Lundgren si è mai intitolato “Margot at the wedding”
Sennò sai che troiaio di matrimonio.
Viva e sempre viva la clandestinità.
Io Il Calamaro e La Balena lo recuperai grazie a Sky, addirittura. Ogni tanto la tv riesce a fare grandi cose. Un film che mi piacque molto.
Ho riletto il mio post sul calamaro e mi sono reso conto che avevo scritto le stesse cose sul montaggio. Evidentemente Baumbach ha una Firma e non me ne ero accorto.
Quel paragrafo finale è stata una batosta. Pensavo che il nome della Kidman avrebbe trainato…
Vabbè me lo “procuro” come feci col Calamaro.
Questo lo credi tu… il prossimo di Van Damme si chiama “Jean-Claude at the wedding”. E’ tutta un’altra cosa. Dolph Lundgren fa il prete.
E tra l’altro il titolo è un omaggio tutto europeo a Jean-Claude Dreyfus, che nel film interpreta uno spacciatore con i capelli a tirati all’indietro e uno yacht pieno di puttane.
Potremmo andare avanti per ore.
C’e’ anche Steven Seagal, fa la sposa incinta di 8 mesi
Special guest Chuck Norris?
Si’. Succede che Van Damme stende Dolph con quattro calci volanti a gambe aperte, e quindi serve un altro prete, che e’ Chuck Norris, il quale porta a termine il matrimonio semplicemente guardando i due sposi e alzando il pollice in segno di “ok”.
Giuro, e’ un film bellissimo, tra l’altro dovrebbero proiettare il teaser il mese prossimo prima del nuovo di Wong Kar-Wai (“My Blueberry fights”, che in Italia e’ stato malamente tradotto con “Un calcio romantico”).
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Da una parte grazie perchè almeno non aspetto invano e mi procuro con altri mezzi,Fino ad ora non l avevo fatto perchè sono un purista:meglio la sal.Ma a mali estremi, estremi rimedi.
Bellissime parole.