Away from her – Lontano da lei (Away from her)
di Sarah Polley, 2007
Schiacciato in una programmazione tanto entusiasmante quanto insolente, è scivolato tra le dita di molti questa bellissima opera prima della giovane e fascinosa attrice canadese Sarah Polley: ed è un peccato, visto che si tratta di un film veramente intenso e commovente, girato con grande semplicità ma anche con notevole carattere, e senza alcuna spocchia da esordiente prima della classe. Anzi, con l’intelligenza di evitare l’imbarazzo e gli scivoloni del poco utile piagnisteo in cui film simili in passato si sono immersi fino al collo.
Anzi, colpisce la capacità della Polley di spezzare i momenti di imbarazzo, non già con il cinismo e il distacco che altrove avrebbero funzionato, ma grazie proprio a un uso, seppur cosciente, di forme empatiche quali la tenerezza e il calore, ma anche di un’ironia leggera e funzionale (incredibile quanto perfettamente appropriato, ad esempio, l’intervento dell’ex commentatore sportivo nel momento più rischioso del film) e soprattutto una maturità ed un’umiltà incredibili per una regista esordiente. Aiutata in questa dalle performance davvero ineccepibili di Julie Christie (classe 1941) e di Gordon Pinsent (classe 1930), perfetti nella rappresentazione di un amore e di un addio che per una volta includono sentimenti di cui gli ultrasessantenni (e ultrasettantenni) al cinema vengono privati: non solo la malinconia e l’affetto, ma anche l’erotismo e il profondo senso di colpa.
Ma la cosa che colpisce più del film è il modo in cui la Polley è riuscita a trasformare l’incontro con la malattia in un vero e proprio viaggio nel tempo. La memoria, tema centrale del cinema dei nostri giorni, lo è anche in Away from her, dove diviene materia malleabile, delicata e relativa proprio come il tempo, la cui privazione lascia il protagonista sperduto e straniato, mentre osserva il mutare implacabile delle cose intorno a lui nell’attesa di un ultimo abbraccio che – forse – non farà mai in tempo ad arrivare.
l’importanza dell’abbraccio. Io credo moltissimo negli abbracci.
Un saluto. E un abbraccio ovviamente.
Bellissimo.Intenso e commovente.
miracolosamente una delle 23 copie è arrivata da noi!!!